LA
TENTAZIONE DEL POTERE
(Biella,
10 marzo 2019)
Testi
delle letture : 1
Sam 8,1-22; Lc 4,5-8
1 Quando Samuele divenne vecchio, nominò i suoi figli giudici d'Israele. 2 Suo figlio primogenito si chiamava Ioel e il secondo Abia; essi esercitavano la funzione di giudici a Beer-Sceba. 3 I
suoi figli però non seguivano le sue orme, ma si lasciavano sviare
dall'avidità, accettavano regali e pervertivano il giudizio. 4 Allora tutti gli anziani d'Israele si radunarono, e andarono da Samuele a Rama 5 per
dirgli: «Ecco tu sei ormai vecchio e i tuoi figli non seguono le tue
orme; stabilisci dunque su di noi un re che ci amministri la giustizia,
come lo hanno tutte le nazioni». 6 A Samuele dispiacque questa frase: «Dacci un re che amministri la giustizia in mezzo a noi». Perciò Samuele pregò il SIGNORE. 7 Allora
il SIGNORE disse a Samuele: «Da' ascolto alla voce del popolo in tutto
quello che ti dirà, poiché essi non hanno respinto te, ma me, affinché
io non regni su di loro. 8 Agiscono con te come hanno
sempre agito dal giorno che li feci salire dall'Egitto fino a oggi: mi
hanno abbandonato per servire altri dèi. 9 Ora dunque
da' ascolto alla loro voce; abbi cura però di avvertirli solennemente e
di fare loro ben conoscere quale sarà il modo di agire del re che
regnerà su di loro».
10 Samuele riferì tutte le parole del SIGNORE al popolo che gli domandava un re. 11 Disse: «Questo sarà il modo di agire del re che regnerà su di voi. Egli prenderà i vostri figli e li metterà sui carri e fra i suoi cavalieri e dovranno correre davanti al suo carro; 12 ne farà dei capitani di migliaia e dei capitani di cinquantine; li metterà ad arare le sue terre e a mietere i suoi campi, a fabbricare i suoi ordigni di guerra e gli attrezzi dei suoi carri. 13 Prenderà le vostre figlie per farsene delle profumiere, delle cuoche, delle fornaie. 14 Prenderà i vostri campi, le vostre vigne, i vostri migliori uliveti per darli ai suoi servitori. 15 Prenderà la decima delle vostre sementi e delle vostre vigne per darla ai suoi eunuchi e ai suoi servitori. 16 Prenderà i vostri servi, le vostre serve, il fiore della vostra gioventù e i vostri asini per adoperarli nei suoi lavori. 17 Prenderà la decima delle vostre greggi e voi sarete suoi schiavi. 18 Allora griderete a causa del re che vi sarete scelto, ma in quel giorno il SIGNORE non vi risponderà».
19 Il popolo rifiutò di dare ascolto alle parole di Samuele e disse: «No! Ci sarà un re su di noi; 20 anche noi saremo come tutte le nazioni; il nostro re amministrerà la giustizia in mezzo a noi, marcerà alla nostra testa e condurrà le nostre guerre». 21 Samuele, udite tutte le parole del popolo, le riferì al SIGNORE, 22 e il SIGNORE disse a Samuele: «Da' ascolto alla loro voce e fa' regnare su di loro un re». Samuele disse agli uomini d'Israele: «Ognuno ritorni alla sua città».
10 Samuele riferì tutte le parole del SIGNORE al popolo che gli domandava un re. 11 Disse: «Questo sarà il modo di agire del re che regnerà su di voi. Egli prenderà i vostri figli e li metterà sui carri e fra i suoi cavalieri e dovranno correre davanti al suo carro; 12 ne farà dei capitani di migliaia e dei capitani di cinquantine; li metterà ad arare le sue terre e a mietere i suoi campi, a fabbricare i suoi ordigni di guerra e gli attrezzi dei suoi carri. 13 Prenderà le vostre figlie per farsene delle profumiere, delle cuoche, delle fornaie. 14 Prenderà i vostri campi, le vostre vigne, i vostri migliori uliveti per darli ai suoi servitori. 15 Prenderà la decima delle vostre sementi e delle vostre vigne per darla ai suoi eunuchi e ai suoi servitori. 16 Prenderà i vostri servi, le vostre serve, il fiore della vostra gioventù e i vostri asini per adoperarli nei suoi lavori. 17 Prenderà la decima delle vostre greggi e voi sarete suoi schiavi. 18 Allora griderete a causa del re che vi sarete scelto, ma in quel giorno il SIGNORE non vi risponderà».
19 Il popolo rifiutò di dare ascolto alle parole di Samuele e disse: «No! Ci sarà un re su di noi; 20 anche noi saremo come tutte le nazioni; il nostro re amministrerà la giustizia in mezzo a noi, marcerà alla nostra testa e condurrà le nostre guerre». 21 Samuele, udite tutte le parole del popolo, le riferì al SIGNORE, 22 e il SIGNORE disse a Samuele: «Da' ascolto alla loro voce e fa' regnare su di loro un re». Samuele disse agli uomini d'Israele: «Ognuno ritorni alla sua città».
Cari
fratelli e sorelle,
Siamo
entrati nel tempo della quaresima, che fin dai primi tempi della
Chiesa è stato messo a parte per la istruzione di quelli che
desideravano entrare nella comunità dei credenti; più di un tempo
di penitenza era un periodo di formazione dei catecumeni. Molto
presto anche, in Oriente come in Occidente, questo tempo è stato
segnato da varie tappe di cui ogni domenica di quaresima era come la
soglia. È così che, in Occidente, la prima tappa di questa
formazione era la meditazione delle tentazioni di Gesù: sono il
primo ostacolo che il credente deve superare per poter mettersi al
seguito di Gesù Cristo.
Quest’anno
l’assemblea del circuito della nostra Chiesa propone, come già
l’anno scorso, di fare una serie di predicazioni tematiche e ha
scelto per tema quello del potere. Associando le tentazioni di
Cristo, tema della prima domenica di quaresima, alla proposta del
circuito, ne esce una lettura inattesa di Cristo: Gesù è forse
stato tentato dal potere?
Sembra
impossibile, tanto più che ha più volte manifestato la sua volontà
di mettersi al servizio di tutti. Non ha forse dichiarato che era in
mezzo ai suoi discepoli come colui che serve, pur essendo il maestro
e il Signore? Certo! Ma è stato tale proprio perché aveva vinto la
tentazione del potere. Lo abbiamo sentito nell’evangelo secondo
Luca, quando il diavolo gli mostrò in un attimo tutti i regni del
mondo e gli disse: “Io ti darò tutto questo potere e la loro
gloria, perché mi è stata data, e io la posso dare a chi voglio; tu
dunque, prostrati davanti a me e ogni cosa sarà tua”.
Non
immaginiamoci che, nel deserto, si sia presentato a Gesù un essere
con le corna e la coda per fargli questa proposta; nel deserto Gesù
era solo, solo di fronte a se stesso. Questa tentazione nasceva dal
suo cuore. Così dice infatti la lettera di Giacomo: “Nessuno,
quando è tentato, pensi di essere tentato da Dio, perché Dio
non è tentato dal male e lui stesso non tenta alcuno. Ognuno invece
è tentato dal proprio desiderio che lo attira e lo seduce” (Gc
1,13-14). Così è stato anche per Gesù.
Prima
però di meditare su questo, interroghiamoci sul potere. Il testo del
primo Libro di Samuele proposto per questa domenica ci può aiutare a
dare una risposta.
Siamo
in un periodo cruciale del popolo d’Israele: un tempo di passaggio.
Prima Israele era un insieme di tribù nomadi che si erano man mano
installate nella terra di Canaan e vivevano in un modo più o meno
anarchico: “In quel tempo non c’era un re in Israele; ognuno
faceva come gli sembrava bene” (Gdc 17,6). Tempo quindi di
disordine e dunque di debolezza politica. Israele era regolarmente
vittima di nemici che lo vincevano e lo riducevano in schiavitù,
fino a quando Dio suscitava un salvatore: i giudici, come
Sansone, Gedeone e altri. L’ultimo di essi fu Samuele che,
l’abbiamo sentito, diventato vecchio, stabilì i propri figli
come giudici in Israele. Purtroppo, anziché mettersi al servizio del
popolo, questi figli abusavano del loro potere. Ciò provocò la
collera del popolo che, venuto da Samuele, gli chiese di stabilire
per essi un re, perché diventassero un popolo come gli altri.
Abbiamo anche sentito con quanta tristezza Samuele accolse
questa richiesta. Ma Dio gli spiegò che doveva ascoltare la voce del
popolo perché non era diretta contro Samuele, ma contro Dio stesso.
Israele non voleva più che Dio regnasse su di lui, voleva un re in
carne e ossa, come gli altri popoli della terra.
Samuele
illustrò allora al popolo il “diritto del re”, piuttosto che le
sue pretese. Ricorda ciò che, in quanto esercita il potere, il re
esigerà dal popolo. Uno Stato o una monarchia infatti ha bisogno di
un esercito, di una corte e di una burocrazia, e ciò significa
tasse, corvée, espropriazioni, servi e serve, etc. Conclude poi:
“Allora griderete a causa del re che avrete scelto, ma in quel
giorno il Signore non vi risponderà” (1Sam 8, 18).
Niente
da fare: il popolo vuole il suo re … e poi ne dovrà subire le
conseguenze: una successione di re “che – a parte qualche rara
eccezione – fecero ciò che è male agli occhi del Signore”, fino
a condurre il popolo alla deportazione e all’esilio prima in
Assiria, per il regno del Nord, poi a Babilonia, per il regno del Sud
e Gerusalemme.
Cosa
questo ci dice del potere? Vi è chiaramente uno scontro tra due
visioni del potere: Samuele pensa al potere come una forza che,
anziché proteggere il popolo, lo schiavizza, perché prende il posto
di Dio stesso, il quale non ha esercitato, tramite i giudici, il
“potere” ma la “giustizia”. Il popolo invece vuole un re
potente che s’imponga, faccia guerra ai nemici e li vinca – a
qualunque prezzo.
Non
si può saltare immediatamente dai tempi biblici ad oggi, ma rimane
vero che il potere – lo vediamo purtroppo non solo in Italia –
affascina tanto chi lo esercita, che costui è pronto a tutto pur di
conservare la sua poltrona; lo denunciavano già i profeti: chi è al
potere dice di agire per il bene del popolo ma pasce solo se stesso
(Ez 34,2).
Questo
ci permette di gettare ora uno sguardo su ciò che avvenne a Gesù
nel deserto. Fu tentato, perché era uomo come noi. Non dobbiamo
pensare che il suo essere Figlio di Dio lo proteggesse dai pericoli
che ogni essere umano corre. Anzi, è significativo che le tentazioni
avvengano per lui, subito dopo che ha ricevuto il battesimo da
Giovanni Battista e ha ascoltato la voce che lo designava come Figlio
di Dio. “Ma allora – sembra dire Gesù –, se sono Figlio di Dio
posso esercitare il potere su tutti i regni del mondo”. Sì,
effettivamente, ma solo alla condizione di prosternarti davanti al
potere del male, davanti al divisore. Non c’è potere buono o
giusto; il potere è “diabolico”; tutt’al più ci potrà essere
un potere meno cattivo di un altro.
Qual
è la risposta che Gesù si dà alla tentazione del potere? “È
scritto: ‘Ti prostrerai davanti al Signore tuo Dio e renderai culto
solo a lui’” (Lc 4,8). Gesù ha capito che non così si è figlio
di Dio. L’esercizio del potere non fa i figli di Dio, ma i tiranni
e i dittatori. Per essere e diventare figlio di Dio occorre
prosternarsi davanti al Signore dell’universo la cui potenza non
sta nel potere, ma nell’amore e la misericordia, nella forza
disarmante di un bambino che nasce in una mangiatoia, nel dono di sé
che fa il Crocifisso sotto la scritta: “Questi è il re dei
Giudei”. Non il potere, ma l’obbedienza alla volontà di Dio fa i
figli di Dio. Ciò che vale per Gesù vale anche per noi.
Forse
direte: “Ma non sappiamo qual è la volontà di Dio, come allora
potremmo obbedirgli?” Anche questa è una tentazione di potere.
Vorremmo sapere ciò che è bene e male; lo vorremmo quasi scritto su
due liste a nostra disposizione, il che ci esonererebbe di dover
contare sul Dio vivente. Sapremmo, ormai senza di lui, ciò che
dobbiamo fare e ciò che non si deve fare … e saremmo prigionieri,
non più del re, ma della nostra morale, di quelle due liste!
La
vera questione non è: “Cosa Dio vuole che, in questo preciso caso,
io faccia?”; è invece questa: “Desidero veramente, con tutto il
mio essere, essere obbediente a Dio? È questa la mia più intima
volontà?”. Se così è, possiamo essere sicuri che, in un
modo o in un altro, magari anche senza che ce ne accorgiamo, Dio ci
farà fare la sua volontà. O per dirla in altro modo, il problema
non è: Da quale bocca sentirò la volontà di Dio? Bensì: Il
mio orecchio è davvero pronto ad ascoltarla? Se così è Dio
troverà il modo di farcela sentire e, più ancora, di farcela
fare, come ci ricorda il profeta Ezechiele:
[Dice il
Signore:] Vi darò un cuore nuovo; metterò dentro di voi uno spirito
nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra e vi darò un
cuore di carne; metterò dentro di voi il mio Spirito e farò che
camminiate secondo le mie leggi, che osserviate e pratichiate i
miei precetti (Ez 36,26-27).
Che
questo tempo di preparazione a Pasqua ci serva a desiderare davvero
di essere, nelle mani del Signore, strumenti docili del suo volere di
pace e di bene per tutte le sue creature.
Amen
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