domenica 3 novembre 2019

Predicazione di Domenica 3 Novembre 2019 (Giornata della Riforma) su Deuteronomio 6,4-9 a cura di Marco Gisola

Deuteronomio 6,4-9
Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l'unico SIGNORE.Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze. Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.


Ascolta Israele! In ebraico: Shemà Israel. Il testo per la domenica della Riforma di quest’anno – chiamato appunto lo Shemà - è quel brano che è diventato la confessione di fede degli ebrei, che un ebreo è chiamato a ripetere tutti i giorni due volte al giorno.
Ascolta Israele! E ascolta anche tu, discepolo o discepola di Gesù di Nazaret! Ascoltiamo anche noi, perché Dio ha qualcosa da dirci. Ascolta, perché la fede nasce dall’ascolto. Ascolta, perché tutto nasce dalla Parola, tutto ciò che esiste, tutto ciò che siamo, tutto ciò che Dio vuole che noi siamo.
Ascolta, perché non soltanto la fede nasce dall’ascolto. Anche la gioia nasce dall’ascolto di quella parola di liberazione che Dio ha pronunciato in Gesù Cristo. Perché il Dio che ha liberato il suo popolo dalla schiavitù non vuole che nessuno sia schiavo e continua a liberare e a portare la sua parola di liberazione nel mondo.
Ascolta, perché anche la comunione nasce dall’ascolto della Parola che chiama non solo te, non solo me, ma chiama noi e chiama molti e ci chiama insieme, abbattendo i muri e portando riconciliazione, e dunque comunione.
Ascolta, perché anche la speranza nasce dall’ascolto dell’evangelo della resurrezione, perché quella Parola fa risorgere e fa rinascere a nuova vita i colpevoli, gli scoraggiati, gli oppressi. Rialza chi è curvo sotto i pesi della vita o del dolore; apre gli occhi a chi è cieco e non sa più vedere alcun futuro; rimette in marcia chi è stanco e rassegnato.
Ascolta, perché anche l’amore nasce dall’ascolto di quella Parola, che ci parla dell’amore di cui Dio ci ama e che ci ha rivelato nel suo figlio, quella Parola che ci insegna ad amare, a noi che non saremmo capaci di amare, o che vorremmo amare chi ci ama, che vorremmo decidere noi chi amare e come amarlo.
E invece quella Parola ci insegna ad amare chi il Signore sceglie per noi, a partire da chi ha più bisogno di amore, forse a partire proprio da chi meno sa amare.
Ascolta, perché tu hai bisogno, noi abbiamo bisogno di fede, di fiducia, di gioia, di comunione, di speranza e di amore e tutto questo lo incontriamo, lo riceviamo e lo impariamo nell’ascolto della Parola di Dio.
Ascolta, perché è Dio che ci parla, che ci parla di sé, ci dice chi lui è, ci dice che cosa ha fatto e che cosa fa, che cosa ha promesso e che cosa manterrà. È Dio che ci parla e ci dice chi siamo noi, donne e uomini che senza quella parola rischiano di ascoltare soltanto la propria voce e di vedere soltanto se stessi e i proprio bisogni, quando non i propri capricci.
Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l'unico SIGNORE. In queste parole c’è tutta la storia di Dio con Israele, nel suo nome – perché in questa frase c’è il nome di Dio: la parola tradotta con “Signore” è il tetragramma, le quattro lettere del nome di Dio – nel suo nome c’è in fondo tutto l’Esodo, c’è la liberazione e c’è il patto sul monte Sinai, c’è la Torah.
Ascolta è la prima parola; che ci mette in relazione con Dio, che fa nascere un dialogo, perché all’ascolto di Dio e della sua parola segue la risposta, la risposta che siamo chiamati a dare con la nostra parola, con la nostra preghiera, con la nostra gratitudine, con la nostra richiesta, a volte anche con il nostro lamento e spesso anche con le nostre domande.
Ascolta, perché fiducia, gioia, comunione, speranza e amore non nascono spontaneamente dentro di noi ma vengono da fuori di noi, ci vengono donate, sono dono di Dio, sono il suo regalo che ci ha fatto chiamandoci alla fede nel suo figlio Gesù.

Ascolta è la prima parola, e la seconda è Ama: Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze.
Ascolta Dio e Ama Dio. Ma che cosa vuol dire amare Dio? Non è una questione di sentimento. Amare Dio significa – tra le tante altre cose – affidarsi e seguire la sua Parola. Affidarsi al Dio liberatore, al Dio che ha liberato Israele dall’Egitto, affidarsi a Gesù che ci ha liberati dalla colpa e dalla paura.
Affidarsi a colui che ha liberato e che ci vuole liberi, affidarsi a lui per rimanere liberi.
E poi seguire la sua Parola, ovvero mettere in pratica i suoi comandamenti, cioè la sua volontà.
Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; il cuore per l’ebraismo è l’organo non del sentimento, ma della volontà: questi comandamenti vogliono diventare la volontà di chi li riceve, vogliono diventare la nostra volontà.
Dio vuole che la sua volontà diventi la nostra; questa è la conversione a cui hanno chiamato i profeti, a cui ha chiamato Giovanni il battista, a cui ha chiamato Gesù proprio all'inizio della sua predicazione.
Questi comandamenti li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.
I comandamenti di Dio vogliono riempire tutto il tempo e tutto lo spazio della vita dell’ebreo, come la Parola di Dio vuole riempire tutto il tempo e tutto lo spazio della nostra vita; nel senso che vuole accompagnarci, guidarci, sostenerci e incoraggiarci in ogni luogo e in ogni tempo, in casa o per via, nel privato e nel pubblico.
Questi comandamenti Te li legherai alla mano come un segno, cioè li legherai a ciò che la tua mano fa, alle tue azioni, alle tue decisioni. Tutto ciò che la tua mano fa deve tenere presente i comandamenti di Dio. E nulla di ciò che la tua mano possa fare è escluso dal seguire i comandamenti di Dio e dal metterli in pratica.
Questi comandamenti Te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi, cioè tutto ciò che guarderai, lo guarderai con gli occhi guidati e trasformati dai comandamenti, lo guarderai con gli occhi di Dio. Tu ebreo liberato dalla schiavitù, guarderai il tuo fratello ebreo o la tua sorella ebrea come colui o colei, che come te, è stato liberato dall’Egitto, dalla casa di schiavitù. Lo/la guarderai come una persona libera e liberata come te.
E tu, discepolo e discepola di Gesù, guarderai tua sorella e tuo fratello con gli occhi di Cristo, come colui o colei per il/la quale egli ha dato la sua vita, come l’ha data per te; come colui o colei per il/la quale è risorto e ha vinto la morte, come per te.
Questi comandamenti li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città. Ti guideranno nella tua vita privata – gli stipiti della tua casa – e nella tua vita pubblica – le porte della tua città.
Perché Dio vuole che la sua volontà sia fatta nel privato come nel pubblico, nella vita familiare e amicale e nella vita sociale e pubblica. Perché Dio è il Signore della tua vita privata e della tua vita pubblica.
Dunque ascolta Dio e ama Dio. E il prossimo? Già nell’ebraismo contemporaneo di Gesù, al comandamento di amare Dio era unito il comandamento dell’amore per il prossimo.
Quando nel vangelo di Luca (10,27), Gesù interroga il dottore della legge e gli chiede che cosa sia scritto nella legge, egli risponde: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso».
E Paolo affermerà che «chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. Infatti tutti i comanda-menti si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso» (Rom 13,9).
Potremmo dire che il contenuto dei comandamenti è l’amore per il prossimo e che l’amore per il prossimo è la sintesi e l’apice di tutti i comandamenti. Quindi in fondo nello Shemà, nell’Ascolta Israele, il prossimo c’è, anche se non è nominato, perché ci sono i comandamenti.
Non c’è amore per Dio senza amore per il prossimo, semplicemente perché Dio, nei suoi comandamenti, chiede di amare il prossimo.
Oggi è la domenica della Riforma, che sicuramente ha rimesso al centro l’ “ascolta”. Ma ha anche sottolineato l’ “ama”. E ha detto che per imparare ad amare è necessario ascoltare.
Perché la Parola che siamo chiamati ad ascoltare è la Parola che ci dice che Dio ci ama e che per questo ci chiede di amarlo e di riporre in lui la nostra fiducia.
E che ci dice che amarlo con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la forza e con tutta la mente significa affidarci a lui e con lui andare verso il nostro prossimo per amare anche lui con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la forza e con tutta la mente.
Per imparare questo è necessario ascoltare la sua Parola; perché la nostra volontà sia convertita e diventi simile alla sua è necessario ascoltare la sua Parola; per trovare la forza, la passione e la gioia per fare questo è necessario ascoltare la sua Parola.
Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l'unico SIGNORE.
È l’unico che ti ha amato così tanto da arrivare alla croce di Gesù, per te, per amor tuo e perché tu imparassi a amarlo e ad amare il prossimo.
Ama, dunque. E per amare, ascolta la sua Parola d’amore.