mercoledì 8 novembre 2017

Predicazione di domenica 5 Novembre 2017 (Domenica della Riforma) su Matteo 10,26-33 a cura di Marco Gisola

Matteo 10,26b-33
perché non c'è niente di nascosto che non debba essere scoperto, né di occulto che non debba essere cono­sciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e quello che udite dettovi all'orecchio, predica­telo sui tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna. Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza il volere del Padre vostro. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di molti passeri.
Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli.


1) Questo brano del vangelo di Matteo è inserito in un più ampio discorso di Gesù che inizia con l’invio dei discepoli in missione e poi li mette in guardia rispetto a ciò che può loro accadere.
Gesù invia i discepoli e dice loro: “Andando, predicate e dite: "Il regno dei cieli è vicino” e poi ancora “io vi mando come pecore in mezzo ai lupi”. Il contesto è quello delle per­secuzioni e delle difficoltà che i discepoli, diventati apostoli, cioè inviati, incontreran­no.
Il tema delle persecuzioni dei cristiani è diventato di nuovo molto attuale i questi ultimi anni, perché in diversi paesi i cristiani sono perseguitati e a volte sentiamo di attentati che vengono fatti nelle chiese, solo per il fatto che lì si radunano dei cristiani. Leggendo questi brani biblici non possiamo non pensare e non rivolgere il nostro pensiero e la no­stra preghiera a quei cristiani.
Ma non è certo la realtà che viviamo noi qui in Europa. Potremmo quindi dire che l'invito a non avere paura non ci riguarda. In realtà, questo brano e in fondo tutta la Bibbia ci dice che essere cristiani non è mai facile, anche quando, fortunatamente, le persecuzio­ni sono lontane. Non è facile, perché l’evangelo che siamo chiamati a portare nel mondo può dare fastidio a molti.
Un vangelo che parla di perdono dà fastidio a tutti quelli che fanno del rancore e dell’odio il loro comportamento quotidiano.
Un vangelo che parla di giustizia dà fastidio a quelli che vivono dello sfruttamento degli altri.
Un vangelo che parla di pace, dà fastidio a chi cerca il conflitto ad ogni costo perché vuole dominare.
Un vangelo che parla di uguaglianza dà fastidio a chi intende mantenere qualcuno sotto­messo.
Dunque non subiamo persecuzioni, ma cercare la coerenza con gli insegnamenti di Gesù non è facile, nemmeno in una società che si dice cristiana come la nostra.
Vale dunque anche per noi l'invito a non avere paura, anche se ovviamente in senso di­verso da come lo intendono quelli che sono davvero in pericolo a causa della loro fede.
Per noi vale l'invito a non vergognarci dell’evangelo, come dice Paolo, a non cadere nella tentazione di vivere un cristianesimo superficiale, o un cristianesimo della domenica, o un cristianesimo solo spirituale, come se a Dio non interessasse quello che accade in questo mondo o come se Gesù non avesse compiuto azioni molto materiali nei confronti dei malati, dei poveri, degli emarginati.
Questa parola ci invita a non avere paura di essere discepoli e discepole di Cristo, tutti i giorni.

2) Il secondo invito è quello a parlare: “Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e quello che udite dettovi all'orecchio, predicatelo sui tetti”.
Che cos’è che Gesù dice nelle tenebre e sussurra agli orecchi dei discepoli? Che cos’è della predicazione di Gesù che non è pubblico, almeno a questo momento della sua vi­cenda? Ciò che a meno di metà del racconto di Matteo, è ancora nascosto, è la croce.
È il fatto che Gesù, che compie opere potenti, che a viste umane sembra un vincente, un potente, perché guarisce i malati, morirà sulla croce, come una persona senza pote­re, come un perdente.
Gesù nei vangeli questo lo dice solo ai suoi discepoli e anche loro fanno molta fatica a crederlo. Se l’avesse detto pubblicamente, tutto lo avrebbero deriso, come lo deride­ranno quando sarà sulla croce, e nessuno l’avrebbe accolto.
Ora questo può essere detto: il crocifisso è risorto e il Risorto è colui che prima è stato crocifisso, che ha condiviso l’umanità fin nei suoi abissi più profondi.
Ora va detto che Gesù questo abisso non si è accontentato di incontrarlo nel paralitico, nel lebbroso, nell'indemoniato, nell’adultera, nel pubblicano…
Non gli è bastato avere di fronte questa umanità a volte colpevole e spesso ferita ed emarginata; ha voluto essere ferito ed emarginato anche lui e morire come un criminale, deriso e respinto dalle folle.
Ora va detto che Gesù è venuto a condividere questa umanità perdente e – a viste uma­ne – ha perso anche lui. E quindi non c’è nulla da vergognarsi quando si perde, quando si è umiliati, quando si è feriti.
Perché Gesù ha perso – a viste umane – ma ha vinto agli occhi di Dio ed è risuscitato. Quindi se a viste umane hai perso, agli occhi di Dio non hai perso, e non devi perderti non devi perdere te stesso nella disperazione e nella paura.
Tutto ciò va detto, i discepoli e le discepole di Gesù sono chiamati a proclamarlo sui tet­ti.

3) Infine c’è la frase sul passero e sui capelli. La traduzione che abbiamo nella nostra Bib­bia può far pensare che tutto ciò che accade – anche un passero che cade – è volere di Dio: non un passero cade in terra “senza il volere del Padre vostro”; ma nel testo greco il termine “volere” non c’è e sembra che il senso della frase sia quindi positivo e voglia dire che Dio si occupa persi­no dei passeri, che sono tra i più piccoli tra gli uccelli, e quindi a maggior ragione si oc­cupa di noi.
E quindi ritorna l’invito Non te­mete dunque, e ci viene detto perché non dobbiamo temere: voi valete più di molti passeri.
Voi valete”: questo è l’evangelo di oggi. Voi valete, tu vali, sei prezioso agli occhi di Dio, per questo Egli si occupa di te e si preoccupa di te.
Per questo Cristo è morto e risorto per tutti, e anche per te, perché tu vali e sei prezio­so e il Signore ha deciso di riscattarti.
Questo va detto nella luce e sui tetti: che l’essere umano è prezioso agli occhi di Dio, che in Cristo ha voluto riscattarlo.
Questo non è evidente, lo sappiamo bene, non ne abbiamo le prove, non possiamo dimo­strarlo, perché l’unica cosa evidente è la croce, quella di Gesù e quelle che conti­nuano a essere erette nel nostro mondo, perché non solo i passeri continuano a cadere, ma anche gli esseri umani, anche gli innocenti continuano a cadere.
Ma Gesù Cristo è venuto proprio per quelli che cadono, per rialzarli ogni volta e per rial­zarli nella resurrezione finale quando cadono e lasciano questa vita. Perché “Voi vale­te”, perché siamo preziosi ai suoi occhi.
L’amore e la grazia di Dio vanno dette alla luce del sole e sui tetti, proprio perché non sono evidenti. Perché troppa gente vive soltanto per le cose e delle cose che sono evi­denti, quelle che si vedono, si toccano, si mangiano, si consumano…
Troppa gente si sente inutile, fuori dalla grande storia del mondo e dei potenti, troppi sentono di non valere nulla. Andare a dire a costoro “Voi valete”, valete così tanto che Cristo è venuto ed è morto per voi è il compito dei cristiani e delle chiese.

Oggi è la domenica della Riforma e l'Evangelo di oggi è quello che la Riforma ha cercato di mettere in atto e che ogni chiesa di ogni confessione dovrebbe tentare di vivere:
L’evangelo che ci dice: “Non temete”, non abbiate paura di quelli che ostacolano la strada del regno di Dio, che è un regno di giustizia e di pace.
L’evangelo che ci dice: Non temete, perché “voi valete”, siate preziosi agli occhi di Dio, che vi ha riscattati in Cristo che morto sulla croce ed è stato risuscitato la mattina di Pa­squa.
L’evangelo che ci dice che il fatto che siamo preziosi agli occhi di Dio e quindi non c’è da aver paura va proclamato sui tetti, perché nessuno deve rimanere senza ascoltare questo evangelo di speranza, tutti devono sapere che Dio li ha riscattati.
La Riforma ha rimesso questo al centro, ci aiuti il Signore a mantenerlo al centro della nostra fede e della nostra vita.