E se la Bibbia diventasse un libro “ecologico”? Cioè, se, oltre ai contenuti dove si evidenzia una particolare attenzione alla salvaguardia del creato, venisse edita dalle case editrici su carta riciclata, prendendosi cura di rispettare l’ambiente?
Il testo più diffuso e tradotto al mondo, se fosse pubblicata su carta riciclata, determinerebbe – è opinione diffusa – una significativa “rivoluzione ecologica” nell’editoria mondiale.Pensate solo che, nel 2003, nel mondo sono state diffuse ben 21.406.376 copie della Bibbia: in Europa e Medioriente 2.244.068, in Asia e Pacifico 8.000.438, in America 8.234.874 e in Africa 2.926.996.*
I primi che ci hanno pensato e l’hanno realizzato sono, neanche a dirlo, gli americani della Thomas Nelson Inc. che vi hanno anche apposto il marchio di certificazione della Forest Stewardship Council (FSC), il quale attesta che i prodotti ricavati dal legno sono gestiti in maniera corretta e responsabile. Su questo esempio anche altri editori stanno provando a fare altrettanto con libri religiosi. Ciò dovrebbe succedere anche da noi: «La Bibbia verde statunitense», spiega Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace, «è il traguardo simbolico a cui dovrebbe tendere anche l’Italia, culla del cattolicesimo. Per una persona religosa questo significa professare il proprio credo rispettando il creato e tutti quelli che lo popolano»**.
* Dati a cura dell’Alleanza Biblica Universale, citati in www.rifiutinforma.it/page/news/2007/dic_nes.html
** www.rifiutinforma.it/page/news/2007/dic_nes.html
citazione da:
Davide Pelanda, La Chiesa e i Rifiuti. Tra teologia e pastorale dell’immondizia,
Prefazione di Brunetto Salvarani, Effata’ Editrice, 2009, Cantalupa (TO), p. 14.
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