martedì 29 dicembre 2009

lunedì 28 dicembre 2009

domenica 27 dicembre 2009

Dalla comunità di Dornholzhausen

Carissima egregia Signora Buratti,
caro Gusieppe,
cari amici della comunità di Biella,

siamo colpiti del messagio della morte del Signor Gustavo Buratti. La nostra tristezza è grande, perchè abbiamo perso un buon amico.

L'abbiamo consusciuto come un uomo d'un carattere straordinario, un interlocutore premuroso, che sentiva e capiva anche tra le parole cio che si voleva dire senza pronunsciato. L'abbiamo consusciuto come uomo affetuoso e dinamico che dava per i lavori nella comunità dei impulsi importanti durante decenni. Egli era l'esempio buono ache per noi a Dornholzhausen.

Voi e noi siamo due chiese fratelli con Signor Buratti come un pilastro fondamentale durante decenni. Rimaniamo addoloriati, perchè è passato l'aiuto che veniva da lui anche per noi.

Ciò nonostante, nella nostra tristezza c’è anche una grande gratitudine, perchè abbiamo avuto tra di noi un umo come lui. Vogliamo ringraziare al nostro Signore per tutto, cosa ci ha dato per mezzo del defunto: per l'affetto, il sostegno, la sicurezza, il coraggio e la lungimiranza che portava nella vita. La parola della Bibbia per il giorno di oggi, del 18.12.2009 dice: "L'Eterno, di oggi Dio ci ha protetti per tutto il viaggio che abbiam fatto" (Giosue 24,17). Guesto è vero, è realta, l'abbiamo imparato e visto nella vita del Signor Gustavo Buratti. Egli rifeltteva per noi della carita del cuore del nostro Dio.

Il Signor Gustavo Buratti sapeva bene, che la vita non finisce con la morte, abbiamo il Signor Gesù Christo risorto della morte. Che ha promesso a dare ai suoi la vita nuova nel eternità.

Noi vi auguriamo di poter tenere fermo questa consolazione. Abbiamo fuducia che il Signore proteggerà la strada della vostra vita ache domani e tutti i giorni che verrranno, anche quando dovete camminare nel buio.
Avete fidicia, il Signore che ha superato la morte è sempre da Voi, è il buon pastore per Voi, per noi titti.

Chi salutiamo di cuore ed anguriamo un Natal benedetto.

Per la comunità die Dornholzhausen, la Vostra chiesa sorella

Andreas Fischer (Presybterio)
Stefan Schrick (pastore)

http://www.waldenserkirche.de/nachrichten/gustavo-buratti

sabato 26 dicembre 2009

QUANDO È NATALE?


E’ Natale ogni volta

che si asciuga una lacrima

negli occhi di un bambino.


E’ Natale ogni volta

che si depongono le armi

ogni volta che si firma un accordo.


E’ Natale ogni volta

che si interrompe una guerra

e si schiudono i pugni.


E’ Natale ogni volta

che si obbliga la miseria

ad andarsene via.


E’ Natale sulla terra

ogni giorno.


E’ Natale fratello,

quando c’è l’amore.



Anonimo

(tratto da:

In attesa del mattino, p. 121)

giovedì 24 dicembre 2009

mercoledì 23 dicembre 2009

TAVO BURAT - PREGHIERA DOLCINIANA


Diceva Dolcino:


"Per pregare Dio,

la chiesa consacrata non vale di più di una stalla di cavalli o di porci.

Si può adorare Cristo nei boschi come nelle chiese, anzi meglio."


PREGHIERA DOLCINIANA


Sogno una chiesa che marcia verso il suo Maestro.


Sogno una chiesa che perda il suo tetto,

ed al suo posto non abbia che il cielo,

le nuvole del sole ed il mite chiarore delle stelle.


Sogno una chiesa senza porta né serratura,

dove si possa entrare ed uscire liberamente,

perché il dentro ed il fuori sono un tutt'uno.


Sogno una chiesa che non lasci alcuno fuori dalla porta,

che non cerchi sicurezza e che non abbia chiave.


Sogno una chiesa i cui muri si dissolvano e si perdano,

così che la luce penetri da ogni lato; una chiesa nella libertà,

che non dia importanza a ciò che è,

né ai suoi limiti né alle sue frontiere;

una chiesa che offra in sacrificio a Dio i suoi muri ed il suo campanile, nella chiarezza luminosa dei cieli.


Sogno una chiesa trasparente come il vetro, ed anche di più, una chiesa che sia libera ed aperta quanto il mondo intero,

nella quale ognuno percorre gioioso e pieno di fiducia il proprio sentiero, in cammino incontro alla gente.

martedì 22 dicembre 2009

A TAVO

Hai scritto:

"Allegri, state allegri,

perchè io son col Padre".

Ma questo vuoto è grande,

e che peso il distacco

da un uomo come te.

Con l'entusiasmo ci travolgevi,

con la saggezza ci ristoravi.

Come un padre

a volte dicevi:

"Brava"

e mi appagava

la consapevolezza

d'aver fatto il dovuto

con te garante

della mia Fede.

Cercherò l'allegria

nelle cose che amavi:

nei tuoi monti

e nelle tue poesie.

Cercherò ancora

il tuo amore

nei minimi e negli ultimi

ch'erano nel tuo cuore.

Il Ricordo di Giuseppe Platone

Pensando all'improvvisa scomparsa di Tavo mi viene in mente il Magnificat: «ha operato potentemente con il suo braccio, ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore, ha detronizzato i potenti e ha innalzato gli umili» Luca 1,51sgg. E' morto così facendo la spesa per altri meno fortunati di noi. E' morto sul campo della sua tenace battaglia a fianco degli oppressi, degli emarginati. Nella difesa delle minoranze perchè la ricchezza della nostra umanità
non venisse centrifugata dagli imperativi del mercato. Tavo ci mancherà moltissimo. Mancherà alla sua famiglia, alla sua città, alla nostra chiesa, alla nostra società. Un intellettuale contro corrente, sapeva mettere insieme gli opposti nella difesa di valori importanti, essenziali, veri. L'avevo conosciuto ad Angrogna quando a metà degli anni settantà salì alle Valli valdesi con un gruppo di amici, partecipò al 17 febbraio e ci parlò di Fra Dolcino...era il suo grande tema che, con gli anni, è diventato anche nostro . Quanti ricordi in quelle giornate dolciniane di settembre e quanta calorosa accoglienza nei culti del suggestivo tempio di Pièdicavallo in piemontese, quando
intonava l'inno che non poteva mai mancare. Sapremo raccogliere la sua eredità così schiettamente schierata a favore dei deprivati? O faremo solo della retorica ? Tavo ci ha insegnato, sino al suo ultimo gesto, che nella testimonianza cristiana che annuncia il capovolgimento, che costruisce giustizia e condivisione, che bisogna giocarsi la faccia, che c'è una sola etica che vale in pubblico come nel privato, che Dio vuole autenticità in un mondo di menzogne in cui non si fa nulla senza un preciso tornaconto. Il Signore ha donato per tanti anni Tavo alla nostra chiesa e alla nostra società come messaggio profetico concreto, ci ha rilanciato, ci ha fatto sognare mille volte un mondo nuovo di giustizia e fraternità. Ci sia dato di non sciupare l'eredità morale, culturale e spirituale che Tavo ci lascia ma di proseguirla nell'attesa in cui saremo di nuovo insieme nella luce del Risorto. Purtroppo non posso oggi essere con voi per il funerale perchè chiudo ogni lunedì Riforma che per tanti anni ha ospitato i suoi scritti, le sue riflessioni e qualche sana polemica. Con mia moglie Daniela, con tutti i redattori e tanti amici che Tavo aveva sia a Torino che a Milano dove ora mi trovo, saluto con profondo affetto Bruna e i loro tre figli, chiedo al Signore di aiutarvi ad attraversare la stagione dolorosa della separazione da un uomo straordinariamente libero e fraterno.

Buon coraggio! Vostro Giuseppe Platone

lunedì 21 dicembre 2009

Ciao Tavo

i funerali di Tavo Burat si svolgeranno oggi pomeriggio alle 15 presso la chiesa di Chiavazza - Biella - in piazza XXV aprile. Sarà sepolto nel cimitero valdese di Biella in via dei Tigli.

venerdì 18 dicembre 2009

E' morto Tavo Burat


Questa mattina è mancato Tavo Burat

Il nuovo numero di Riforma

Il sito di Riforma qui

giovedì 17 dicembre 2009

MISTERO E REALTÀ TRA STATO SABAUDO E RIVOLUZIONE FRANCESE

MISTERO E REALTÀ TRA STATO SABAUDO E
RIVOLUZIONE FRANCESE


OCCHIEPPO SUPERIORE

VILLA MOSSA Venerdì 18.12 - Ore 21


Venerdì 18 dicembre alle ore 21:00, a Villa Mossa di Occhieppo Superiore, l'Ecomuseo Valle Elvo e Serra e il Comune di Occhieppo Superiore presentano la ricerca storica sulle origini della Trappa di Sordevolo, realizzata da Giuseppe Silmo e recentemente pubblicata.
La presentazione verrà accompagnata da immagini e riprese video.

mercoledì 16 dicembre 2009

"Presenza dei crocifissi in ogni aula scolastica"

Consiglio comunale a Valle Mosso di sabato 12 dicembre 2.009 * Intervento dell’assessore Aldo Fappani sulla Mozione presentata dalla minoranza "Presenza dei crocifissi in ogni aula scolastica".

Oggi siamo qui per dibattere una Mozione della minoranza di centro destra sulla salvaguardia del Crocifisso in specie nelle scuole statali in quanto da loro ritenuto simbolo che rappresenta in modo assoluto la identità e tradizione nazionale ed europea. Ciò in aperto contrasto con la inoppugnabile e limpida sentenza della “ Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “ di Strasburgo che argomentando dettagliatamente - e appellandosi al rispetto reciproco - si è invece pronunciata contro la presenza di qualsiasi simbolo religioso in modo specifico nelle Scuole Pubbliche in quanto contrario al diritto di libera educazione religiosa. Una storica sentenza di condanna dello Stato italiano ma di assoluta laicità e di pieno rispetto delle persone e delle tradizioni religiose di tutti. E siccome è proprio da questa sentenza che nasce la mozione, essa non è eludibile dalla nostra analisi. E credo che si debba partire da questo dato prima di esprimerci, in quanto la questione se non sottovalutata o ridicolizzata non è affatto “ banale “ bensì “ fondamentale “ sia in termini culturali che di diritto e di democrazia.

* E’ risaputo che il volere appartenere a una qualsiasi fede religiosa si determina come libera scelta di coscienza. Quindi una scelta squisitamente personale che un individuo abbraccia in base a propri convincimenti e proprie sensibilità acquisiti e maturati nel tempo. Perciò non può essere imposta dall’alto da nessuno - ne inculcata subdolamente ne con la forza ricattatrice - tanto meno dal nostro Stato italiano che costituzionalmente risulta laico e non confessionale. Infatti in quanto Stato non rappresenta solamente i cattolici ma tutti i cittadini, tra cui quelli delle altre numerose confessioni, compreso gnostici, dubbiosi, atei. Per cui rispetto a ciò “ Laicità “ significa che tutte le confessioni religiose sono uguali e sullo stesso piano e che nessuna rappresenta lo Stato italiano e viceversa.

* Personalmente, la questione della logicità o meno se nelle Scuole Pubbliche deve essere esposto solo il crocifisso - primario simbolo religioso della chiesa cattolico romana - l’avevo affrontata e approfondita sin dagli anni Ottanta e - da credente - arrivai alla conclusione che onestamente - non solo per questioni di principio - ciò non era giusto ma assurdo. Cioè una forzatura e un privilegio “ discriminanti “ accordati a discapito di chi non lo condivide o professa un’altra fede.

* Per essere più chiaro in questo senso mi associo alle parole di Sergio Romano - editorialista al Corriere della Sera - che afferma: “ Oggi nell’attuale società il simbolo religioso del crocifisso, destinato a creare un clima di fratellanza e spirituale concordia, è diventato simbolo di differenza e separazione. Vi sono luoghi e momenti in cui una fede religiosa ha il diritto di affermare i propri valori e proclamare ad alta voce le sue verità. Ma fra questi luoghi non deve esserci la scuola pubblica. Qui tutti gli alunni devono essere uguali. Con gli stessi obblighi, gli stessi diritti, le stesse aspettative e devono essere valutati con gli stessi criteri. Nelle scuole pubbliche non può esservi posto per simboli di nessuna religione in quanto essi dividono anziché unire. Queste le ragioni per cui, indipendentemente dalla sentenza di Strasburgo, è giusto rimuovere il crocifisso dalle scuole “ .

* E ancora per riflettere ecco la testimonianza di Marco Riva di Milano: “ Sono volontario presso una importante realtà privata di assistenza gestita dai frati Cappuccini. Per loro volontà nei locali frequentati quotidianamente da molte persone di etnie e religioni diverse non è esposto nessun simbolo religioso - nemmeno il crocifisso - in segno di rispetto verso chi non è cristiano. Il vero senso di cristiano è però testimoniato dall’esistenza stessa di questa opera e dal fare di molti che impiegano il loro tempo come volontari. Mi viene un dubbio: non è per caso che molti di coloro che alzano oggi la voce in difesa dell’esposizione del crocifisso preferiscono averlo davanti agli occhi piuttosto che nel loro cuore ? “.

* E sempre sulla tematica ecco altri succinti pensieri di significative voci cristiane:

- Ecco cosa sottolinea un sacerdote cattolico di Catania: “ La croce non si appende, si carica sulle spalle per incamminarsi con essa dietro Gesù Cristo “.

- E la teologa Marinella Perroni dice: “ Senza la Bibbia il richiamo al crocifisso è ambiguo. Il modo in cui nel nostro paese s’è affrontata la questione dimostra che l’Italia è la prima e ultima provincia del Vaticano. Al posto di queste polemiche serve un discorso serio sullo stato della fede nel paese “.

- Le Comunità Cristiane di Base hanno lodato la sentenza di Strasburgo ricordando che don Milani nella sua scuola di Barbiana tolse il crocifisso dalle aule dicendo: “ Meno croci e più Vangelo “

- E la pastora cristiana della chiesa valdese Maria Bonafede a tal proposito afferma: “ Se non c’è nessun simbolo ci sono tutti, perché ognuno può pregare il suo Dio, essere sensibile alla religione senza bisogno di avere appiccicato al muro il senso della sua fede “.

- E don Giovanni Perini della Caritas biellese puntualizza e si chiede: “ Se tolgono i crocifissi dalle scuole - ci si può dolere - ma si perde qualcosa di essenziale alla fede cristiana ? “

* A questo punto in conclusione e sinteticamente vorrei almeno ricordare che:

1° - Questa tradizione è stata imposta per legge durante l’epoca sabaudo / fascista quando i re erano tali solo “ per Grazia di Dio e volontà della Nazione “ sin dal regno di Sardegna nel 1860

2° - Il Concordato tra regime dittatoriale fascista e chiesa cattolica è stato revisionato nel 1984
quando come da Costituzione è stata sancita la laicità e neutralità dello Stato rispetto alle religioni.

3° - Oggi nessuna legge della Repubblica Italiana impone il crocifisso nelle Scuole Pubbliche.

4° - Sulla teoria della identità cristiana dell’Europa rammento che lo stesso Parlamento europeo la discusse negli scorsi anni ma non la ratificò - ne la inserì o la contemplò, in quanto per molti le radici culturali europee in verità affondano nella cultura greco - ellenista e/o in altre.

5° - Sulla salvaguardia delle tradizioni è bene ragionare, ma fondamentale è per quali fini e con quali metodi si concretizza. Per un confronto aperto - dialogante - solidale, o per alzare pericolosi nuovi muri che biasimano culture e fedi diverse sino a negare la dignità umana di altri fratelli ?

* Mi fermo qui avendo volutamente soffermarmi sui principali aspetti della sentenza della “ Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “. Una sentenza centrale e non glissabile che tende a stimolare la attuazione di una scelta di reale civiltà in termini di razionalità culturale, libertà e uguaglianza per tutti. In definitiva anch’io sono convinto che la principale posta in gioco che si dibatte - al di là di subculture e integrismi - è incentrata sul valore primario della laicità della sfera pubblica rispetto all’ambito spirituale privato.

Aldo Fappani

martedì 15 dicembre 2009

Claudiana remainder

È stata attivata una nuova sezione denominata Claudiana remainder con 105 titoli diversi.

Inevitabilmente, producendo 40-50 novità all’anno, una casa editrice deve eliminare titoli dal catalogo.

Per facilitare questa operazione, è stato deciso di riservare ai clienti del sito e delle librerie Claudiana la possibilità di acquistare questi volumi in via di esaurimento con lo sconto straordinario del 75%.

Il catalogo qui

lunedì 14 dicembre 2009

Sindone, ovvero come accalappiare turisti

Carlo Papini - tratto da Riforma

Con perfetta tempestività, data l’annunciata «ostensione» della Sindone di Torino, l’archeologa vaticana Barbara Frale ha pubblicato due libri di «scoperte» cui i media hanno dato grande rilievo. Non potendo più contestare direttamente i risultati della prova scientifica del Carbonio 14, che ha datato il telo alla prima metà del XIV secolo, si cerca ora di riesumare vecchie presunte «scoperte» per mantenere vivo l’interesse del pubblico e rimettere in discussione l’antichità e l’autenticità del reperto.

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domenica 13 dicembre 2009

Valdesi a Biella


Per ricevere la versione digitale Qui

venerdì 11 dicembre 2009

giovedì 10 dicembre 2009

Il primo fumetto manga italiano e la storia biblica di Babele

La scheda e il saggio del fumetto qui

mercoledì 9 dicembre 2009

Protezione per l’artista africano Réné Bokoul, emarginato e indigente a Torino

Lettera al sindaco di Torino Sergio Chiamparino: "Ci aiuti a proteggere l'artista africano Réné Bokoul, emarginato e indigente a Torino"

Illustrissimo sindaco di Torino Sergio Chiamparino,

siamo Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne.

Le segnaliamo la drammatica situazione di Réné Bokoul, artista che si è rifugiato in Italia dal Congo nel 2006, ottenendo asilo, ma nessun sostegno umanitario. Réné Bokoul è uno dei più importanti artisti africani viventi, considerato un caposcuola nel suo Paese, nonostante la giovane età. Fino allo scoppio della guerra che l'ha costretto a riparare fuori dal Congo, Bokoul aveva un ruolo assolutamente centrale nella cultura e nell'arte africana. Artista del Presidente della Repubblica, ha tenuto mostre di prima importanza. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni museali pubbliche e private. Eppure oggi, a causa di un clima di razzismo e intolleranza che è ormai diffuso ovunque, questo grande artista africano vive senza casa, senza mezzi di sostentamento, come un mendicante.

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lunedì 7 dicembre 2009

Non privatizziamo l'acqua

di Maria Bonafede

No alla privatizzazione dell'acqua per ragioni etiche e teologiche.
A pochi giorni dalla XV Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), che si svolgerà tra il 5 e l'8 dicembre, un dibattito parlamentare stretto nei tempi e disattento al confronto della società civile ha privatizzato la gestione di una preziosa risorsa naturale come l'acqua. Per i credenti in generale e i cristiani in particolare l'acqua non è solo una fondamentale risorsa naturale ma anche un dono che Dio elargisce ai suoi figli, alle sue figlie ed al suo creato perché si rigeneri e nutra le sue creature.
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venerdì 4 dicembre 2009

Concerti al Tempio valdese di Aosta

Zucche e trattati

di Paolo Naso

Mentre in Italia si raccolgono le firme contro la sentenza del tribunale europeo di Strasburgo, contraria all’esposizione del crocifisso nelle scuole pubbliche, l'1 dicembre è entrato in vigore il Trattato di Lisbona sul funzionamento dell’Unione europea. In realtà, almeno in Italia, questa grande novità politica ed istituzionale è passata assolutamente in silenzio, sostanzialmente ignorata dai grandi media, quasi che si trattasse di un passaggio puramente formale di ingegneria istituzionale. Che gli italiani – a partire dalla classe dirigente - si sentano poco europei non è una novità; che anche il mondo della cultura e il sistema della comunicazione di massa abbiano ignorato la rilevanza del Trattato di Lisbona e il suo significato politico dà la misura di un preoccupante provincialismo culturale.
Il Trattato, come noto, è frutto di una faticosissima mediazione e non ha lo status di una vera "costituzione europea" come pure qualcuno aveva sognato. Tuttavia delinea un "patto" tra popoli e governi del vecchio continente e rafforza i poteri dell’Unione su importanti settori delle politiche interne dei singoli stati membro; inoltre, istituendo la figura di un "ministro degli esteri", propone la UE come soggetto politico internazionale animato da una propria visione e strategia politica.

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giovedì 3 dicembre 2009

Testamento Biologico - Sportello pubblico a Milano

LA CHIESA VALDESE DI MILANO SI FA PROMOTRICE DI UN REGISTRO E SPORTELLO PUBBLICO PER LE DIRETTIVE ANTICIPATE DI FINE VITA (“testamento biologico”) PER TUTTI I CITTADINI MILANESI CHE DESIDERINO AVVALERSENE

L’iniziativa è stata presentata il 2 dicembre a Milano, nel corso di una conferenza stampa che ha visto tra i relatori anche Maria Bonafede, pastora e Moderatora, ovvero capo dell’esecutivo (detto “Tavola Valdese”, composto da sette membri eletti annualmente dall’assemblea sinodale che si riunisce annualmente a Torre Pellice-TO) della Chiesa Valdese, Unione delle chiese metodiste e valdesi italiana, e Beppino Englaro.

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mercoledì 2 dicembre 2009

AltroNatale 2009


AltroNatale 2009 per un Natale di tutti... regala la solidarietà
Biella, Piazza Vittorio Veneto - Viale Matteotti
Sabato 12 dicembre 2009 (tutto il giorno)

Vieni a trovarci al banchetto della comunità valdese di Biella

martedì 1 dicembre 2009

domenica 29 novembre 2009

Di fronte alla malattia di un figlio


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venerdì 27 novembre 2009

ATEISMO PRATICO E IMPEGNO DEI CREDENTI

Il 900° anniversario del dies natalis di Anselmo ha consentito all’autore, che ha collaborato, nel suo piccolo, a far conoscere in Valle d’Aosta la recezione di Anselmo da parte del protestantesimo, di prendere spunto dal pensiero del Doctor magnificus per riflettere sulla fede operosa dei cristiani dei nostri tempi e sulle possibili vie per dimostrare fattivamente la loro fede. Lo stesso Evangelo afferma che alla fine, tra la fede, la speranza e l’amore, quest’ultimo rimarrà per sempre. E non è detto che esso sia appannaggio dei soli credenti.

BIOGRAFIA dell'AUTORE
Leo Sandro Di Tommaso


Leo Sandro Di Tommaso, insegnante e ricercatore, ha pubblicato saggi di medievistica (Comunità cittadina e potere signorile nell'Aosta medievale in Aosta; La vicenda storiografica delle franchigie aostane), e ricerche sulla dissidenza religiosa (La Riforma protestante in Valle d'Aosta. Una lunga e silenziosa resistenza tra guerra e neutralità armata in un crocevia dell'Europa; Calvino ad Aosta. Nascita e sviluppo di una leggenda politico-religiosa; Valdesi in Valle d'Aosta. Percorsi religiosi e culturali di una minoranza religiosa radicata nel territorio [1848-1950, 1951-2001]). I saggi sulla Riforma e su Calvino sono confluiti, dopo una puntuale revisione e con l'aggiunta della prima parte, nel volume che ora avete sotto mano. L'autore è membro del CRISM (Centro di Ricerca sulle Istituzioni e le Società Medievali) e del gruppo valdostano di corrispondenza del Bollettino Storico-Bibliografico Subalpino. Ha tenuto conferenze e scritto articoli di carattere storico, teologico e letterario, tra cui: Airesis/Eresia: le vie della ricerca della verità nelle eresie. I casi del valdismo e del catarismo; Il dissenso religioso in Valle d'Aosta in tre fasi cruciali della storia europea. Dalla devianza stregonica alla presenza valdese (secolo XII-metà del secolo XIX). Due saggi sono stati pubblicati nei Seminari della Fondazione Federico Chabod, di cui è stato presidente.



giovedì 26 novembre 2009

Il Paese dell'acqua ribelle

Ci hanno messo un secolo a conquistarsela la loro acqua, e ora non la mollano neanche morti. Non la mollano ai comuni e nemmeno alle spa comunali che la legge in discussione in parlamento obbligherebbe - caso unico in Europa - a diventare ancora più private, con inevitabile accorpamento dei servizi nelle mani di poche aziende.

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mercoledì 25 novembre 2009

martedì 24 novembre 2009

Cahiers de chansons nelle valli valdesi

Il Centro culturale valdese organizza
"Cahiers de chansons nelle valli valdesi"
Serata di canti a cura del gruppo di canto popolare di Villar Pellice (To). Il gruppo illustrerà attraverso il canto e coinvolgendo il pubblico, una ricerca condotta in alta val Pellice.

La serata si colloca nel quadro della promozione delle lingue minoritarie finanziata dalla Regione Piemonte all'interno della L/482/99 Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche". Ingresso libero.

Venerdì 27 novembre 2009 - ore 20,45
nella sala del teatro valdese di Rorà (To)

domenica 22 novembre 2009




Ammissione di Claudio



Con gioia la comunità valdese di Biella annuncia che oggi, 22 novembre 2009, il fratello Claudio Vaccaneo è stato accolto come membro di chiesa nella nostra comunità; la cerimonia di accoglienza, semplice e partecipata, è avvenuta durante il culto domenicale alla fine del quale la comunità si è stretta intorno a Claudio in un'agape fraterna.

venerdì 20 novembre 2009

Cittadinanza e fatto religioso

di Marco Rostan

Sperimentazioni a scuola: l'ora di storia delle religioni
A Bologna e al Liceo valdese di Torre Pellice si svolge un'ora di religioni nella storia come conoscenza di un fattore umano determinante

Nelle polemiche intorno alla questione del crocifisso non sono mancati commenti che hanno rilanciato la riflessione sul rapporto fra religioni e scuola. I nostri lettori sanno che, da tempo, gli evangelici si battono contro l’ignoranza religiosa nel paese (per cui il crocifisso viene additato come simbolo civile o culturale) e perché, a cominciare dalla scuola, si preparino i futuri cittadini a una conoscenza e comprensione del fatto religioso, sottratta a controlli confessionali e svolta da docenti adeguatamente preparati a livello universitario. Quest’obiettivo che, in un’Europa multireligiosa e multiculturale, dovrebbe apparire ovvio, in Italia sembra irraggiungibile senza una revisione delle intese con la Conferenza episcopale, che nessuna forza politica sembra intenzionata ad affrontare (la sudditanza bipartisan della politica al vaticano si è manifestata compatta proprio in seguito alla sentenza della Corte di Strasburgo). In questo contesto diventa interessante conoscere alcune sperimentazioni che si stanno facendo nelle scuole superiori, nella linea della storia delle religioni. Ne dà notizia un dossier del Dipartimento discipline storiche dell’Università di Bologna(*), in cui si affronta il tema dell’educazione alla cittadinanza attraverso la Storia delle religioni, e si riportano le esperienze di alcuni istituti. Fa piacere ritrovare fra queste il Liceo valdese di Torre Pellice, dove fin dal 1984 è stato inserito questo insegnamento come disciplina obbligatoria per tutti,

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giovedì 19 novembre 2009

L’acqua, bene comune

Il recente art. 15 del D.L. 135/09, anche nella versione appena approvata dal Senato il 4 novembre scorso, muove passi decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici locali quali la gestione dei rifiuti, dei trasporti, dell'energia e del gas. Tale provvedimento, ora in discussione alla Camera dei Deputati, se sarà convertito in legge, toglierà ai cittadini e alla sovranità delle Regioni e dei Comuni l’acqua potabile di rubinetto.

L'Unione Battista esprime grande preoccupazione per una decisione che sottrae alla gestione pubblica, che è al servizio del cittadino, un bene che appartiene a tutti e lo affida alla gestione privata il cui obiettivo, pur con le limitazioni e le garanzie previste dalle legge, è sempre il profitto. Persino il padre dell'economia liberista, Adam Smith, riconosce che lavorare per il proprio profitto non garantisce automaticamente un buon servizio alla comunità!Rendendo proprietà privata gli elementi costitutivi della vita, come nel caso dell’acqua, il governo demanda ad altri compiti che sono specifici della pubblica amministrazione. E, ancora una volta, la decisione colpisce i soggetti economicamente più deboli, come è già avvenuto nelle città di Cochabamba (Bolivia) o Parigi le quali, dopo aver sperimentato la gestione privata dell'acqua, hanno deciso di fare marcia indietro.Consapevole che la privatizzazione di una delle risorse più preziose compromette anche i valori della condivisione, della cooperazione e della partecipazione, valori che sono alla base della fede cristiana, l'Unione Battista esorta le chiese a prendere coscienza di questo grave problema aderendo alle sollecitazioni non-violente dei movimenti a difesa dell’acqua pubblica.

Anna Maffei
Presidente dell’Unione Cristiana Evangelica
Battista d’Italia

mercoledì 18 novembre 2009

Monumento a fra Alberto, fabbro ed eretico apostolico

Inaugurato Sabato scorso a Cimego (Tn)
Grazie a Lorenzo per la foto

martedì 17 novembre 2009

lunedì 16 novembre 2009

Fra Alberto, fabbro ed eretico apostolico, seguace di Dolcino e Margherita

Per celebrare Fra Alberto, fabbro ed eretico apostolico, seguace di Dolcino e Margherita, anche lui condotto al rogo nel 1304 a Riva del Garda, il Comune di Cimego (Trento)

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venerdì 13 novembre 2009

Bhopal, India: 25 anni di ingiustizia

Tratto da Riforma - Eco delle Valli

Dal 2 al 6 novembre 2009 la Sezione Italiana di Amnesty International e Greenpeace Italia hanno ospitato il «Bhopal bus tour». Una delegazione di sopravvissuti al disastro avvenuto nella città indiana nel 1984 è giunta in Italia e ha preso parte a una serie di manifestazioni, iniziative e incontri pubblici a Roma e Milano, con l’obiettivo di riportare sotto i riflettori dell’opinione pubblica una tragedia che causò la morte di circa 25.000 persone e che ancora oggi, dopo 25 anni, resta drammaticamente attuale.

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giovedì 12 novembre 2009

"La beidana. la sua storia e le antiche tecniche di forgiatura"

13 novembre 2009 - Saletta d'arte
Via ex deportati ed internati, 24

Luserna San Giovanni - ore 21:00

L'assessorato alla cultura del Comune di Luserna San Giovanni organizza un incontro dal titolo
"La beidana. la sua storia e le antiche tecniche di forgiatura".


Interventi di: Giorgio Dondi, Accademia di San Marciano, studioso di armi antiche;
Marco Fratini, Fondazione Centro culturale valdese;
Pino Costa, forgiatore di beidane in borgata Lantaret
di Luserna San Giovanni.

mercoledì 11 novembre 2009

Ancora sul crocifisso: tra pagani padani, Asterix, mosci PD, vescovi urlanti e Giovanna la Nonna del Corsaro Nero

Tratto dal blog lucianoidefix.typepad.com

Per me che sono cristiano (come ci tengo sempre a puntualizzare: non cattolico ma valdese), questo dibattito sul crocifisso è particolarmente avvilente.
Spesso chi difende a spada tratta il simbolo è profondamente anticristiano (basti pensare alle bestemmie di Ignazio La Russa che invocava la morte per la Corte europea o ai pagani de noantri con simpatie para-nazistoidi alla Borghezio inzuppato di riti celtico-padani o a quella pagliacciata del dio Po oppure al matrimonio druido di Calderoli...

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martedì 10 novembre 2009

Il valdismo medievale


Leggi un estratto qui

lunedì 9 novembre 2009

Bidoni

Vi ricordate - già 30/40 anni fa - quando qualcuno sollecitava il biellese a diversificare, ad uscire dalla mono-cultura industriale del tessile ? In molti (politici in testa) hanno preferito bendarsi occhi ed orecchie ed hanno recitato la solita litania: Il tessile ha solo bisogno di infrastrutture, il biellese è isolato, servono strade. ( a cura di Daniele Gamba)

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domenica 8 novembre 2009

Lettera di un pediatra sulla "nuova influenza"

Dott. Eugenio Serravalle*

Cari genitori,

ogni giorno parliamo della nuova influenza, e mi chiedete se sia utile e sicuro vaccinare i bambini.
La mia risposta è NO! Un "no' motivato e ponderato, frutto delle analisi delle conoscenze fornite dalla letteratura medica internazionale. Un "no" controcorrente perché molti organismi pubblici, alcune società scientifiche e i mezzi di comunicazione trasmettono messaggi differenti: avranno le loro ragioni.
Influenza A/H1N1: alcuni dati

L'epidemia, iniziata in Messico nel 2009, è di modesta gravità: il virus A/H1N1 si è dimostrato meno aggressivo della comune influenza stagionale. Si manifesta come qualsiasi forma influenzale: febbre, mal di testa, dolori muscolari, nausea, diarrea tosse. Non sarà l'unica patologia che colpirà i bambini in questo inverno, e non sarà facile distinguerla dai circa 500 (tra tipi e sottotipi) virus capaci di infettare i bambini. I test rapidi per identificare il virus dell'influenza A hanno poca sensibilità (dal 10 al 60%). Il test quindi non garantisce con certezza se si tratti di influenza A/H1N1.

Sembra però essere un virus molto contagioso, ed è stato dichiarato lo stato di pandemia. La sola parola -pandemia - fa paura. Ma questa definizione è stata appositamente modificata, facendo scomparire il criterio della gravità, cioè della mortalità che la malattia può provocare. La nuova influenza può colpire più persone, pare, ma provoca meno morti di qualunque altra influenza trascorsa. La mortalità, ossia il numero di persone morte rispetto ai casi segnalati, registrata finora nei paesi dove l'A/H1N1 è circolato ampiamente è dello 0,3% in Europa e dello 0,4% negli USA. In realtà potrebbe essere ancora inferiore. Perché generalmente i casi con sintomi lievi sfuggono alla sorveglianza (e quindi i contagiati possono essere molti di più), ed alcuni decessi possono essere dovuti ad altre cause e non al virus (anche se ad esso viene data la responsabilità).

Non deve meravigliare: purtroppo si può morire, e si muore, di influenza se si soffre di una patologia cronica, di una malformazione organica, di una malattia immunitaria, o se si è anziani. Le cifre variano in base alla fonte dei dati. Per esempio in Gran Bretagna sono stati registrati 30 morti su centomila casi e negli USA solo 302 su un milione di casi. Nell'inverno australe (che coincide con l'estate in Italia) in Argentina sono morte circa 350 persone, in Cile 128 ed in Nuova Zelanda 16. Quasi alla fine dell'inverno australe, sinora nel mondo intero si sono avuti 2501 decessi. Per fare un paragone, si calcola che in Spagna, durante un inverno "normale" i decessi per influenza stagionale sono circa 1500-3000.

La mortalità per influenza A riguarda prevalentemente persone di età minore di 65 anni, in quanto i soggetti di età superiore sembrano avere un certo grado di protezione, a seguito di epidemie passate dovute a virus simili.

Il 90% dei decessi per influenza stagionale riguarda persone sopra i 65 anni di età, l'influenza A colpisce invece prevalentemente persone di età inferiore (solo il 10% dei casi mortali si colloca nella fascia di età sopra i 65 anni). Ma, in numero assoluto, l'influenza A provoca pochi decessi tra i giovani; negli USA ogni anno muoiono per influenza stagionale circa 3600 persone sotto i 65 anni, mentre finora ne sono morte 324 nella stessa fascia di età per influenza A. In Australia ogni anno per l'influenza stagionale muoiono circa 310 persone sotto i di 65 anni. A inverno ormai terminato, ne sono morte 132 per influenza A, di cui circa 119 sotto i 65 anni. Perché allora il panico?

Quanto successo nei Paesi dell'Emisfero australe ci rassicura: l'influenza A semplicemente arriva a colpire (leggermente) molte persone. Eppure i mezzi di informazione hanno creato il panico. E' un tipico esempio di "invenzione delle malattie" ( disease mongering ). Non si tratta della prima volta. Nel 2005 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva previsto fino a sette milioni di morti per l'influenza aviaria. Alla fine i morti furono 262. Si trattò di un gravissimo errore prognostico?

Secondo una delle maggiori banche di affari del mondo (JP Morgan) l'attuale vendita di farmaci anti-influenzali e di vaccini muoverebbe un giro di oltre 10 miliardi di dollari.
I medicinali funzionano?

Non esiste alcun trattamento preventivo: i farmaci antivirali, Oseltamivir (Tamiflu) e Zanamivir (Relenza), non prevengono la malattia e su individui già ammalati l'azione dimostrata di questi farmaci è di poter accorciare di mezza giornata la durata dei sintomi dell'influenza. Né va dimenticato che gli antivirali possono causare effetti collaterali importanti. Il 18% dei bambini in età scolare del Regno Unito, a cui è stato somministrato l'Oseltamivir contro l'A/H1N1, ha presentato sintomi neuropsichiatrici e il 40% sintomi gastroenterici.
... e i vaccini?

I vaccini contro il nuovo virus A/H1N1 sono ancora in fase di sperimentazione. Nessuno è in grado di sapere se e quanto saranno efficaci e sicuri, ma vengono pubblicizzati, con gran clamore. Basta che il virus cambi (per mutazione, o per riassortimento con altri virus) per rendere inefficace il vaccino già messo a punto. Sulla sicurezza sia l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che l'Agenzia del farmaco europea (EMEA) dichiarano necessaria un'attenta sorveglianza. Alcuni vaccini sono allestiti con tecnologie nuove e saranno testati su poche centinaia di bambini e adulti volontari, e soltanto per pochi giorni.
Il vaccino che meglio conosciamo, quello contro l'influenza stagionale, sappiamo che ha un'efficacia del 33% tra bambini e adolescenti e che è assolutamente inutile nei minori di due anni. Esistono anche dubbi circa la sua efficacia negli adulti e negli anziani. Non conosciamo la sicurezza del vaccino per l'influenza A, ma ricordiamo che nel 1976 negli USA fu prodotto un vaccino simile, anche allora con una gran fretta per un pericolo di pandemia, ed il risultato fu un'epidemia di reazioni avverse gravi (sindrome di Guillan-Barrè, una malattia neurologica), per cui la campagna di vaccinazione fu subito sospesa. La fretta non è mai utile, tanto più per fermare un'influenza come quella A, la cui mortalità è così bassa. Conviene non ripetere l'errore del 1976.
Un'altra motivazione a favore della vaccinazione è il cercare di ridurre la circolazione del virus A/H1N1 per diminuire le opportunità di ricombinazione con altri sottotipi. Ma attualmente non esistono strumenti o modelli teorici per prevedere una eventuale evoluzione pericolosa del virus. Sul piano teorico, proprio la vaccinazione di massa potrebbe indurre il virus a mutare in una forma più aggressiva.

Come curarsi?
Per curare l'influenza A occorrono: riposo, una buona idratazione, una alimentazione adeguata, una igiene corretta. Non si deve tossire davanti agli altri senza riparare naso e bocca, bisogna evitare di toccarsi il naso, la bocca, gli occhi, facili vie di accesso dei virus, occorre lavarsi le mani spesso ed accuratamente con acqua e sapone. Non è dimostrato che l'uso di mascherine serva a limitare la propagazione dell'epidemia.
Se decidete comunque per la vaccinazione, vi verrà richiesto di firmare il "consenso informato", una informativa sui rischi. Leggetelo bene, prima di decidere, chiedete informazioni scritte sui benefici e i rischi. Chiedete e chiediamo insieme, per tutti i vaccinati, che sia attivato un programma di sorveglianza attivo, capace davvero di registrare e trattare i gravi problemi di salute che possono presentarsi dopo la vaccinazione. Chiedete e chiediamo che si prevedano risorse economiche per l'indennizzo ai danneggiati.

Chiediamo di non speculare sulla salute e sulla paura.
*Specialista in Pediatria Preventiva, Puericultura-Patologia Neonatale

giovedì 5 novembre 2009

Crocifisso. Altre reazioni protestanti alla sentenza della Corte Europea

Roma (NEV), 4 novembre 2009

La presidente dell'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI), la pastora Anna Maffei, si dice non affatto offesa da tale sentenza: “Ridurre Cristo crocifisso in un segno di appartenenza che marca il territorio di uno Stato e difenderlo come simbolo nazionale significa aver completamente travisato la fede cristiana. Cristo si affidò ad una parola nuda da annunciare, non a simboli nazionali da preservare. I cristiani dovrebbero farsi portatori disarmati di questa parola e non pretendere niente".
Il pastore Holger Milkau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), invitando al confronto sereno e dialogico, sostiene che "lo spazio pubblico non è il luogo dove esprimere prepotenze. Ovviamente la croce e il crocifisso sono simboli fondamentali del cristianesimo, ma non devono diventare motivo per oppressioni o liti".
Positivo anche il giudizio del teologo valdese Paolo Ricca citato da "Il Manifesto" di oggi: “Ritengo la sentenza della Corte Europea un provvedimento giusto. In una situazione di pluralismo religioso mi sembra che tale decisione debba essere adottata anche negli uffici pubblici, come le aule dei tribunali, e non solo in quelle scolastiche”.
Anche l'Alleanza evangelica Italiana (AEI) con un comunicato diffuso oggi valuta "molto positivamente" la sentenza della Corte Europea.
L'"Associazione 31 Ottobre per una scuola laica e pluralista degli evangelici italiani" ritiene che questa sentenza sia un'opportunità per il nostro paese di "sprovincializzarsi". Il suo presidente, Nicola Pantaleo, ha dichiarato: "Sostenere che il crocifisso costituisce un dato culturale e storico più che religioso, connaturato all’italianità, è dire il falso e forzare l’evidenza dei fatti. Si dimentica che esso è stato imposto dal fascismo assieme al ritratto del Duce e alla dichiarazione del cattolicesimo come religione di Stato con tutte le perniciose conseguenze che ne sono derivate per la libertà del nostro paese. Si dimentica altresì che la revisione del Concordato del 1984 ha modificato sensibilmente la situazione, cancellando la religione di Stato e rendendo facoltativo l’insegnamento della religione cattolica. Sappiamo che molto difficilmente vedremo i crocifissi rimossi dalle aule nel prossimo futuro ma resta intatto il riconoscimento di un principio sacrosanto in una società moderna e multiculturale, quello per cui nozioni, simboli e riti di una determinata fede religiosa non possono abitare nei luoghi aperti a tutti, che siano scuole, ospedali, uffici o tribunali".

mercoledì 4 novembre 2009

UNA SENTENZA A TUTELA DELLA LAICITA' E DELLA LIBERTA' DI TUTTI

A poche ore dalla sentenza della Corte per i diritti umani di Strasburgo, la past. Maria Bonafede, moderatore della Tavola valdese, esprime un giudizio positivo. "E' una sentenza importante che finalmente inquadra la questione dell'esposizione dei simboli religiosi in una cornice europea di laicità e di tutela dei diritti di tutti: di chi crede, di chi crede diversamente dalla maggioranza e di chi non crede. Ancora una volta emerge la fragilità, logica prima e giuridica dopo, della tesi secondo cui il crocefisso imposto nelle aule italiane non è un simbolo religioso ma sarebbe l'espressione della cultura nazionale. La verità è che il crocefisso nei luoghi pubblici, come il privilegio dell'Insegnamento religioso cattolico, rimandano all'Italia di un tempo antico e dello stato confessionale. La sfida oggi - conclude Maria Bonafede - è imvece quella del pluralismo delle culture e della convivenza tra chi crede e chi non crede nel quadro del valore costituzionale della laicità".

3 novembre 2009

martedì 3 novembre 2009

Il muro di Berlino è solo un ricordo?

La gente dell’est, che pure contribuì ad abbattere una divisione che non stava più in piedi, ha ancora oggi una sensibilità sociale diversa

(Tilman Hachfeld) Il 27 settembre, per la prima volta, hanno votato per eleggere il Parlamento federale tedesco anche persone nate dopo la caduta del Muro che una volta divideva la Germania. Sono già passati vent’anni dalla caduta di quella barriera! Per i più giovani, quell’epoca appartiene a un passato lontano.

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lunedì 2 novembre 2009

Petite chronique des Escartons

venerdì 13 novembre 2009 - Scuola Latina - Pomaretto - via Balziglia 103 - ore 20:45
Incontro dal titolo "Escartons: mito, storia, montagna".

Presentazione del video "Petite chronique des Escartons", un film di Maria Maïlat. Introducono la serata: Bruno Usseglio (Parco naturale della val Troncea) "L'idea Progetto"; Ettore Peyronel (Associazione "La valaddo") "Breve storia degli Escartons".

Mito, storia, montagna, la repubblica degli Escarton racchiude tutto questo. Un tempo, "escartoner" significava "dividere le tasse", ma il senso letterale implica una civiltà più profonda della solidarietà che deve la sua esistenza alle genti del Queyras, di Briançon, di Casteldelfino, di Val Troncea, del Gran Bosco di Salbertrand.
Antropologa e scrittrice, Maria Maïlat ci trasporta attraverso paesaggi mozzafiato, sulle tracce di una cultura sorprendente e portatrice di avvenire per l'Europa tutta

venerdì 30 ottobre 2009

31 Ottobre 1517 - La Riforma Protestante

di Giorgio Tourn

Ogni anno le chiese protestanti ricordano quel 31 ottobre 1517 quando Lutero affisse le sue 95 tesi a Wittemberg, aprendo il dibattito sulle indulgenze e poi sulla riforma della chiesa. Che la chiesa debba sempre rinnovarsi per esser fedele al Vangelo di Cristo è fuori di dubbio ma di che natura è questo rinnovamento? Si tratta di un riformismo formale, di una nuova forma di vita (ri-forma), di una restaurazione della forma originaria? E in secondo luogo che posto occupa il papa in questo processo?

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giovedì 29 ottobre 2009

mercoledì 28 ottobre 2009

“Parole flambé”

Libreria Claudiana e Ristorante Flipot
Torre Pellice (To) – dal 31 ottobre al 5 dicembre 2009

“Parole flambé”
6 serate letterarie ed enogastronomiche promosse da Ristorante Flipot e Libreria Claudiana
6 incontri informali per conoscere i migliori autori italiani

Dal 31 ottobre al 5 dicembre, Torre Pellice (To) torna a essere piccola grande capitale del libro e della buona cucina.
ll Ristorante Flipot di Gisella e Walter Eynard e la Libreria Claudiana organizzano insieme la prima edizione di una rassegna letteraria ed enogastronomica con un titolo programmatico: “Parole flambé”.

6 serate all’insegna dell’enogastronomia e della narrativa. Una letteratura che ricorda e riscopre episodi oscuri (dagli scontri fra civiltà e religioni, agli anni bui del terrorismo, al coinvolgimento italiano nelle dittature sudamericane). Una letteratura che illumina, fatta di parole e disegni che bruciano.

Protagonisti indiscussi della manifestazione saranno gli autori, che incontreranno lettori e appassionati alla Libreria Claudiana in piazza Libertà 7 (alle 18) per un incontro-aperitivo a ingresso libero e gratuito, al quale seguirà una cena a tema, prezzo speciale e per veri gourmet (alle 20) nelle sale del prestigioso Ristorante Flipot, in corso Antonio Gramsci 17. Walter Eynard è uno dei più importanti chef italiani, da decenni gestore del celeberrimo ristorante già due stelle della guida Michelin. Con questa rassegna la libreria Claudiana festeggia anche il primo anno di nuova gestione.

La manifestazione presenterà novità librarie appena pubblicate.

Si inizierà sabato 31 ottobre con l’anteprima della “Guida al vino quotidiano 2010” di Slow Food, presenti i curatori Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni.

Venerdì 6 novembre, a pochi giorni dall’uscita e a 40 anni dalla strage, Matteo Fenoglio e Francesco Barilli presenteranno la loro graphic novel “Piazza Fontana”. Con loro ci sarà Fortunato Zinni ,oggi Sindaco di Bresso (Mi) e nel 1969 funzionario della Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano.

Venerdì 13 novembre, a incontrare lettori e curiosi sarà Laura Trossarelli, residente a Torre Pellice, autrice di tre romanzi di successo che si stanno facendo conoscere in tutta Italia.

Giovedì 19 novembre sarà la volta di Alessandro Perissinotto. L’autore torinese presenterà il suo ultimo romanzo, appena pubblicato: “Per vendetta”. I fatti si svolgono nell’Argentina dei nostri giorni, ma le ferite sono quelle lasciate dalla dittatura militare.

Sabato 28 novembre incontreremo Simone Sarasso, ormai affermato autore novarese, con la sua “Trilogia sporca dell’Italia” (Marsilio) e la nuovissima storia a fumetti “United we stand”.

Sabato 5 dicembre, presso il tempio valdese di Torre Pellice (via Beckwith 4), il collettivo Wu Ming presenterà il suo ultimo e attesissimo romanzo (sequel del best seller Q): “Altai”.

Tutti gli aperitivi e le presentazioni (ore 18) con gli autori sono a ingresso libero e completamente gratuiti. Le cene (ore 20), a prenotazione obbligatoria e prezzo speciale (40 euro, vini inclusi), saranno curate da Gisella e Walter Eynard.

Info:
Libreria Claudiana
piazza Libertà 7 – Torre Pellice
Tel. 0121 91422

martedì 27 ottobre 2009

sabato 24 ottobre 2009

CALVINO ANCORA IN GIRO

L’anno calviniano non è ancora concluso e le comunità evangeliche continuano a manifestare interesse per la sua opera. La mostra, curata dal Centro Culturale, è stata a tutt’oggi esposta in una trentina di località ed ha fornito l’occasione a molti visitatori di scoprire il personaggio la sua teologia.
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venerdì 23 ottobre 2009

La difficile arte del governo dell'acqua

di Alberto Lucarelli
Ordinario di diritto pubblico alla Federico II di Napoli

Negli ordinamenti giuridici positivi dell'Europa continentale, come è noto, vale il principio che può così sintetizzarsi: «la forma è sostanza» ovvero la forma caratterizza la fattispecie concreta.
Le recenti vicende dell'acquedotto pugliese, conclusesi con le dimissioni del presidente Riccardo Petrella, hanno origine proprio dalla dicotomia forma-sostanza e dall'erronea convinzione di chi sostiene che tale dicotomia sia alla base di una sterile disputa tra tecnici del diritto, priva di effettive conseguenze sul piano giuridicoeconomico.
Secondo tale orientamento la società a capitale interamente pubblico e l'ente pubblico rappresenterebbero due forme giuridiche del tutto interscambiabili e utilizzabili entrambe a discrezione della pubblica amministrazione.
Coloro che sostengono tale tesi ritengono poi che si possa legittimamente sostenere che la gestione dell'acqua resterebbe pubblica tanto nel caso di utilizzo dell'ente pubblico quanto nel caso di utilizzo della Spa a capitale interamente pubblico.
Non mi sento di condividere tale impostazione, credo che la società interamente pubblica configuri un monstrum difficilmente gestibile e orientabile nel tempo al perseguimento degli interessi pubblici. Proverò a spiegarne i motivi.

In Italia, la legislazione vigente è stata condizionata dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia che, trovandosi a decidere su casi concreti, ha legittimato l'affidamento del servizio senza gara solamente nel caso del cosiddetto in house providing, ovvero di affidamento diretto ad una Spa a capitale interamente pubblico.
L'esclusione della gara ritenuta legittima dalla Corte non influisce in nessun modo sulla natura giuridica delle società a capitale interamente pubblico: si tratta, in ogni caso, di società di capitali sottoposte alle regole del diritto commerciale, per quanto attiene agli scopi, agli organi di governo, ai controlli; di strutture che, proprio per la loro natura privatistica, orientano l'efficienza verso la produzione di profitti piuttosto che verso la coesione economico-sociale.
Uno dei presupposti richiesti dalla Corte di Giustizia per poter ricorrere a questa forma di gestione è che tra l'ente locale e la Spa pubblica ci sia un rapporto di dipendenza, nel quale la società si ponga quale ente strumentale della pubblica amministrazione.
Tuttavia, di fatto, ciò non si realizza mai: è difficile immaginare che tra pubblica amministrazione e società concessionaria non sorga un rapporto di netta e sostanziale alterità, nel quale il controllo si riduce a profili di carattere esclusivamente formale.
Con il tempo tende a consolidarsi un rapporto fondato sull'autonomia, la società può ampliare progressivamente il proprio oggetto sociale estendendolo ad altri servizi. Si pensi poi alla possibile apertura della società ai mercati finanziari, all'espansione territoriale delle attività in Italia e anche all'estero, ai poteri conferiti al consiglio di amministrazione senza alcuna verifica sulla gestione da parte della pubblica amministrazione. Le strade si separano e la società tende, per sua natura, a esercitare poteri che evidenziano la sua autonomia nei confronti degli azionisti. Il controllo esercitabile dall'amministrazione si limiterebbe ai provvedimenti consentiti dal diritto societario alla maggioranza dei soci. Una siffatta articolazione organizzativa e strutturale della società in house providing, oltre a eludere la regola generale dell'affidamento a un soggetto terzo mediante gara pubblica, finisce anche per non attribuire all'ente proprietario il necessario potere di ingerenza e di effettivo condizionamento delle attività di organizzazione e erogazione del servizio.
Il modello societario, secondo le previsioni dell'ordinamento giuridico, non si presta a essere utilizzato ai fini della realizzazione di una società in house; la presenza di vincoli di incedibilità delle quote di proprietà pubblica e l'aggiunta di patti parasociali non costituiscono una sufficiente garanzia di controllo. La recente riforma del diritto societario ha rafforzato ulteriormente la relativa vocazione imprenditoriale e lucrativa.
L'esistenza di alcune leggi speciali che prevedono la costituzione di società senza scopo di lucro non fa altro che confermare al contrario i principi codicistici. Inoltre, la Spa interamente pubblica contiene in sé una forte contraddizione, infatti, l'affidamento in house, come è noto, si giustifica soltanto se l'ente pubblico, attraverso la Spa, possa perseguire i propri obiettivi pubblicistici; tuttavia ciò non è verificabile nel nostro ordinamento, nel quale l'istituto societario non ammette scopo diverso da quello speculativo. Il codice civile attribuisce inderogabilmente la gestione dell'impresa agli amministratori, i quali compiono le operazioni necessarie per l'attuazione dell'oggetto sociale.
In conclusione la forma della Spa configura un modello molto distante da quello della gestione pubblica; con il modello societario chi gestisce l'acqua ne diviene il vero proprietario, riproponendo la vecchia disputa tra proprietà formale e proprietà sostanziale. Il legislatore italiano, dunque, per evitare la frammentazione dell'istituto proprietario, con un'immediata ricaduta sulla tutela dei diritti fondamentali, ripensi al più presto alla reintroduzione dell'azienda speciale, esca dall'ipocrisia proprietà-gestione e dal tunnel di mostruosità giuridiche. Occorre un ente in grado di governare l'acqua e non semplicemente di gestirla, consapevole di governare un servizio non orientato al mercato; un ente che pensi anche alle «perdite delle condutture», ma non solo, la cui azione si ispiri, tra l'altro, ai principi di efficienza, efficacia e economicità, finanziato attraverso meccanismi di fiscalità generale, oltre che attraverso i normali meccanismi tariffari. Si compirebbe un grave errore di prospettiva se si volesse sopperire al fallimento delle riforme della pubblica amministrazione, tentate negli anni novanta, con un uso improprio della società di capitali, nell'illusione che ciò possa realizzare qualità, sviluppo e efficienza.

Grazie a Daniele per la documentazione
http://arcangelo-gamaz.blogspot.com/

giovedì 22 ottobre 2009

ORA ISLAMICA? MEGLIO UNA SCUOLA LAICA E PLURALISTA

di Maria Bonafede

La proposta dell'on. Urso per un insegnamento della religione musulmana facoltativo riapre il dibattito ma dimostra una volta di più quanto poca rilevanza abbiano le Intese con le comunità evangeliche. Il problema infatti è già stato impostato per quel che riguarda le chiese valdesi con l'Intesa del 1984 che prevede la presenza di un insegnamento “del fatto religioso e delle sue implicazioni” nelle scuole pubbliche a carico “degli organi ecclesiastici competenti” (art. 10 Intesa approvata con legge 11 agosto 1984, n. 449). Sull'argomento sono intervenuti Maria Bonafede, moderatore della Tavola Valdese e Domenico Maselli, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia.

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mercoledì 21 ottobre 2009

Lacio drom, pral

Partiamo per Piedicavallo per l’incontro Bionieri il sabato mattina e dopo un viaggio tranquillo superiamo Biella e ci inoltriamo lungo la valle Cervo seguendo una provinciale paciosa e mano a mano che proseguiamo sempre più avvolta dai crinali boscosi.

La strada attraversa il paese di Rosazza, dove grazie alla complicità di un semaforo rosso, possiamo ammirare stupefatti l’architettura fatta di proporzioni esoteriche arricchite da simboli massonici, celtici, austroungaricoborbonici e… sesanò.

Dato che nei giorni precedenti eravamo rimasti disconnessi da internet, io e la Manù arriviamo all’appuntamento senza numeri telefonici e/o indirizzi. Quindi individuata la foresteria valdese....

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martedì 20 ottobre 2009

13-14 novembre 2009 - Dove va la Bioetica italiana?

Dove va la bioetica italiana?
Il ruolo delle Associazioni nella crescita culturale del paese
Milano, Società Umanitaria
Via Francesco Daverio, 7 - Milano
13-14 novembre 2009

Fondata dal neurologo Renato Boeri nel 1989, da 20 anni la Consulta di Bioetica Onlus è una delle principali Associazioni che fa sentire una voce laica sui temi di bioetica ed ha assunto rilievo a livello nazionale e internazionale per la libera e costante partecipazione dei maggiori studiosi di bioetica e di autorevoli professionisti impegnati nella crescita culturale. Diversamente da altre Associazione che svolgono compiti meritori in direzioni diverse, la Consulta si è dedicata all’elaborazione di idee e di atteggiamenti da diffondere tra gli studiosi, operatori e tra la gente tutta. Per questa sua attenzione all’elaborazione culturale è stata a volte tenuta lontano dai centri di potere ed altre contrastata dai conservatori, ma si è distinta per la presenza attiva nel lanciare una bioetica laica. In questa prospettiva sin dal 1990 ha proposto la Biocard, ossia il primo modulo di testamento biologico avanzato in Italia, che è stato poi ripreso anche da altre Associazioni fino a diventare tema di un dibattuto disegno di legge. Sin dall’inizio si è impegnata nella pubblicazione di Bioetica.

Il Programma completo qui

giovedì 15 ottobre 2009

Blog Action Day - Manuale per Comunità piene di energia

Mondo in bilico è il titolo del film dell’ex vice-presidente statunitense Al Gore che affronta la crisi sistemica della terra. L’impronta ecologica delle società umane – ed in particolare di alcune di esse – pesa infatti così prepotentemente sul pianeta da rischiare di schiacciarlo e sgretolarlo. Ma quello che in questa sede si vuole mettere in luce è il fatto che – forse – sembra che tale eventualità cominci ad essere guardata con il realismo che richiede, presupposto necessario, anche se non certamente sufficiente, per l’agire. È diventata in particolare analisi condivisa, e non più oggetto di continue, ironiche refutazioni, che la domanda di energia, in prevalenza di origine fossile, delle filiere produttive, dei trasporti e dei consumi civili non è compatibile con la stratificazione insediativa che si è stabilita nel tempo: in particolare la diffusione massiccia di composti chimici che bloccano negli strati bassi dell’atmosfera le radiazioni a onde lunghe emesse dal nostro pianeta hanno alterato la precedente regolazione dell’effetto serra, mentre la degradazione in calore di parte consistente dell’energia utilizzata alimenta anch’essa ulteriore incremento della temperatura.
Scarica il manuale qui

mercoledì 14 ottobre 2009

martedì 13 ottobre 2009

lunedì 12 ottobre 2009