“Sia fatta la tua volontà, come in cielo anche in terra”

1. È una preghiera impegnativa questa richiesta del Padre Nostro “sia fatta la tua volontà”. È una preghiera impegnativa perché significa che riconosciamo che la volontà di Dio è più importante della nostra. Riconosciamo che la volontà di Dio è più importante della nostra perché  è più giusta della nostra. E questa non è una cosa scontata.
In genere, noi tendiamo a mettere al centro noi stessi e la nostra volontà; solitamente a guidare il nostro comportamento è ciò che noi vogliamo e ciò che noi desideriamo, i nostri sogni e le nostre ambizioni. In questa richiesta invece mettiamo la volontà di Dio davanti e sopra alla nostra.
Umanamente parlando, noi vorremmo che Dio facesse la nostra volontà, non noi la sua. Vorremmo che il prossimo amasse e servisse noi, non noi amare e servire il prossimo. Chiedere a Dio “sia fatta la tua volontà” significa anche chiedergli “converti la nostra volontà alla tua, trasformaci per fare in modo che noi arriviamo a volere ciò che tu vuoi”.
In pratica, in questa preghiera chiediamo a Dio di portarci a volere qualcosa di diverso da quello che vogliamo se lasciamo prevalere i nostri desideri. La preghiera “sia fatta la tua volontà” non è per nulla rituale, non può essere pronunciata con distacco, ma anzi ci coinvolge pienamente.
Dicendola, riconosciamo che non possiamo fare la volontà di Dio senza che Dio converta e trasformi la nostra volontà, i nostri desideri nella sua “la buona, gradita e perfetta volontà” (Rom 12,2).
Chiediamo a Dio che la sua volontà sia fatta in noi, nella sua chiesa, nel mondo, perché riconosciamo che da soli non riusciamo a fare la sua volontà, ma facciamo soltanto la nostra, che spesso è contraria alla sua.
Per la nostra volontà è più facile odiare che amare. È più facile essere egoisti che altruisti. È più facile essere indifferenti che occuparsi di coloro che ci stanno accanto. E spesso noi scegliamo la via più facile, la strada più larga, come dice la Bibbia.
E allora, poiché da soli non ce la facciamo a fare la sua volontà, ad amare come lui vuole, a perdonare come lui vuole, a praticare la giustizia come lui vuole, dobbiamo chiedere a Dio stesso di fare lui la sua volontà attraverso di noi, di trasformarci così profondamente da riuscire a volere ciò che lui vuole.
Gesù ci insegna nel Padre Nostro a mettere la nostra volontà dietro e sotto alla sua. Se preghiamo sinceramente questa preghiera: “sia fatta la tua volontà”, significa che accettiamo di fare un passo indietro, di mettere la volontà di Dio prima della nostra e sopra la nostra. E – ripeto – ciò non è scontato ed è molto impegnativo.
Ma non è soltanto impegnativo; è anche meraviglioso; è anche una sfida; è anche un’avventura. È meraviglioso perché noi diciamo a Dio “sia fatta la tua volontà” perché sappiamo che Dio è il Signore misericordioso che vuole il nostro bene.
Chi dice a Dio “sia fatta la tua volontà” riconosce che la volontà di Dio è il nostro bene, perché la sua volontà è più giusta della nostra; che la nostra giustizia, la nostra speranza, la nostra gioia sono in lui.
Dunque dire: “Sia fatta la tua volontà” presuppone una buona dose di umiltà e al tempo stesso una grande speranza; è impegnativo, ma anche una grande gioia. Questa preghiera significa andare umilmente davanti a Dio riconoscendo che la sua volontà è più giusta della nostra e significa andare con speranza davanti a Dio, perché significa credere che la volontà di Dio possa trasformare il mondo.

2. Dove la troviamo la volontà di Dio? La sua volontà la troviamo espressa in tutta la Bibbia, ma basta guardare proprio nelle pagine che precedono e seguono il Padre Nostro che stiamo leggendo, nel vangelo di Matteo, e troviamo il sermone sul monte.
Qui la volontà di Dio è espressa chiaramente: affermazioni come “amate i vostri nemici”, o “non potete servire Dio e Mammona”, cioè il denaro, oppure l’invito a non giudicare o il comandamento che ci chiede di fare agli altri tutto quello che vorremmo fosse fatto a noi non lasciano spazio a dubbi.
Ma non per ogni situazione pratica la Bibbia ha una risposta. Perché la Bibbia non è un ricettario, non è una raccolta di risposte pronte a tutte le nostre domande. Non è un dizionario da consultare quando se ne ha bisogno: voglio sapere quale è la volontà di Dio su questa o quella questione, cerco nella Bibbia come si cerca in un dizionario e trovo la risposta giusta..!
Per molte questioni, come per esempio le molte domande che oggi ci pone la bioetica, la Bibbia non ha una risposta chiara e precisa.
E allora dobbiamo cercare pazientemente, insieme e senza orgoglio, le risposte alle nostre domande. A volte la preghiera “sia fatta la tua volontà” può anche avere il significato di “fammi conoscere la tua volontà”, senza presumere di conoscerla e possederla già.

3. Terzo punto: mi sembra che spesso si parli della volontà di Dio quando Dio non c’entra. Ciò accade quando si sente tirare in ballo la volontà di Dio in occasione di disgrazie o malattie. Se accade un incidente, se sorge una malattia incurabile, a volte si dice: “è la volontà di Dio”; “se Dio ha voluto così, bisogna accettarlo”; e così via.
Così però si confonde la volontà di Dio con il fato o col destino! Ma il Dio della Bibbia non c’entra nulla con il fato o il destino. Non è Dio che ha voluto che accadesse quella o quell’altra tragedia!
Non tutto ciò che accade intorno a noi è la volontà di Dio. Al contrario: molto di quello che accade intorno a noi NON è volontà di Dio.
Perché Gesù ci insegna a chiedere a Dio “Sia fatta la tua volontà”? Perché sa bene che la volontà di Dio nel nostro mondo NON è fatta! Che spesso è fatta la volontà degli esseri umani e dei peggiori esseri umani.
A volte si dà a Dio la responsabilità di ciò che siamo noi esseri umani a commettere: molte tragedie di cui sentiamo parlare in televisione sono dovute alla violenza degli umani, alla sete di potere o di denaro, in questi ultimi tempi siamo testimoni di che cosa il fanatismo possa spingere a compiere...
Non possiamo tirare in ballo Dio quando le responsabilità sono tutte umane.
E Dio non è nemmeno responsabile di malattie o di catastrofi naturali. Si dà la colpa a Dio perché abbiamo bisogno – un bisogno molto umano – di trovare delle risposte ai nostri perché.
E invece dobbiamo ammettere che per molte cose che accadono non abbiamo una risposta; molti drammi non hanno un perché. Ma non possiamo dare la responsabilità a Dio per il fatto di non avere tutte le risposte ai nostri perché.
A volte si pensa che chi crede dovrebbe avere tutte le risposte per ogni cosa che accade, che i credenti non dovrebbero avere alcun dubbio e che, anzi, dovrebbero avere tutte le soluzioni ai dubbi altrui. Io penso invece che sia più cristiano rassegnarsi a non avere sempre la risposta che vorremmo, rassegnarsi a convivere con i nostri dubbi. Penso che sia più cristiano questo piuttosto che dare la responsabilità di tutto ciò che accade a Dio.
È più cristiano riconoscere che spesso la volontà di Dio non è fatta e non sempre possiamo spiegarci perché.

4. La volontà di Dio, poi – e veniamo qui al quarto punto - non è certo morte e distruzione, ma casomai vita e guarigione, giustizia e riconciliazione. Ce lo dice tutta la Bibbia, dall’inizio alla fine.
Non dobbiamo dimenticare che la volontà di Dio è un evangelo, una buona notizia, un annuncio positivo, di amore, di perdono, di gioia, di libertà. Il contrario di queste cose non è volontà di Dio. Dio non ci chiede cose assurde, impossibili, inutili o dolorose. Non ci carica di pesi che non siamo in grado di portare.
Non ci vuole prigionieri, ma liberi; non ci vuole nel dolore, ma nella gioia; non ci vuole rassegnati, ma pieni di speranza. Quando questo non accade, significa che la sua volontà non è fatta, che qualcosa impedisce che la sua volontà accada.
Questo qualcosa è il male, contro cui va la volontà di Dio, il male che Gesù ha combattuto fino alla fine, il male che la volontà di Dio vorrebbe eliminare.
La gioia, la giustizia, la libertà sono la volontà di Dio. Pregando “sia fatta la tua volontà” chiediamo a Dio che questa sua volontà sia fatta anche attraverso la nostra. Chiediamo a Dio che trasformi la nostra volontà rendendola simile alla sua. Chiediamo a Dio di riuscire a volere quello che lui vuole. Chiediamo a Dio di diventare strumenti della sua volontà.
Una grande sfida e una grande speranza esprime questa preghiera. La grande sfida di affidare la nostra volontà a Dio chiedendogli di trasformarla nella sua, e la grande speranza nel fatto che laddove la nostra volontà comunque non arriva, arriverà, come e quando non sta a noi dirlo, la sua volontà di giustizia e di grazia.

1 commento:

Paolo ha detto...

Insomma delle catastrofi naturali Dio non ne sa niente?