lunedì 16 marzo 2015

Predicazione di domenica 8 marzo in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera delle Donne. Il culto è stato tenuto dalle sorelle della nostra chiesa e la predicazione su Giovanni 13,1-17 è a cura di Ludovica Pepe Diaz e Carmela D’Ursi

Or prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta per lui l'ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,  Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio se ne tornava, si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse. Poi mise dell'acqua in una bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai discepoli, e ad asciugarli con l'asciugatoio del quale era cinto. Si avvicinò dunque a Simon Pietro, il quale gli disse: «Tu, Signore, lavare i piedi a me?» Gesù gli rispose: «Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai dopo». Pietro gli disse: «Non mi laverai mai i piedi!» Gesù gli rispose: «Se non ti lavo, non hai parte alcuna con me». E Simon Pietro: «Signore, non soltanto i piedi, ma anche le mani e il capo!» Gesù gli disse: «Chi è lavato tutto, non ha bisogno che di aver lavati i piedi; è purificato tutto quanto; e voi siete purificati, ma non tutti». Perché sapeva chi era colui che lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete netti».Quando dunque ebbe loro lavato i piedi ed ebbe ripreso le sue vesti, si mise di nuovo a tavola, e disse loro: «Capite quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io. In verità, in verità vi dico che il servo non è maggiore del suo signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato. Se sapete queste cose, siete beati se le fate. (Giovanni 13,1-17)

Gesù ha concluso i suoi discorsi pubblici ora si rivolge, in forma privata ai suoi amici. Così abbiamo un resoconto di quello che succede tra lui e i suoi discepoli.

Questi versetti raccontano ciò che Gesù dice ai suoi discepoli la sera prima di morire, dando loro le istruzioni finali per prepararli alla sua morte e resurrezione, eventi che hanno cambiato la loro vita per sempre. E Gesù sa che sarà tradito da uno di loro, rinnegato da un altro e abbandonato da tutti, tuttavia in quel momento importante mostra loro tutta la portata del suo amore. Dio ci conosce completamente come Gesù conosceva i suoi discepoli.

Possiamo individuare quattro ragioni del comportamento di Gesù in questa circostanza:
primo: mostrare la natura del suo amore incondizionato per i suoi discepoli (vv. 1-2)
secondo: esprimere l'amore incondizionato attraverso il suo modo di farsi servo (vv. 3-5)
terzo: illustrare il suo amore tramite l'umile servizio di lavare i piedi. (vv. 6-11) Si tratta di un importante cambiamento di paradigma, che indica non solo uno scambio padrone-servo, ma anche una trasformazione spirituale.
Quarto: dare un esempio dell'amore incondizionato che dovrebbe caratterizzare tutti i credenti i quali dovrebbero essere “il servo dei servi” (vv. 12-17).

La chiave di questo capitolo è l'amore. L'amore è dare la propria vita, quindi amare fino alla fine. Gesù lo ha dimostrato durante tutto il suo ministero e ha continuato fino alla fine, non ha mai smesso di amare, anche quando c'erano alcune persone che non credevano nel suo ministero. Non ha abbandonato i suoi amici è rimasto accanto a loro. Non ha mai cessato di amare e prendersi cura di loro ed è con la crocifissione che assistiamo all'ultima rivelazione della pienezza di tale amore.
Infatti tutto l'evangelo di Giovanni si concentra sull'amore incondizionato. L'amore di Dio non è statico o egocentrico ma raggiunge e attira gli altri.
Anche noi ci possiamo domandare in cosa e dove vediamo il vero amore di Dio all'opera nel mondo di oggi?

L'amore incondizionato esemplificato nell'essere servo al vv.3-5
“Gesù si alzò da tavola, depose le sue vesti e preso un asciugatoio se lo cinse”
Gesù il servo modello ha mostrato il suo essere servo ai suoi discepoli. Lavare i piedi agli ospiti era un lavoro che svolgeva il servo della famiglia quando arrivavano gli ospiti. Ma Gesù si avvolge un asciugamano intorno alla vita, come avrebbe fatto lo schiavo, e lava e asciuga i piedi dei discepoli.
Siete disposti a seguire l'esempio di Gesù di servire?
In alcune culture lavare i piedi era un atto che le mogli facevano ai mariti, i figli ai loro genitori e i discepoli ai loro insegnanti. Da questo punto di vista Gesù -il maestro- ha condotto i suoi discepoli in una situazione nuova, ha invertito il suo ruolo con quello dei discepoli.
Gesù che lava i piedi dei discepoli è un simbolo di amore incondizionato e un esempio di servizio. Se vogliamo amare Dio, dobbiamo essere umili nel vero senso della parola e con tutto ciò che comporta. Pertanto vediamo che l'umiltà è la forza dell'amore incondizionato.

Si tratta di un importante cambiamento, che non solo indica uno scambio padrone-servo, ma anche una trasformazione spirituale.
Immaginate di essere Pietro mentre guarda Gesù che lava i piedi degli altri, poi lo vede avvicinarsi sempre di più a lui, vedendo il suo maestro comportarsi come uno schiavo, non capisce è confuso, non ha ancora capito l'insegnamento di Gesù, per essere un buon leader bisogna saper servire. Per Pietro sarebbe stato più appropriato fosse stato un discepolo a lavare i piedi a Gesù,
l'orgoglio e la propria volontà che sono al centro di ogni peccato, vengono fuori dalla sua risposta.
E noi come avremmo agito?
Pietro dice: “Signore, tu vuoi lavare i piedi a me?”
Gesù risponde: “Ora tu non capisci quello che faccio lo capirai dopo”
Pietro replica: “No, tu non mi laverai mai i piedi”
Gesù ribatte: “Se io non ti lavo, tu non sarai veramente unito a me”
Pietro risponde: “Signore, non lavarmi soltanto i piedi ma anche le mani e il capo”
Se Pietro vuole condividere Cristo Gesù e la vita eterna che viene attraverso la fede in Cristo, allora deve essere lavato da Gesù. Noi tutti dobbiamo essere lavati da Gesù, se vogliamo vivere e servire con amore.
Dopo che Gesù ebbe finito di lavare i piedi dei discepoli, riprese il suo mantello, tornò al suo posto a tavola e chiese: “Capite quello che ho fatto per voi” v. 12. Gesù non ha lavato i piedi dei suoi discepoli per incoraggiarli ad essere gentili l'un l'altro. Il suo obbiettivo era quello di estendere la sua missione su questa terra dopo la sua morte. I discepoli, come noi oggi, avevano il compito di andare nel mondo a servire e annunziare il messaggio della salvezza.
E Gesù dice ancora “dunque se io il Signore e Mastro, vi ho lavato i piedi anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Io vi ho dato un esempio perché facciate come io ho fatto a voi” vv, 14-15
Che cosa voleva dire? Alcune confessioni cristiane hanno stabilito una cerimonia di lavanda dei piedi, sia come servizio separato sia come parte del servizio del Giovedì o Venerdì Santo. Alcuni potrebbero obbiettare però che Gesù non ha detto di fare quello che Lui ha fatto ma come Lui l'ha fatto.
Tutti i credenti in Cristo Gesù devono manifestare l'amore incondizionato di Dio che Egli ha rivelato, servendo gli altri senza distinzione di genere, razza, età, etnia, ceto o status sociale. Si può mantenere la posizione di leader ma l'esercizio della leadership deve seguire il modello di servizio di Gesù. Se Gesù ha assunto il ruolo di servo ed Egli è il nostro Signore e Maestro, allora noi che professiamo di essere suoi servi dovremmo fare lo stesso. Gesù aggiunse “Certamente un servo non è più importante del suo padrone e un ambasciatore non è più grande di chi lo ha mandato”. Questo ci ricorda che siamo in missione, Gesù istruì i suoi discepoli ad andare in tutto il mondo e testimoniare agli uomini di tutte le nazioni.

E PER NOI CHE COSA VUOLE DIRE AMORE INCONDIZIONATO?

Il modello di vita, esemplificato nella lavanda dei piedi, è vero amore incondizionato. In quanto cristiani dobbiamo essere come Cristo. Egli vuole che ci occupiamo degli altri, che cerchiamo di capire i loro bisogni e prendiamo l'iniziativa di eseguire piccoli atti di amore.
Cominciamo la giornata riflettendo sugli altri e sopratutto facciamo in modo che il nostro rapporto con Dio non sia ostacolato da alcuna cosa.

L'amore incondizionato viene dall'umiltà, dalla compassione e dall'impegno. Umiltà non è servilismo, non è sottomissione, non è debolezza, ma è un segno di forza e di libertà. Non può essere confuso con modi e sistemi che producono razzismo, classismo, sessismo, abusi o paura.
Per noi donne oggi questo atto di amore incondizionato non deve essere confuso come un atto di sottomissione, ricordiamo ancora le tante e troppe donne uccise in nome di un amore che amore non è, e oggi vogliamo anche dare voce alle tante donne che non hanno potuto urlare la loro disperazione ma che il loro urlo è stato soffocato.
Voglio ricordare l'incontro che ci sarà domani (9 marzo) al Senato della Repubblica con la presenza della presidente della Camera Laura Boldrini, dove saranno presenti delegazioni della Federazione delle chiese evangeliche italiane, dell'ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso e la conferenza episcopale, firmeranno un appello congiunto contro la violenza alle donne, iniziative ecumenica che non ha precedenti.

Meditando su questo passo con le sorelle ci è venuto in mente che per noi un esempio di amore incondizionato è proprio quello di una madre verso suo figlio; nel momento stesso del primo vagito dimentichi tutte le fatiche della gravidanza e tutti i dolori del parto, e capisci che quel esserino lo amerai per tutta la vita nel bene e nel male, INCONDIZIONATAMENTE, proprio come Dio fattosi uomo tramite Gesù Cristo che ci ha accolti come suoi figli e amati nonostante tutto.

Pensando all'amore incondizionato ci viene in mente Rebecca, che lasciò la sua famiglia d'origine che era pagana non seguendo nessuna tradizione del suo popolo, ma inaugurando per ciò che riguarda le donne l'utopia del movimento verso l'altro, nell'unica preoccupazione di seguire la sua chiamata, e per Isacco ella fu compagna, madre e sorella come ci dicono le scritture.

Amore incondizionato sono le donne e gli uomini che lungo le nostre coste aspettano i barconi della speranza per dare soccorso, a uomini, donne e bambini che vanno verso la speranza di un futuro migliore.

Amore incondizionato sono anche le migliaia di braccia che si uniscono, arrivando da tutte le parti del paese per liberare dal fango o dalle macerie le nostre città, dopo terremoti o alluvioni.

Amore incondizionato è quando dai tutta te stessa per accudire chi soffre, chi è molto malato;
ho provato vari tipi di sofferenza superate soltanto con grande amore, e la sofferenza più grande è stata per la malattia di mia sorella, malattia che ti distrugge piano, piano, e ti allontana dai tuoi affetti più cari, non a tutti è dato sopportare tale dolore, anche a me molti mi consigliavano di non andare più da lei, intanto per lei non cambiava niente, ma era per me che cambiava molto, perché mi accorgevo che l'amavo sempre di più e volevo in qualche modo farglielo capire e sono convinta che lo ha percepito. È soltanto l'amore incondizionato che mi ha dato la forza di andare avanti anche se devo dire di non essermi mai sentita sola, c'era sempre con me una mano invisibile che mi sosteneva.

Amore incondizionato può esserci anche per il proprio compagno e la propria compagna - perché no? - ma nel rispetto reciproco, scambiandosi anche i ruoli, perché avere paura?
Il cambiamento di ruoli può tradursi in lezioni di amore incondizionato. Lo Spirito Santo ci insegnerà a vedere, sentire e identificare il vero amore nel Corpo di Cristo e nel mondo.
Qualunque sia il nostro ruolo dobbiamo essere in linea con l'esempio di Gesù: servire con entusiasmo non per dovere; essere interessato a quello che puoi dare non a ciò che puoi ricevere.
Gesù pone a tutti noi la domanda: “Capite quello che ho fatto per voi”
Egli era Dio e uomo nello stesso tempo. Aveva un atteggiamento umile e servizievole, ma non dimentichiamo che era e sarà sempre il nostro Maestro. Noi siamo suoi seguaci e dobbiamo fare nostra ogni possibilità di seguire il suo esempio. Ma ricordiamoci che Gesù non ha detto di fare quello che Lui ha fatto ma come Lui l'ha fatto.
Prendiamo tempo per manifestare semplici atti di amore, come per esempio esprimere apprezzamento per le persone senza badare a come sono, ogni giorno incoraggiamo qualcuno, e cerchiamo di ascoltare gli altri, guardiamo ciò che vi è di buono in ciascuna persona. Dio vuole usare il nostro sorriso, il nostro abbraccio il nostro servizio per dare conforto a coloro che sono scoraggiati e piangono di nascosto. Pratichiamo l'amore incondizionato, essendo gentili, amorevoli, umili, genuini e giusti. Queste semplici azioni portano guarigione e pace e saremo sorpresi dalla grazia eterna di Dio.

Gesù conclude dicendo: “Ora sapete queste cose, ma sarete beati quando le metterete in pratica” (v.17). Amen

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