giovedì 8 gennaio 2009

"Basta con l'idolatria del denaro". Wolfgang Huber accusa il numero uno della Deutsche Bank

Roma (NEV), 7 gennaio 2009 - È gelo tra il vescovo luterano Wolfgang Huber, presidente della Chiesa evangelica tedesca (EKD), e il capo della Deutsche Bank, il top-manager Josef Ackermann, accusato qualche giorno fa di una nuova forma di "idolatria del denaro". La critica del vescovo Huber al superbanchiere arriva dalle colonne della "Berliner Zeitung": nel suo messaggio natalizio Huber, di fronte alla recente crisi economica, punta il dito sulla dilagante "cultura dell'avidità" dei potenti della finanza. Invece, il Natale dovrebbe essere anche per i manager occasione di riflessione per una nuova semplicità e per un ritorno ai valori durevoli della vita, afferma Huber che rappresenta 25 milioni di protestanti in Germania, augurandosi una più netta distinzione tra Dio e denaro. In questo contesto Huber attacca direttamente Ackermann che avrebbe auspicato per il gruppo creditizio che presiede il raggiungimento di un rendimento del 25%. Un concetto questo, che non è piaciuto a Huber, e che non vorrebbe sentire "mai più", anche perché nella sua essenza è paragonabile alla "danza idolatrica intorno al vitello d'oro". La risposta della Deutsche Bank non si è fatta attendere: l'accusa è stata respinta e definita "inappropriata nella forma e nella sostanza".
In seguito alla diatriba è intervenuto nella vicenda il vice cancelliere tedesco Frank-Walter Steinmeier. Al settimanale "Welt am Sonntag" dello scorso 28 dicembre, ha dichiarato: "Ai primi di gennaio inviterò vescovi e manager di punta a mettersi intorno a un tavolo per parlare di cosa è andato storto e di dove ci può portare una nuova riflessione su questi temi". Ribadendo tuttavia il suo punto di vista, Huber si è già detto aperto al dialogo.

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