"Sia santificato il tuo Nome"

“Sia santificato il tuo nome” (Matteo 6,9c)

Nella prima richiesta del Padre Nostro noi non chiediamo qualcosa per noi, ma qualcosa che riguarda Dio: sia santificato il tuo nome. Ed è così anche nella seconda e terza richiesta: venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà. Solo dopo iniziano le richieste che riguardano i credenti: dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimettici i nostri debiti, non ci esporre alla tentazione, liberaci dal male.
Spesso quando pensiamo alla preghiera, noi pensiamo a chiedere a Dio qualcosa di cui noi abbiamo bisogno; il Padre Nostro ci insegna che nella preghiera il chiedere per noi non è la prima cosa. Ci insegna che noi non siamo la prima cosa, non siamo la parte più importante della preghiera, la parte più importante, quella che viene per prima, è Dio. 
Non ci si può rivolgere a Dio e subito cominciare a svuotargli addosso il sacco delle nostre necessità, di ciò di cui abbiamo bisogno, dei nostri desideri, dei nostri problemi. Il nostro “io” deve prima di tutto lasciare spazio a Dio. 
“Sia santificato il tuo nome”. È una frase che a prima vista non è molto chiara; il suo significato dobbiamo andarlo a cercare nella lingua e nella fede di Gesù, cioè nella lingua e nella fede ebraica. Dobbiamo chiederci che cosa significava il “nome” e che cosa significava “santificare” per un ebreo del tempo di Gesù.
Iniziamo dalla fine, dal nome: il nome nell’Antico Testamento, che era la Bibbia di Gesù, è una cosa molto importante, i nomi delle persone hanno quasi sempre un significato preciso che dice qualcosa di importante della persona che lo porta. Pensiamo al nome di Gesù, che significa “Dio salva”.
Anche dare il nome è un gesto molto importante; è un gesto che esprime una certa autorità su quello a cui si dà il nome: Dio, che è il creatore, dà il nome a tutto ciò che crea: “Dio chiamò la luce “giorno” e le tenebre “notte””, dice la Genesi. Dio infatti è il Signore della creazione, è lui che dà la vita a tutto ciò che vive. 
A volte Dio cambia nome alle persone, per esempio ad Abramo, che diventa Abraamo, che significa “padre di una moltitudine”, perché Dio gli aveva promesso una discendenza numerosa come le stelle del cielo. Un cambiamento del nome esprime quindi un cambiamento di vita. 
Quale è il nome di Dio? In Esodo 3,14 quando Mosè chiede a Dio il suo nome, Dio dice di chiamarsi “io sono colui che sono”. E poi dice che il suo nome è “Io sono”, che in realtà sono le quattro lettere (tetragramma) con cui nell’AT è indicato il nome di Dio. 
Un nome impronunciabile, perché sono solo consonanti, le vocali, se c’erano, si sono perse, perché nel testo biblico non sono scritte e gli ebrei non hanno mai pronunciato questo nome, dicendo, quando incontravano questa parola, Adonai, cioè Signore.
E quindi sono vere due cose che sembrano contrarie: che Dio ha un nome, affinché noi lo possiamo chiamare, e che questo nome però è impronunciabile, perché non possiamo racchiudere Dio in un nome, non possiamo pensare di conoscerlo completamente.  
Il nome di Dio significa quindi Dio stesso, la sua presenza. Dicendo a Mosè che egli è l’ “Io sono” Dio non dice un nome che noi possiamo possedere e di cui possiamo disporre, ma un nome che possiamo comunque invocare. “Io sono” vuol dire io ci sono, sono accanto a te. “Io sono colui che sono (o che sarò)” vuol dire che Dio rimane se stesso, cioè rimane fedele a se stesso e alle sue promesse.
Dunque, Dire “sia santificato il tuo nome” è uguale a dire “sia Tu santificato”. Dobbiamo ora vedere che significa l’altra parte, laddove diciamo che il nome di Dio, cioè Dio stesso, deve essere santificato. “Santificare” deriva da “santo”. Dio, dice la Bibbia, è santo. 
Che cosa vuole dire santo? Che cos’è la santità di Dio? Santo significa “separato”. Dio è separato dall’umanità perché è Dio e non un uomo. Ma come cristiani sappiamo che questo Dio santo e separato ha scelto di “sporcarsi le mani” assumendo l’umanità in Gesù di Nazaret, incarnandosi. 
Separato non vuol quindi dire che non ha contatti con chi è dall’altra parte, tutt’altro. Anche nell’AT Dio parla continuamente e dialoga con il suo popolo e i suoi rappresentanti. In Gesù viene a farlo di persona.
Separato nel senso di diverso, di altro rispetto a noi. Vuol dire che Dio è vero, mentre noi spesso siamo falsi, che Dio è giusto, mentre noi spesso siamo ingiusti; che Dio è misericordioso,, mentre noi spesso siamo impietosi. Che di Dio ci si può fidare, mentre di noi spesso non ci si può fidare. Santificare Dio, o il nome di Dio, vuol dire riconoscere tutto questo.
C’è un testo nella Bibbia, nell’Antico Testamento, che ci fa vedere un esempio molto chiaro di che cosa si intenda per “sia santificato il tuo nome”. 
È un testo del profeta Ezechiele in cui questo profeta porta un messaggio del Signore al popolo d'Israele che è in esilio in Babilonia: Ezechiele 36,22-24: 
“Così parla DIO, il Signore: Io agisco così, non a causa di voi, o casa d'Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni dove siete andati. Io santificherò il mio gran nome che è stato profanato fra le nazioni, in mezzo alle quali voi l'avete profanato; e le nazioni conosceranno che io sono il SIGNORE, dice il Signore, DIO, quando io mi santificherò in voi, sotto i loro occhi. Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese”
In questo testo dunque è Dio stesso che santifica il suo nome, e lo santifica compiendo un’azione di liberazione, liberando il suo popolo dall’esilio e facendolo ritornare nella sua terra. Il popolo d'Israele ha profanato il nome di Dio - profanare è il contrario di santificare e vuol dire offendere - ora Dio lo santifica con questa azione liberatrice; così facendo le nazioni conosceranno che Dio è Dio e conosceranno in che cosa consiste la giustizia di Dio, cioè nel fatto che vuole libertà.
Dio santifica il suo nome liberando, quindi in questo caso è la libertà che santifica il nome di Dio. Quando il Signore restituisce libertà agli esseri umani che non sono liberi, il suo nome viene santificato, perché in questa azione Dio dimostra di essere Dio, perché il Dio in cui crediamo è un Dio che libera.
Infatti in Gesù Cristo Dio ha costantemente santificato il suo nome, perché Gesù ha continuamente liberato le persone che incontrava: le ha liberate dalla malattia, dall’emarginazione, e soprattutto dal peso della colpa, attraverso la sua morte e resurrezione.
C’è un altro esempio di come viene santificato il nome di Dio che è importante citare: nel libro del Levitico, cioè nel libro della legge, troviamo queste parole che il Signore rivolge al suo popolo: Levitico 22,31s. “Osserverete dunque i miei comandamenti e li metterete in pratica. Io sono il SIGNORE. Non profanerete il mio santo nome, affinché io sia santificato in mezzo ai figli d'Israele”. Il popolo che osserva i comandamenti di Dio santifica il suo nome, quando il popolo non osserva i suoi comandamenti, invece, profana il nome di Dio.
Qui è l’obbedienza alla volontà di Dio che santifica il suo nome. Quando il credente osserva la volontà di Dio vuol dire che lo riconosce come Dio. E non basta certo riconoscerlo con le parole, ma è necessario riconoscerlo con la vita. E qui di nuovo vediamo che in Gesù Dio ha davvero santificato il nome di Dio, perché ci ha dato libertà e ci ha chiesto obbedienza. 
Proprio come con Israele, Dio santifica il suo nome in Cristo dando anche a noi libertà e chiedendo anche a noi ubbidienza, tutte e due le cose – libertà e obbedienza - per il nostro bene. 
Il nome di Dio si può anche non santificare, quando ne si abusa, quando lo si usa male e quando lo si usa a sproposito. 
Uno dei casi, purtroppo accaduto molte vole nella storia, in cui si profana e bestemmia il nome di Dio è quando lo si usa per combattere qualcuno, per fare la guerra. Il suo nome diventa una bandiera, una tra le tante, si fa finta che Dio sia dalla nostra parte (ovviamente non da quella di chi non la pensa come noi...!), si mente dicendo che Dio è con noi (come i nazisti, che portavano “Gott mit uns”) sulla cintura, lo si maltratta. (Forse conoscete la canzone di Bob Dylan “With God on our side”...)
Uno dei casi in cui si usa il nome di Dio invano o in cui non lo si santifica, ma anzi si offende il nome di Dio, è l’atteggiamento di molti cristiani che trattano Dio come una decorazione. Che si ricordano di lui e lo “tirano fuori” solo quando serve che appaia, in genere in riti come battesimi, matrimoni, ecc. e poi basta non serve più.
Questo non è santificare il nome di Dio. Dio vuole che tutti i giorni noi gli diamo spazio nella nostra vita, tutti i giorni vuole essere riconosciuto come Dio e annunciato come il Dio misericordioso.
Il catechismo di Heidelberg commentando questa richiesta del Padre Nostro dice che dire “sia santificato il tuo nome” vuol dire chiedere a Dio di darci di conoscerlo e lodarlo e poi:
“in secondo luogo, anche di orientare tutta la nostra vita, pensieri, parole e opere in modo che il tuo nome per causa nostra non venga bestemmiato, ma onorato e lodato”.
Dio non ha bisogno di noi per essere santo. Ha bisogno di noi perché la sua santità – cioè la sua verità, la sua misericordia,la sua giustizia, ecc. - venga conosciuta e fatta conoscere, in ciò che pensiamo, in ciò che diciamo e in ciò che facciamo.
Paolo Ricca scrive: “... che la nostra vita diventi uno specchio che riflette alcuni raggi della grande luce di Dio, che rifletta pace, serenità, forza interiore, riconciliazione con sé e con glia altri, fiducia, speranza, in modo che Dio non ha più bisogno di essere nominato perché la su luce appaia […] diventare almeno un po’ trasparenti per la luce di Dio. Ecco in che cosa consiste la santificazione del nome di Dio” (CH, 356).

1 commento:

piera ha detto...

SIGNORE aiutaci a santificarti!