La
Bibbia parla molto del Regno di Dio. Ogni testo che parla del Regno
dice cose un po’ diverse, perché il regno ha tanti aspetti e un
singolo brano biblico non può raccontarli tutti.
Quindi,
per prepararci al culto di oggi, ne abbiamo letti diversi, per la
precisione sei: sei testi che parlano del Regno di Dio e per ciascuno
di essi, abbiamo cercato una parola o un'espressione che potesse
riassumere quello che quel brano dice del regno.
È
importante infatti che ciò che leggiamo nella Bibbia ci faccia
riflettere, ci faccia pensare. Questo è il modo in cui la Bibbia –
nella quale incontriamo la Parola di Dio – agisce dentro di noi,
facendoci riflettere su ciò che ascoltiamo e così cambiandoci e
cambiando la nostra vita.
Quindi
oggi vi proponiamo sei parole, o sei espressioni, che ci aiutino a
riflettere nei prossimi giorni.
Marco
1,14-15
Dopo
che Giovanni fu messo in prigione, Gesù si recò in Galilea,
predicando il vangelo di Dio e dicendo: «Il tempo è compiuto e il
regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo».
La
prima parola che incontriamo, proprio all’inizio della predicazione
di Gesù, è CAMBIAMENTO.
Gesù dice “ravvedetevi”, però noi abbiamo detto che nel testo
originale c’è una parola greca che significa “cambiare mente”.
La
parola “ravvedetevi” oggi noi la intendiamo in senso morale: “sei
stato cattivo, devi diventare bravo”. Ovvio che diventare bravi non
è mai sbagliato, ma la parola che dice Gesù vuole dire molto di
più: vuol dire: cambia vita, cambia modo di pensare, cambia
orizzonte.
Questa
è la prima parola che Gesù pronuncia pubblicamente. Gesù annuncia
un tempo nuovo: “il tempo è compiuto, il Regno di Dio è vicino”.
È vicino perché è arrivato Gesù, Gesù è vicino e se Gesù è
vicino cambia tutto, cambia la vita, cambiano le regole della vita,
cambia il modo di vedere Dio e di vedere il prossimo.
“Credete
al vangelo”: ecco il primo cambiamento: credete al vangelo – dice
Gesù – credete cioè alla buona notizia che Dio vi ama e credete
che io (Gesù) sono venuto per dirvelo e per dimostrarvelo.
Dio
vi ama, Dio vi perdona, Dio guarisce e libera, Gesù è venuto a fare
e a dire tutto questo. c’è solo bisogno di crederci, cioè di
fidarsi e di affidarsi.
Il
primo cambiamento è fidarsi, credere al vangelo. Il secondo è che
se Dio ama me, ama anche te e vuole che io – che sono amato da Dio
– amo te – che sei amato da Dio come me.
Il
secondo grande cambiamento è che l’altro è il mio prossimo e non
il mio avversario. Dio mi chiede di guardare l’altra persona non
con gli occhi dell'invidia, della gelosia, del rancore, ma con gli
occhi del fratello o della sorella.
Cambiamento
o cambiate mente. Ecco la prima parola che ci insegna che cosa è il
Regno di Dio. Quando il regno è vicino – quando Gesù è vicino –
nulla è più come prima, Dio è amore e l’altro è il mio
prossimo.
Matteo
5,1-12
Gesù,
vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi
discepoli si accostarono a lui, ed egli, aperta la bocca, insegnava
loro dicendo:
Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.
Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.
Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.
Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.
Le
beatitudini ci parlano del Regno di Dio e ci dicono per chi è il
Regno di Dio. Del regno si parla due volte, ma abbiamo detto che
tutte le affermazioni che seguono ogni beatitudine in realtà ci
parlano del Regno di Dio: quando Gesù dice «Beati
quelli che sono afflitti, perché saranno consolati» intende dire:
saranno consolati da Dio, nel suo regno.
E
quindi una parola che ci hanno suggerito le beatitudini è
“CONTRARIO”,
perché
per chi soffre, per chi piange, per chi sta male, per chi è povero
il Regno di Dio è il contrario della situazione che sta vivendo.
Gesù
non vuole che le persone piangano, soffrano, ecc. quindi proprio a
loro promette di rovesciare la loro situazione.
Chi
è afflitto, sarà consolato. Ma poiché chi è afflitto sarà
consolato e sa che sarà consolato, perché è Gesù che lo dice, è
già beato ora, perché riceve questa promessa. Beato non vuol dire
che va tutto bene, ma vuol dire che le cose smetteranno di andare
male.
E
poi però ci sono altre beatitudini che non parlano del contrario,
per esempio: «Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia
sarà fatta».
Qui
non è il contrario, qui Gesù parla di chi vive in COERENZA
con il Regno di Dio, potremmo dire che vive come Dio vuole: poiché
il Regno di Dio è il regno della misericordia, del perdono, chi sa
perdonare e essere misericordioso vive già ora il regno.
Così
è per chi si adopera per la pace, per chi è mansueto… chi si
comporta così – e noi ogni volta che riusciamo a vivere così -
vive già frammenti del regno e quindi è beato.
Matteo
6,31-33
Non
siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di
che ci vestiremo?" Perché sono i pagani che ricercano tutte
queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte
queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte
queste cose vi saranno date in più.
Alla
fine del suo discorso sulle preoccupazioni, Gesù pronuncia questa
frase: «Cercate
prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno
date in più».
Questa frase, detta così, tra molte altre cose ci sorprende quasi.
Gesù ci dice che cosa cercare: il Regno e la giustizia di Dio.
La
parola “regno” già dice tantissimo, eppure Gesù sente il
bisogno di aggiungere un’altra parola, un’altra cosa che dobbiamo
cercare nella nostra vita di tutti i giorni: la giustizia, la
giustizia di Dio.
La
parola che più si avvicina al senso profondo del regno è giustizia.
Se
nel mondo vi fosse giustizia – cioè se tutti fossero liberi, se
tutti potessero vivere in pace, se tutti avessero gli stessi diritti
e nessuno fosse oppresso o discriminato - allora il mondo sarebbe
molto diverso e sarebbe quasi come lo vuole Dio.
Ma
la giustizia di Dio è ancora di più della migliore giustizia che
possiamo immaginarci. La giustizia di Dio è quel “di più” di
amore e di perdono di cui ci parlano le beatitudini.
Cercare
la giustizia è già molto, cercare la misericordia, la mansuetudine,
la pace, ecc è cercare quel di più che è la giustizia di Dio che
Gesù ci ha insegnato.
Matteo
13,24-30
Egli
propose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è
simile a un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo. Ma
mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le
zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. Quando l'erba germogliò ed
ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. E i servi del
padrone di casa vennero a dirgli: "Signore, non avevi seminato
buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?"
Egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo". I servi gli
dissero: "Vuoi che andiamo a coglierla?" Ma egli rispose:
"No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme
con esse il grano. Lasciate che tutti e due crescano insieme fino
alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò ai mietitori:
'Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il
grano, raccoglietelo nel mio granaio'"».
Gesù
per parlare del Regno di Dio ha raccontato tante parabole. Noi ne
leggiamo tre, molto brevi. La parabola delle zizzanie è conosciuta e
ci dice una cosa semplice.
Il
Regno di Dio nella nostra vita, non è separato da tutto il resto
della nostra vita, ma anzi è mescolato con tutto il resto, proprio
come in quel campo le erbe buone sono mescolate con le erbacce: per
questo abbiamo scelto la parola “MIX”,
per dire che il Regno di Dio è mescolato al resto.
Il
bene è mescolato al male – anche dentro di noi; il perdono che
ogni tanto riusciamo a dare è mescolato all’incapacità di
perdonare che spesso invece prevale; la generosità è mescolata
all’avarizia, e così via.
Il
mondo non è in bianco e nero, buoni di qui e cattivi di là, il
mondo è fatto di mescolanze di tanti colori, belli e brutti.
E
la parabola di Gesù ci chiede di non voler separare ciò che è
mescolato, perché ci penserà Dio a separare. Perché se volessimo
fare noi i giudici, sicuramente strapperemmo anche l’erba buona
insieme a quella cattiva.
Dobbiamo
per il momento accettare che il Regno di Dio sia mescolato a tutto il
resto, sia ostacolato da ciò che gli è contrario, sia a volte anche
un po’ soffocato dalle erbacce della malvagità umana.
Quel
che conta è che il Regno di Dio – cioè Dio - c’è ed è
all’opera. Ed è quello che ci racconta la prossima parabola
Matteo
13,31-32
Egli
propose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è
simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo
campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi; ma, quand'è
cresciuto, è maggiore degli ortaggi e diventa un albero; tanto che
gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami».
Leggendo
questa parabola, ci è subito venuta in mente la parola “piccolo”.
È piccolo il seme di senape che l’uomo della parabola mette nel
terreno.
Ma
poi diventa grande, e allora abbiamo scelto l’espressione: “DA
PICCOLO A GRANDE”.
Che cosa ci dice questa parabola? Ci dice che il Regno di Dio non si
nota, non si vede, è come un piccolo seme, che poi viene messo nella
terra e quindi scompare.
Ma
poi, ciò a cui quel piccolo seme dà vita è un grande albero, una
cosa molto più grande del piccolo semino di partenza. Un piccolo
seme produce un frutto così grande.
E
la parabola non ci dice soltanto che quell’albero è grande, e
magari è anche bello. Ci dice che quell’albero è utile, perché
gli uccelli possono andare a ripararsi tra i suoi rami.
Così,
l’azione di Dio è invisibile, non si vede, come il seme nesso
sotto terra. Ma gli effetti di questa azione sono grandi e sono
utili, danno riparo e forza e speranza a tante persone.
Anche
Gesù era solo un piccolo uomo, che è stato maltrattato ed è finito
anche male.
Ma
quante persone hanno avuto e hanno fiducia in lui e quante vite sono
state trasformate dall'incontro con lui?
Ancora
oggi, Dio agisce attraverso la sua Parola, attraverso queste storie
che noi rileggiamo e ascoltiamo. Sono solo storie antiche, ma noi
crediamo che queste storie, come un seme seminato dentro di noi,
possano cambiare la nostra vita.
Disse
loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito che
una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta
sia tutta lievitata».
L’ultima
parabola ci dice una cosa simile alla precedente, ma con una
sfumatura diversa: qui Gesù mette l’accento sul fatto che il
lievito è NASCOSTO.
Il
Regno di Dio è come il lievito che fa lievitare la pasta. Quando è
mescolato con la pasta il lievito non si vede più, però c’è, e
agisce, e la pasta quando è lievitata non è più uguale a com’era
prima.
Così
è – lo dicevamo prima – l’azione di Dio, della sua Parola,
dell’evangelo: è nascosta, non si vede mentre agisce, si vedono
gli effetti, i frutti come l’albero della senape, come la pasta
lievitata.
Quando
dunque a volte ci viene da chiederci: “ma Dio dov’è? Che cosa
fa?”, possiamo ripensare a questa parabola: Dio è nascosto, la sua
azione non si vede ma c’è e – grazie a Dio! - qualche volta se
ne vedono gli effetti:
quando
le cose cambiano e quando noi cambiamo; quando c’è giustizia;
quando c’è misericordia; quando qualcuno lavora per la pace,
quando gli afflitti vengono consolati e gli affamati vengono saziati…
E
agisce mescolandosi alla nostra umanità, servendosi della nostra
umanità, facendosi strada attraverso e nonostante le nostre colpe e
la nostra piccolezza.
Il
Regno di Dio è Dio che regna già oggi su di noi attraverso la sua
parola che trasforma la nostra vita e il nostro mondo.
Per
questo noi lo ringraziamo e gli chiediamo: “venga il tuo regno”,
come ci ha insegnato Gesù: venga il
tuo regno nelle
nostre vite e venga per tutta l’umanità.
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