domenica 10 giugno 2018

Predicazione di domenica 10 giugno 2018 sul tema "Il regno di Dio" - Culto con Scuola Domenicale a cura di Marco Gisola

La Bibbia parla molto del Regno di Dio. Ogni testo che parla del Regno dice cose un po’ diverse, perché il regno ha tanti aspetti e un singolo brano biblico non può raccontarli tutti.
Quindi, per prepararci al culto di oggi, ne abbiamo letti diversi, per la precisione sei: sei testi che parlano del Regno di Dio e per ciascuno di essi, abbiamo cercato una parola o un'espressione che potesse riassumere quello che quel brano dice del regno.
È importante infatti che ciò che leggiamo nella Bibbia ci faccia riflettere, ci faccia pensare. Questo è il modo in cui la Bibbia – nella quale incontriamo la Parola di Dio – agisce dentro di noi, facendoci riflettere su ciò che ascoltiamo e così cambiandoci e cambiando la nostra vita.
Quindi oggi vi proponiamo sei parole, o sei espressioni, che ci aiutino a riflettere nei prossimi giorni.


Marco 1,14-15
Dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù si recò in Galilea, predicando il vangelo di Dio e dicendo: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo».


La prima parola che incontriamo, proprio all’inizio della predicazione di Gesù, è CAMBIAMENTO. Gesù dice “ravvedetevi”, però noi abbiamo detto che nel testo originale c’è una parola greca che significa “cambiare mente”.
La parola “ravvedetevi” oggi noi la intendiamo in senso morale: “sei stato cattivo, devi diventare bravo”. Ovvio che diventare bravi non è mai sbagliato, ma la parola che dice Gesù vuole dire molto di più: vuol dire: cambia vita, cambia modo di pensare, cambia orizzonte.
Questa è la prima parola che Gesù pronuncia pubblicamente. Gesù annuncia un tempo nuovo: “il tempo è compiuto, il Regno di Dio è vicino”. È vicino perché è arrivato Gesù, Gesù è vicino e se Gesù è vicino cambia tutto, cambia la vita, cambiano le regole della vita, cambia il modo di vedere Dio e di vedere il prossimo.
Credete al vangelo”: ecco il primo cambiamento: credete al vangelo – dice Gesù – credete cioè alla buona notizia che Dio vi ama e credete che io (Gesù) sono venuto per dirvelo e per dimostrarvelo.
Dio vi ama, Dio vi perdona, Dio guarisce e libera, Gesù è venuto a fare e a dire tutto questo. c’è solo bisogno di crederci, cioè di fidarsi e di affidarsi.
Il primo cambiamento è fidarsi, credere al vangelo. Il secondo è che se Dio ama me, ama anche te e vuole che io – che sono amato da Dio – amo te – che sei amato da Dio come me.
Il secondo grande cambiamento è che l’altro è il mio prossimo e non il mio avversario. Dio mi chiede di guardare l’altra persona non con gli occhi dell'invidia, della gelosia, del rancore, ma con gli occhi del fratello o della sorella.
Cambiamento o cambiate mente. Ecco la prima parola che ci insegna che cosa è il Regno di Dio. Quando il regno è vicino – quando Gesù è vicino – nulla è più come prima, Dio è amore e l’altro è il mio prossimo.


Matteo 5,1-12
Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui, ed egli, aperta la bocca, insegnava loro dicendo:
Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.
Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
B
eati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.


Le beatitudini ci parlano del Regno di Dio e ci dicono per chi è il Regno di Dio. Del regno si parla due volte, ma abbiamo detto che tutte le affermazioni che seguono ogni beatitudine in realtà ci parlano del Regno di Dio: quando Gesù dice «Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati» intende dire: saranno consolati da Dio, nel suo regno.
E quindi una parola che ci hanno suggerito le beatitudini è “CONTRARIO”, perché per chi soffre, per chi piange, per chi sta male, per chi è povero il Regno di Dio è il contrario della situazione che sta vivendo.
Gesù non vuole che le persone piangano, soffrano, ecc. quindi proprio a loro promette di rovesciare la loro situazione.
Chi è afflitto, sarà consolato. Ma poiché chi è afflitto sarà consolato e sa che sarà consolato, perché è Gesù che lo dice, è già beato ora, perché riceve questa promessa. Beato non vuol dire che va tutto bene, ma vuol dire che le cose smetteranno di andare male.
E poi però ci sono altre beatitudini che non parlano del contrario, per esempio: «Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta».
Qui non è il contrario, qui Gesù parla di chi vive in COERENZA con il Regno di Dio, potremmo dire che vive come Dio vuole: poiché il Regno di Dio è il regno della misericordia, del perdono, chi sa perdonare e essere misericordioso vive già ora il regno.
Così è per chi si adopera per la pace, per chi è mansueto… chi si comporta così – e noi ogni volta che riusciamo a vivere così - vive già frammenti del regno e quindi è beato.


Matteo 6,31-33
Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più.


Alla fine del suo discorso sulle preoccupazioni, Gesù pronuncia questa frase: «Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più». Questa frase, detta così, tra molte altre cose ci sorprende quasi. Gesù ci dice che cosa cercare: il Regno e la giustizia di Dio.
La parola “regno” già dice tantissimo, eppure Gesù sente il bisogno di aggiungere un’altra parola, un’altra cosa che dobbiamo cercare nella nostra vita di tutti i giorni: la giustizia, la giustizia di Dio.
La parola che più si avvicina al senso profondo del regno è giustizia.
Se nel mondo vi fosse giustizia – cioè se tutti fossero liberi, se tutti potessero vivere in pace, se tutti avessero gli stessi diritti e nessuno fosse oppresso o discriminato - allora il mondo sarebbe molto diverso e sarebbe quasi come lo vuole Dio.
Ma la giustizia di Dio è ancora di più della migliore giustizia che possiamo immaginarci. La giustizia di Dio è quel “di più” di amore e di perdono di cui ci parlano le beatitudini.
Cercare la giustizia è già molto, cercare la misericordia, la mansuetudine, la pace, ecc è cercare quel di più che è la giustizia di Dio che Gesù ci ha insegnato.


Matteo 13,24-30
Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo. Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. Quando l'erba germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: "Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?" Egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo". I servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a coglierla?" Ma egli rispose: "No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò ai mietitori: 'Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio'"».


Gesù per parlare del Regno di Dio ha raccontato tante parabole. Noi ne leggiamo tre, molto brevi. La parabola delle zizzanie è conosciuta e ci dice una cosa semplice.
Il Regno di Dio nella nostra vita, non è separato da tutto il resto della nostra vita, ma anzi è mescolato con tutto il resto, proprio come in quel campo le erbe buone sono mescolate con le erbacce: per questo abbiamo scelto la parola “MIX”, per dire che il Regno di Dio è mescolato al resto.
Il bene è mescolato al male – anche dentro di noi; il perdono che ogni tanto riusciamo a dare è mescolato all’incapacità di perdonare che spesso invece prevale; la generosità è mescolata all’avarizia, e così via.
Il mondo non è in bianco e nero, buoni di qui e cattivi di là, il mondo è fatto di mescolanze di tanti colori, belli e brutti.
E la parabola di Gesù ci chiede di non voler separare ciò che è mescolato, perché ci penserà Dio a separare. Perché se volessimo fare noi i giudici, sicuramente strapperemmo anche l’erba buona insieme a quella cattiva.
Dobbiamo per il momento accettare che il Regno di Dio sia mescolato a tutto il resto, sia ostacolato da ciò che gli è contrario, sia a volte anche un po’ soffocato dalle erbacce della malvagità umana.
Quel che conta è che il Regno di Dio – cioè Dio - c’è ed è all’opera. Ed è quello che ci racconta la prossima parabola


Matteo 13,31-32
Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi; ma, quand'è cresciuto, è maggiore degli ortaggi e diventa un albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami».

Leggendo questa parabola, ci è subito venuta in mente la parola “piccolo”. È piccolo il seme di senape che l’uomo della parabola mette nel terreno.
Ma poi diventa grande, e allora abbiamo scelto l’espressione: “DA PICCOLO A GRANDE”. Che cosa ci dice questa parabola? Ci dice che il Regno di Dio non si nota, non si vede, è come un piccolo seme, che poi viene messo nella terra e quindi scompare.
Ma poi, ciò a cui quel piccolo seme dà vita è un grande albero, una cosa molto più grande del piccolo semino di partenza. Un piccolo seme produce un frutto così grande.
E la parabola non ci dice soltanto che quell’albero è grande, e magari è anche bello. Ci dice che quell’albero è utile, perché gli uccelli possono andare a ripararsi tra i suoi rami.
Così, l’azione di Dio è invisibile, non si vede, come il seme nesso sotto terra. Ma gli effetti di questa azione sono grandi e sono utili, danno riparo e forza e speranza a tante persone.
Anche Gesù era solo un piccolo uomo, che è stato maltrattato ed è finito anche male.
Ma quante persone hanno avuto e hanno fiducia in lui e quante vite sono state trasformate dall'incontro con lui?
Ancora oggi, Dio agisce attraverso la sua Parola, attraverso queste storie che noi rileggiamo e ascoltiamo. Sono solo storie antiche, ma noi crediamo che queste storie, come un seme seminato dentro di noi, possano cambiare la nostra vita.


Matteo 13,33
Disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta sia tutta lievitata».

L’ultima parabola ci dice una cosa simile alla precedente, ma con una sfumatura diversa: qui Gesù mette l’accento sul fatto che il lievito è NASCOSTO.
Il Regno di Dio è come il lievito che fa lievitare la pasta. Quando è mescolato con la pasta il lievito non si vede più, però c’è, e agisce, e la pasta quando è lievitata non è più uguale a com’era prima.
Così è – lo dicevamo prima – l’azione di Dio, della sua Parola, dell’evangelo: è nascosta, non si vede mentre agisce, si vedono gli effetti, i frutti come l’albero della senape, come la pasta lievitata.
Quando dunque a volte ci viene da chiederci: “ma Dio dov’è? Che cosa fa?”, possiamo ripensare a questa parabola: Dio è nascosto, la sua azione non si vede ma c’è e – grazie a Dio! - qualche volta se ne vedono gli effetti:
quando le cose cambiano e quando noi cambiamo; quando c’è giustizia; quando c’è misericordia; quando qualcuno lavora per la pace, quando gli afflitti vengono consolati e gli affamati vengono saziati…
E agisce mescolandosi alla nostra umanità, servendosi della nostra umanità, facendosi strada attraverso e nonostante le nostre colpe e la nostra piccolezza.
Il Regno di Dio è Dio che regna già oggi su di noi attraverso la sua parola che trasforma la nostra vita e il nostro mondo.
Per questo noi lo ringraziamo e gli chiediamo: “venga il tuo regno”, come ci ha insegnato Gesù: venga il tuo regno nelle nostre vite e venga per tutta l’umanità.


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