Paschetto con Marisa Sappé nello spettacolo «I Vanzetti»
È morto Delio Paschetto,
il presidente del Gruppo Teatro Angrogna
Un grave lutto ha colpito il Gruppo teatro Angrogna. Il suo presidente è mancato la settimana scorsa. Un suo ricordo nelle parole di una compagna in teatro.
Maura Bertin
Delio Paschetto, il presidente del Gruppo Teatro Angrogna, il nostro presidente non c’è più. Era stato Brogi in «Café Liberté», Giaque in «Fort Village», Matazone in «Jongleurs», papà Vanzetti nella sua ultima rappresentazione il 29 novembre scorso a Bibiana. Delio è morto a 58 anni e a soli 9 mesi dal conseguimento della pensione, dopo aver lottato contro un tumore aggressivo e crudele.
«Delio è morto»: così, in maniera sconcertante e brutale, alcuni di noi, riuniti a Bagnolo Piemonte per un concerto in memoria dell’eccidio del Villar, hanno appreso la triste notizia. Incredulità, sgomento, rabbia e commozione. Pochi minuti prima che si aprisse il sipario, fortemente scossi, abbiamo pianto e poi con il cuore gonfio affrontato il pubblico. Abbiamo pianto un caro amico, un formidabile compagno di scena con il quale per tanti anni si sono condivise, oltre che i successi sul palcoscenico, anche occasioni conviviali, opportunità di trasferte e tournée, momenti di difficoltà.
Sul palcoscenico Delio ha sempre preso con molta serietà e impegno il compito dell’attore e il ruolo assegnatogli: dalla lettura del testo, allo studio sul personaggio e infine all’interpretazione. Fare teatro era la sua grande passione: aveva cominciato nella sua San Secondo di Pinerolo, dove nella seconda metà degli anni ‘70 aveva fondato il Gruppo teatro aperto. Da 15 anni era felice di far parte di un altro «Gta».
Nelle trasferte e nelle tournée Delio era quasi sempre alla guida di un pulmino: puntuale, tranquillo e sicuro, da quel provetto istruttore di scuola guida quale era nella quotidianità del suo lavoro. L’ultima lunga gita è stata a fine aprile in Danimarca per incontrare gli amici del Rogen Théater e rappresentare «I Vanzetti».
Delio, il presidente del Gta, uomo calmo e di poche parole, non impulsivo, che amava la tranquillità, che si sentiva a disagio nel dover condurre riunioni e dibattiti vivaci o concitati, riflessivo nel prendere decisioni a volte ponderose. Delio amava la compagnia e lo stare insieme, si trovava a suo agio anche quando il Gruppo si ritrovava attorno a un tavolo a cantare, nonostante lui tanto intonato non fosse!
Delio lo voglio ricordare in scena in «Jongleurs», nella parte del giullare Matazone quando, dopo la tortura, è in attesa di essere condotto al rogo. Nell’incubo rivede, come in sogno, i compagni di avventura Golias e Sbilla che lo chiamano: «Dai Matazone, alzati! », «Su, unisciti a noi!». «Non posso, non mi reggo in piedi». «Matazone, tra poco si comincia! Forza, alzati, la recita sta per iniziare, tocca a te!». «E va bene, arrivo».
tratto da: www.riforma.it
(consultato su internet in data: venerdì 7 gennaio 2009 ore 14.20).
Riforma - L'Eco delle Valli Valdesi,
anno XVII, numero 1
- 9 gennaio 2009, p. 13.
Nessun commento:
Posta un commento