Biella, 23
ottobre 2016 -
culto con scuola domenicale
Lettura:
Isaia 55,6-11
preghiera
cercate
Dio, trovatelo e fate di lui una forza nella vostra vita
senza
di lui tutti i nostri sforzi si riducono in cenere
e
le nostre aurore diventano più oscure delle notti
senza
di lui, la vita è un dramma senza senso a cui mancano le scene
decisive.
Ma
con lui possiamo passare dalla fatica della disperazione, alla
serenità della speranza.
Con
lui possiamo passare dalla notte della disperazione all’alba della
gioia. Amen (Martin Luther King)
Canto
La
chiamata di Samuele
due
settimane fa abbiamo avuto il primo incontro di scuola domenicale; in
questi primi incontri leggiamo dei racconto dalla Bibbia –
ovviamente – e in particolare dall’Antico Testamento, in cui si
racconta…. La storia del popolo di Israele, cioè del popolo di
Gesù, prima che nascesse
Gesù, molto tempo prima. Abbiamo iniziato a leggere la storia
di una persona che è stata importante per questo popolo: il suo nome
è … Samuele.
In
realtà abbiamo raccontato anche un po’ che cosa è successo prima
che Samuele nascesse, e cioè che sua mamma – che si chiamava Anna
- desiderava tanto un figlio ma non riusciva ad averne. Una volta
all’anno lei e suo marito andavano a una festa in un santuario (un
posto dove si andava per pregare) e lì c'era un sacerdote di nome
Eli.
Eli
vede che Anna era molto triste e Anna le dice che è triste perché
vorrebbe avere un figlio ma non ci riesce. Eli le fa coraggio, le
dice vedrai che prima o poi un figlio arriverà. Anna dice a Eli che
se avesse avuto un bambino, lo avrebbe portato da lui al santuario
perché vivesse con Eli e lo aiutasse. E grazie a Dio le cose vanno
bene, perché Anna ha un bambino – il nostro Samuele. Appena
Samuele è cresciuto un po’ Anna lo porta a Eli e lo lascia con
lui.
Anna
aveva anche fatto la promessa che non avrebbe tagliato i capelli di
Samuele, come segno che Samuele era un servo di Dio. Così Samuele è
un ragazzino con lunghi capelli e aiuta Eli in tutto il lavoro che
c’è in quel santuario. Una sera, Eli era già a letto e anche
Samuele va a dormire, si addormenta ma dopo un po’ succede una cosa
strana...
Animazione
Cestino con biglietti con i nomi dei bambini. Ogni bambino prende un
bigliettino e chiama ad alta voce il nome che c’è scritto
Lettura:
1 Samuele 3,4-10.19-21
Questo
racconto ci dice due cose:
La
prima è che Samuele è un profeta: che cos’è un profeta nella
Bibbia? Profeta significa che Dio gli parla e Samuele deve riferire
ciò che Dio gli dice al popolo d’Israele. Da ora in poi Samuele
avrà questo compito: riferire al popolo quello che Dio gli dice.
Attraverso Samuele Dio parla a Israele proprio come aveva fatto con
Mosè.
E
noi? Probabilmente Dio non ha parlato direttamente a nessuno di noi e
nessuno di noi è un profeta. Quindi questo che cosa vuol dire? Che
Dio non ci parla? In qualche modo, Dio ci parla. E che modo ha scelto
Dio per parlarci? Ha scelto delle persone che poi hanno scritto delle
cose, e queste cose che hanno scritto sono raccolte … nella Bibbia!
Dio parla anche a noi attraverso la Bibbia. È per questo che a
scuola domenicale leggiamo la Bibbia e che al culto leggiamo la
Bibbia, perché crediamo che attraverso questi antichi racconti Dio
ci voglia parlare, Dio ci voglia dire qualcosa.
Anzi,
leggendo la storia di Dio che chiama Samuele possiamo dire che Dio
non solo ci parla attraverso la Bibbia, ma che Dio ci chiama
attraverso la Bibbia. Come ha chiamato Samuele, Dio chiama anche noi.
Samuele ha sentito la sua voce, noi no, noi sentiamo le parole che ci
vengono dalla Bibbia, dalla Bibbia Dio ci chiama e vuole dare anche
noi un compito come ha dato a Samuele.
Ogni
racconto biblico ci dice qualcosa su che cosa Dio vuole da noi. Per
questo noi leggiamo la Bibbia. È per questo che ora leggiamo ancora
un racconto dalla storia di Samuele, una storia che succede un po’
di anni dopo, quando Samuele è già grande ed è un grande profeta
conosciuto in tutto il suo popolo.
Canto
Lettura
1 Samuele 8,10-20
Il
popolo d’Israele ai tempi di Samuele non aveva un re. Dio sceglieva
degli uomini che metteva a capo del popolo quando ce n’era bisogno
o quando c’era un problema da risolvere. Si chiamavano “giudici”
ma erano anche capi militari.
E
quindi non c’era un re, non c’era una monarchia, non c’era una
dinastia. Perché il re era Dio, non ce n’era bisogno di un altro.
E invece ora Israele vuole un re e quindi Dio ci rimane male, perché
si sente rifiutato. Ci aspetteremmo che Dio si arrabbiasse con
Israele e dicesse “assolutamente no, un re non ve lo darò mai”.
E invece… Dio dice a Samuele: il popolo vuole un re? Tu dagli pure
un re. Ma Israele deve sapere che vuol dire avere un re.
Abbiamo
letto un brano di questo racconto. Che cosa dice Dio a Israele? Dice
che il re che tanto desiderano…
«Questo
sarà il modo di agire del re che regnerà su di voi. Egli prenderà
i vostri figli e li metterà sui carri e fra i suoi cavalieri …
li metterà ad arare le sue terre e a mietere i suoi campi...Prenderà
le vostre figlie per farsene delle profumiere, delle cuoche,
delle fornaie. Prenderà i vostri campi, le vostre vigne, i
vostri migliori uliveti per darli ai suoi servitori. Prenderà la
decima delle vostre sementi e delle vostre vigne … Prenderà
i vostri servi, le vostre serve, il fiore della vostra gioventù
… Prenderà la decima delle vostre greggi e voi sarete suoi
schiavi.
Qual
è la parola (il verbo) che incontriamo tante volte in questo
racconto? Prenderà. Il re prenderà i vostri figli, le vostre
figlie, i vostri campi, le vostre vigne, i vostri uliveti… Il re
che Israele vuole avere prenderà. Israele deve saperlo, deve sapere
a che cosa va incontro. Dio era il vero re d’Israele, ed era un re
che dava. Il re che
Israele vuole avere sarà un re che prende.
Dio
ha dato a Israele la libertà, la terra, la legge… Il re che
Israele vuole avere prenderà dal popolo tutte le cose che abbiamo
sentito. Eppure Dio lascia che Israele abbia un re. Il primo re
d'Israele si chiamerà Saul. Potremmo dire che Dio lascia
libero Israele ma gli dice quali sono le conseguenze delle sue
scelte.
Dio
fa così anche con noi: ci lascia liberi di prendere le nostre
decisioni, ma ci avverte delle conseguenze delle nostre scelte o ci
chiede almeno di pensare a quali sono le conseguenze delle nostre
scelte. Essere liberi, vuol dire essere responsabili di ciò che si
decide.
Essere
liberi è una cosa bellissima, ma qualche volta vuol dire anche
essere liberi di sbagliare. Israele sbaglia, ma Dio lo lascia libero
di sbagliare. Infatti Israele insiste e non ascolta quello che Dio
gli ha detto attraverso Samuele.
Insiste
perché? Perché vuole essere come gli altri popoli. Quando Samuele
dice al popolo tutto quello che il re farà, tutto quello che
prenderà, Israele risponde: «No! Ci sarà un re su di noi;
anche noi saremo come tutte le nazioni». Israele vuole essere come
gli altri popoli. Tutti hanno un re, perché non devo avere anch’io
un re? Voglio essere come gli altri.
Anche
a noi capita a volte di voler essere come gli altri. Ma non sempre
voler essere come gli altri è una cosa buona. A volte è meglio
essere diversi. Non è detto che la maggioranza abbia ragione. A
volte la maggioranza sbaglia.
Dio
vuole che decidiamo in base a quello che lui ci insegna, non in base
alla maggioranza. Non è sempre giusto uniformarsi alla maggioranza,
anche se a volte è più comodo. A volte è necessario far parte
della minoranza, a volte è necessario avere il coraggio di andare
controcorrente.
Vedete
che questa antica storia – vecchia forse di 2.500 anni! - ha
qualcosa da insegnarci? dall’errore di Israele che vuole avere un
re per essere come gli altri popoli, impariamo qualcosa. Impariamo
che non è sempre giusto fare quello che fanno tutti, quello che fa
la maggioranza. Dobbiamo pensare con la nostra testa, scegliere
liberamente che cosa è più giusto. In che senso Dio ci aiuta a
scegliere? Non dicendoci esattamente che cosa dobbiamo fare, ma per
esempio dicendoci che è meglio scegliere quello che è più giusto,
piuttosto che quello che è più comodo.
Scegliere
quello che non fa male agli altri, piuttosto quello che potrebbe far
male a qualcuno. Oppure meglio ancora, scegliere di fare quello che
fa del bene agli altri, piuttosto di scegliere di rimanere
indifferenti. Ecco quello che ci insegna questo racconto. Israele
avrà un re, come voleva avere, ma vedremo che Dio non rinuncerà a
continuare a occuparsi del suo popolo e continuerà a parlargli e a
provare ad aiutarlo, anche dopo che ha preso decisioni sbagliate.
Canto
Animazione:
Dio chiama anche noi
prima
di concludere il nostro culto, vogliamo tornare al tema che abbiamo
toccato all’inizio: Dio parla anche a noi, Dio chiama anche noi. A
scuola domenicale abbiamo fatto questo cartellone con i nomi dei
bambini, per simboleggiare Dio che ci chiama e pronuncia i nostri
nomi. Ma oggi che siamo tutti insieme, vogliamo aggiungere tutti i
nostri nomi a questo cartellone, perché Dio chiama anche tutti e tutte noi.
(Si
distribuiscono cartoncini colorati e pennarelli e ognuno/a scrive il
proprio nome – i bambini li incollano sul cartellone che si unisce
a quello già fatto a scuola domenicale)
Raccolta
offerte e avvisi
Preghiera
finale
Che
Dio ti dia
per
ogni tempesta un arcobaleno,
per
ogni lacrima, un sorriso
per
ogni affanno, una promessa
e
una benedizione per ogni prova.
Per
ogni problema che la vita ti mette davanti,
che
Dio ti dia un fedele amico col quale condividerlo.
Per
ogni sospiro, una dolce musica
e
una risposta a ogni preghiera.
Padre
Nostro
canto
Benedizione
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