Il Senatore Lucio Malan
"Sul testamento biologico mi sento libero da vincoli di partito"
Alla fine lei ha votato a favore del disegno di legge. Che cosa l'ha convinta?
In che misura la sua appartenenza alla chiesa valdese ha orientato le sue posizioni?
Perché nel sistema politico italiano è così difficile far valere principi di laicità?
Il 3 marzo la Commissiona Affari Costituzionali del Senato ha discusso del “testamento biologico” esprimendo un parere sul disegno di legge proposto dal senatore Raffaele Calabrò. Nel corso del dibattito è intervenuto il Senatore Lucio Malan (PdL). Ecco l'intervista che ha rilasciato all'agenzia NEV.
Senatore Malan, sul tema del "testamento biologico", in sede di Commissioni Affari Costituzionali, lei ha espresso una critica al progetto Calabrò: che cosa non la convinceva?
Il testo è stato scritto con l'intento di chiudere ogni spiraglio a eutanasia e suicidio assistito. In questo modo si è spinto all'estremo opposto, comprimendo il diritto costituzionale a rinunciare a trattamenti sanitari che non si desiderano. Questo approccio emerge in particolare all'articolo 2, comma 2, dove si dice che "l'attività medica ... non può in nessun caso essere orientata al prodursi o consentirsi della morte del paziente, attraverso la non attivazione o disattivazione di trattamenti sanitari ordinari e proporzionati alla salvaguardia della sua vita o della sua salute". Poi c'è l'articolo 1, dove si dice che il diritto alla vita è "indisponibile", un'espressione che - in un testo di legge - non ha ragione d'essere.
Alla fine lei ha votato a favore del disegno di legge. Che cosa l'ha convinta?
Nella Commissione Affari Costituzionali, di cui faccio parte, martedì 3 marzo non si è votato il disegno di legge, ma il parere che su di esso ha proposto il relatore Boscetto. In questo parere, tra l'altro, si chiede la riformulazione dell'articolo 2, comma 2 e si definisce "indefettibile" il diritto alla libera determinazione in materia di salute. Io avrei anche voluto una valutazione negativa sulla questione del diritto alla vita come "indisponibile", ma ho ritenuto importante portare la maggioranza a votare questi due elementi. I voti sul disegno di legge avvengono nella commissione Sanità, di cui non faccio parte, e poi in Aula. Qui ci sarà modo di esprimersi, non solo sugli emendamenti e sul testo che ne risulterà, ma anche sulla costituzionalità, con le modifiche che la Commissione introdurrà, anche alla luce di quanto la mia Commissione ha affermato nel suo parere. Il mio voto in tale sede sarà del tutto libero da vincoli di partito e legato solo al contenuto.
In che misura la sua appartenenza alla chiesa valdese ha orientato le sue posizioni?
Credo che affrontare tutte le questioni con spirito critico e responsabile sia un patrimonio culturale importante del nostro modo di essere evangelici, anche se, naturalmente, non ne abbiamo l'esclusiva. Nello specifico, le prese di posizione della chiesa valdese, per quanto poco riportate dai media, hanno contribuito molto positivamente al dibattito, minando lo stereotipo per cui chi crede ha certe posizioni, relegando altre posizioni ai soli atei. Infine, i messaggi di solidarietà e amicizia che mi sono arrivati da sorelle e fratelli in fede, anche molto autorevoli, mi hanno davvero confortato.
Le posizioni "cattoliche" sono molto visibili nel PD e ne soffre lo spirito laico del principale partito di opposizione. E nel PdL?
C'è chi vorrebbe dare al PdL una posizione, oggettivamente, ma anche dichiaratamente, collaterale al Vaticano. Curiosamente sono soprattutto ex radicali ed ex socialisti a sostenere questa linea. Per mia coerenza, e anche per il bene del partito cui appartengo, spero che l'operazione non riesca e non credo che riuscirà. Lo stesso Berlusconi si è esposto solo al momento del mancato decreto. Proprio ieri mi ha chiamato per parlare di un'altra questione, e non mi ha neppure accennato al testamento biologico, sul quale stavamo per votare in commissione.
Perché nel sistema politico italiano è così difficile far valere principi di laicità?
Per le convinzioni personali di molti, certo, ma anche perché è diffusa l'opinione che la gerarchia cattolica sia in grado di orientare un numero allettante di elettori. D'altra parte, la questione della laicità in sé, termine il cui significato cambia a seconda di chi lo usa, non accende molti cittadini, mentre sulle questioni concrete nelle quali un approccio laico si manifesta c'è molta più attenzione.
All'attenzione della sua Commissione sono anche le Intese: quelle da rivedere - con i valdesi e i metodisti da una parte e gli avventisti dall'altra - e quelle da varare. A che punto siamo?
Proprio in questi giorni stiamo superando un ostacolo, dovuto alla cattiva abitudine dei governi di usare, sia pure con apposite leggi, i fondi dell'8 per mille di spettanza dello Stato come copertura per vari provvedimenti. La commissione bilancio, maggioranza e opposizione, vuole accertare che non si levi la copertura a questi provvedimenti. Ove questo fosse, il governo dovrebbe reperire altrove i fondi per quei fini. Ho parlato con il ministro Vito di questo e spero che supereremo presto lo snodo.
Alcune Intese appaiono più difficili di altre: ad esempio quella con i Testimoni di Geova, in passato bloccata da una cordata politicamente trasversale. Come andrà questa volta?
Non ho mancato occasione per chiedere che tutte le Intese firmate procedano, ricordando che questa è la posizione della chiesa valdese, che già la sua ce l'ha e che sta per avere anche la modifica richiesta. Su questo c'è una attenzione diffusa, (come pure sul problema, che ho sollevato in commissione, che le altre confessioni ricevono i fondi dell'otto per mille in ritardo rispetto alla chiesa cattolica). Confido che si arrivi presto al traguardo.
Tratto da NEV - Notizie evangeliche del 4 marzo 2009
www.fedevangelica.it.
si veda anche: www.chiesavaldese.org
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