giovedì 15 agosto 2019

Predicazione didomenica 7 luglio su 1 Timoteo 1,12-17 a cura di Giovanni Pistone

1 Timoteo 1, 12-17

12 Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, 13 che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità; 14 e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù. 15 Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. 16 Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna. 17 Al Re eterno, immortale, invisibile, all'unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.



I nostri maestri ci insegnano che la prima e seconda lettera a Timoteo e
la lettera a Tito, si chiamano *lettere pastorali* perché parlano,
sopratutto, della chiesa e dei suoi pastori. La chiesa e i suoi pastori
sono un'opera dello Spirito che realizza un comando e una promessa del
Risorto. Secondo la testimonianza di Matteo 28, 16-20, il Risorto
incarica i discepoli di una missione. Leggo.

Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. E, vedutolo, l'adorarono; alcuni però dubitarono. E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».

Come i discepoli mettono in atto questo comando, quando lo spirito della
Pentecoste scende per aiutarli a superare i lodo dubbi, è raccontato
negli Atti degli Apostoli, che i nostri maestri attribuiscono
all'evangelista Luca. Sorgono, con gli apostoli, altri evangelisti, che
si spargono predicando la buona novella, e fondano chiese nelle comunità
che li accolgono. Queste comunità si danno un ordinamento e si danno dei
pastori. Dopo un periodo iniziale, si tiene il primo concilio della
chiesa a Gerusalemme. Perché è successo quello che succede sempre nelle
nostre opere: ci sono opinioni e progetti discordanti, sorgono dei
conflitti, è importante considerare tutto e scegliere la via giusta.
Ascoltiamo la lettura del primo brano.

Atti 15, 22-29 Allora parve bene agli apostoli e agli anziani con
tutta la chiesa, di scegliere tra di loro alcuni uomini da mandare ad
Antiochia con Paolo e Barnaba: Giuda, detto Barsabba, e Sila, uomini
autorevoli tra i fratelli. E consegnarono loro questa lettera: «I
fratelli apostoli e anziani, ai fratelli di Antiochia, di Siria e di
Cilicia che provengono dal paganesimo, salute. Abbiamo saputo che
alcuni fra noi, partiti senza nessun mandato da parte nostra, vi hanno
turbato con i loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre. È parso
bene a noi, riuniti di comune accordo, di scegliere degli uomini e di
mandarveli insieme ai nostri cari Barnaba e Paolo, i quali hanno messo
a repentaglio la propria vita per il nome del Signore nostro Gesù
Cristo. Vi abbiamo dunque inviato Giuda e Sila; anch'essi vi
riferiranno a voce le medesime cose. Infatti è parso bene allo Spirito
Santo e a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose,
che sono necessarie: di astenervi dalle carni sacrificate agli idoli,
dal sangue, dagli animali soffocati, e dalla fornicazione; da queste
cose farete bene a guardarvi. State sani».

In questo estratto notiamo due cose, per tornarci dopo. Prima di tutto,
si parla di rapporti tra comunità e si parla di persone con il loro
nome: le opere dello spirito le fanno, in pratica, singoli che agiscono
in modo coordinato. Poi notiamo che le norme sono estremamente
importanti per le comunità, forse più di qualunque esigenza pratica: in
questo caso le norme sembrano riguardare l'idolatria, le regole
alimentari, le regole sessuali.

Nella seconda lettura Paolo incontra il nostro personaggio, Timoteo.
Ascoltiamo la lettura.

Atti 16, 1-5 Giunse anche a Derba e a Listra; e là c'era un
discepolo, di nome Timoteo, figlio di una donna ebrea credente, ma di
padre greco. Di lui rendevano buona testimonianza i fratelli che erano
a Listra e a Iconio. Paolo volle che egli partisse con lui; perciò lo
prese e lo circoncise a causa dei Giudei che erano in quei luoghi;
perché tutti sapevano che il padre di lui era greco. Passando da una
città all'altra, trasmisero ai fratelli, perché le osservassero, le
decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani che erano a
Gerusalemme. Le chiese dunque si fortificavano nella fede e crescevano
ogni giorno di numero.

Notiamo ancora che gli evangelisti che operano per conto dello spirito,
oltre ad avere un nome, hanno anche un famiglia, un padre e una madre.

Molto tempo dopo la loro prima missione, Paolo scrive una lettera di
istruzioni a Timoteo che ha lasciato come pastore della comunità metre
lui proseguiva nel suo incessante viaggiare. Timoteo è un credente di
madre ebrea e di padre greco. Nell'ebraismo, l'appartenenza al popolo si
eredita dalla madre, ma è il padre che accompagna il figlio alla
circoncisione. Paolo, per Timoteo, agisce come padre, circoncidendolo e
prendendolo con sè per associarlo alla sua opera.

Timoteo ci appare come una persona sospesa a metà tra due mondi, quello
ebreo e quello greco. In un certo senso, è il prototipo del primo
cristiano. Infatti il primo cristianesimo nasce dalla fusione e dal
contrasto di questi due mondi. Un dibattito che è durato secoli. Il
credo che confessiamo nel culto è una testimonianza di una prima antica
sintesi.

La figura di Timoteo ci aiuta a capire perchè i dibattiti sulla legge
sono così importanti nei vangeli, molto più importanti di quanto noi
possiamo, sulla base della nostra esperienza personale, immaginare.
Possiamo farcene un'idea osservando le lacerazioni che colpiscono le
comunità islamiche a contatto con il mondo europeo. Anche per l'Islam le
tematiche della legge sono molto rilevanti, proprio riguardo a quei temi
di cui parla la lettera degli anziani di Gerusalemme: l'idolatria, le
norme alimentari, le norme sessuali.

La lettera a Timoteo parla ad un Timoteo ormai installato nella sua
chiesa. È una lettera rivolta alla gestione della chiesa, ormai
stabilizzata, alla ricerca di un suo funzionamento che le permetta di
essere quello che deve essere, secondo il mandato del Risorto.

La lettera inizia con i saluti, poi indica a Timoteo la necessità di
resistere a falsi insegnamenti che si diffondono nella chiesa. Poi,
stranamente, Paolo parla di sé.

1 Timoteo 1, 12-17 Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo
Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia,
ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un
persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché
agivo per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore
nostro è sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù.
Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che
Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io
sono il primo. Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché
Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io
servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per
avere vita eterna. Al Re eterno, immortale, invisibile, all'unico Dio,
siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Fino ad ora vi ho detto quello che i nostri maestri ci insegnano. Ora
devo addentrarmi in un discorso più personale su temi su di esegesi su
cui non c'è accordo.

Non è veramente strano che Paolo parli di sè in una lettera di
istruzioni a Timoteo. Infatti, ho letto la storia negli Atti come la
storia dell'adozione di Timoteo da parte di Paolo. Timoteo riceve a
Paolo il segno della paternità (la circoncisione) e l'eredità della sua
opera di evangelizzazione dei pagani. Timoteo è ben attrezzato,
esattamente come lo è Paolo stesso, a respingere le pretese eretiche sia
dei giudei che dei greci. Paolo parla di sè in una lettera al figlio
Timoteo a proposito della comune impresa perchè questo è il linguaggio
dei padri: "Io ho fatto questo, tu cerca di andare avanti, e non tornare
indietro". In questo senso, Paolo parla a tutti i pastori della chiesa
di tutti i tempi.

Ascoltiamo ancora:

Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro
Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo
servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un
violento; Paolo attribuisce la propria forza, cioè l'efficacia
della sua missione, a Cristo, che lo ha trovato affidabile, malgrado
all'inizio fossi un nemico di Cristo. La virtù umana che è stata
utilizzata è l'affidabilità, il meritare fiducia.

ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella
mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con
la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù. Il mio peccato era
dovuto a ignoranza e non malizia, dunque è stato facilmente
cancellato dalla grazia.

Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata:
che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei
quali io sono il primo. Questa mia chiamata si appoggia sulla
verità della venuta di Cristo per la salvezza.

Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo
dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi
di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere
vita eterna. La ragione per cui mi è stata fatta misericordia è è
che potessi essere di ispirazione per i credenti, specialmente
essendo pastore.

Da questa lettura ricavo questo insegnamento. La chiesa cristiana è
stata voluta da Cristo ed edificata nelle nazioni e nei secoli da
pastori sostenuti dallo spirito. Il suo primo scopo è insegnare a tutte
le persone, in tutti i paesi, e in tutti i tempi che Cristo Gesù è
venuto nel mondo per salvare i peccatori. Questa verità ne contiene
tante altre, tutte buone e sante, ma che sono subordinate a quella e
che, da sole, non possono costituire la chiesa.

Ogni chiesa agisce esclusivamente per mezzo dei suoi membri e dei suoi
pastori, aiutandosi con la legge che la ordina, guidata dalla memoria di
ciò che stato, in particolare la predicazione delle scritture, e guidata
dalla speranza di giò che deve essere. Non ci sono altri contributi
positivi. Per questo deve avere particolare cura per la trasmissione
critica da una generazione all'altra dei contenuti della sua fede, come
da Paolo a Timoteo.

Alla fine, ripetiamo l'invocazione di Paolo a Dio: Al Re eterno,
immortale, invisibile, all'unico Dio, siano onore e gloria nei secoli
dei secoli. Amen

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