lunedì 25 aprile 2022

Predicazione di domenica 24 aprile 2022 su Colossesi 2,12-15 a cura di Marco Gisola

Colossesi 2,12-15

12 siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti. 13 Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; 14 egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; 15 ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.

Al venerdì santo e a Pasqua abbiamo annunciato che Gesù Cristo è morto e risorto per noi. Il testo di oggi ci dice che il venerdì santo e il giorno di Pasqua siamo morti e risorti anche noi: siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti. Questo è il significato del battesimo cristiano, scrive l’apostolo, questo è ciò che è stato proclamato il giorno in cui siamo stati battezzati, non importa se molto o poco tempo fa, non importa se da bambini o da adulti, se per aspersione o per immersione.

Il tuo battesimo ha questo significato: Gesù Cristo è morto e risorto anche per te. Gesù Cristo è morto e risorto per tutta l’umanità, ma poiché è morto e risorto per delle persone ben precise, con un nome e una esistenza unici, nell’istante del battesimo si annuncia che Gesù Cristo è morto per Tizio o per Caia, che vengono chiamati per nome mentre vengono battezzati. Il testo dice siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui. Siamo stati sepolti e siamo anche già stati risuscitati con lui: mentre lui, Gesù, veniva sepolto e mentre veniva risuscitato, ci portava con sé. Non ci portava né nella tomba e nemmeno in cielo ovviamente, ma ci portava in una nuova vita. La morte e resurrezione di Cristo ha fatto morire e risorgere anche noi, nel senso che ha fatto iniziare per noi una nuova vita in Cristo, come dice l’apostolo “mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti”.

Che cosa caratterizza questa nuova vita? Questo brano parla di almeno due caratteristiche:

1. La prima è il perdono: Voi, che eravate morti nei peccati […], Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati. Siamo stati risuscitati perché siamo stati perdonati. Il peccato è morte, il perdono è vita. Il peccato uccide, il perdono fa risorgere. E non è un modo di dire: il peccato, anche quando non toglie davvero la vita a qualcuno - come nel caso della guerra, del terrorismo, dei femminicidi, ecc. - è però la morte di una relazione. E il perdono è rinascita di una relazione.

Forse “morte” ci sembra una parola troppo grossa, spesso le relazioni non si interrompono, ma molte volte le relazioni si incrinano; non sono uccise, ma sono spesso vengono ferite e le ferite faticano a guarire. Non ci si parla più, oppure ci si parla malamente o alle spalle. Il perdono in questo senso è guarigione, a volte vera e propria rinascita di una relazione e questa guarigione o rinascita si chiama riconciliazione. È ciò che ha fatto Gesù morendo in croce per noi, come dice l’apostolo Paolo quando scrive che “Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione” (2 Cor 5,19).

E il nostro brano di oggi dice che eravamo “morti nei peccati” e che il perdono di Dio ci ha vivificati, ci ha riconciliati con Dio stesso, ci ha fatto capire che mentre il peccato è divisione e rottura, il perdono è riconciliazione, ri-unione e con ciò ci ha resi capaci di cercare la riconciliazione.

Le terribili notizie che ci arrivano ogni giorno dall’Ucraina, oltre a mostrarci tutto il dramma delle vittime, dei profughi e della distruzione, fanno anche riflettere su quanto odio venga seminato ogni giorno che la guerra procede. E anche quando la guerra finirà, l’odio purtroppo rimarrà a lungo. Quando le morti delle persone termineranno, rimarrà la morte dentro le persone, nel cuore di molte persone vive, ma con il cuore pieno di odio. Solo la riconciliazione potrà fare rivivere quelle relazioni interrotte e uccise dal dramma della guerra. Prima bisognerà ovviamente fare giustizia, e poi, per rivivere, dopo la guerra e dopo tutto quell’odio, per risorgere dalle ceneri della guerra, sarà necessario un lungo cammino di riconciliazione.

Non esagera l’apostolo quando dice che è questione di vita e di morte, perché il peccato uccide, il perdono fa rivivere, il peccato separa, il perdono riconcilia. La riconciliazione con Dio l’ha fatta per noi Dio stesso, in Cristo. In lui, nella sua morte e resurrezione, siamo anche noi morti e risorti a nuova vita. Risuscitati perché perdonati.


2. La seconda caratteristica della nuova vita è la libertà. Siamo stati risuscitati perché siamo stati liberati. La parola libertà non c’è nel testo, ma possiamo leggere così l’ultima frase del brano che abbiamo letto, che a prima vista non è così chiara, quando dice che Dio ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.

I “principati” e le “potenze” sono parole che non usiamo più, perché non fanno parte del nostro linguaggio e della nostra cultura. Nel linguaggio del primo secolo “principati” e “potenze” erano delle forze che si pensava potessero dominare gli esseri umani, ed erano legate a una visione del mondo di cui facevano parte anche i demoni, che incontriamo così spesso nel NT. I principati e le potenze sono forze che dominano la volontà umana; i demoni sono forze che si impossessano della volontà umana e fanno fare alle loro vittime ciò che vogliono. È ovvio che questo modo di pensare per noi è superato. Ma ciò che questo modo di pensare e questo linguaggio esprimono è invece sempre straordinariamente attuale.

Ci sono tante forze che cercano di dominare la nostra volontà. A partire da quella antichissima che nella Bibbia va sotto il nome di “mammona”: tutto ciò che ha a che fare non solo con la ricchezza – perché è una forza che ha molto potere anche su chi ricco non è – quanto piuttosto con il possesso. E dunque la moda, il mercato, la finanza, gli oggetti che si desidera possedere. E pensiamo a quell’altra potenza che va sotto il nome di “successo”, che una volta era riservato a personaggi dell’arte e dello spettacolo e oggi, nel mondo dei “social” è invece ricercato da tutti coloro che vogliono essere “influencer”, parola che in sé contiene l’idea del successo ma anche del potere, il potere di influenzare gli altri.

E per tornare a ciò che dicevamo prima, quale potenza ha l’odio, una vera e propria potenza demoniaca, che spinge gli esseri umani a individuare un nemico, un diverso, uno che può diventare nostra vittima. A volte purtroppo è odio religioso, quando la religione sfocia nel fanatismo. A volte è odio nazionalistico, quando il nemico è lo straniero. A volte è la persona che ha la pelle di un altro colore, a volte il nemico di turno invece ha lo stesso colore di pelle, ma è omosessuale o disabile. A volte è semplicemente uno che tifa per una squadra di calcio diversa… Non è forse l’odio una fortissima potenza diabolica, nel senso biblico della parola, cioè che divide, che separa gli esseri umani gli uni dagli altri e li mette gli uni contro gli altri…?

Tutte queste potenze che ci mettono gli uni contro gli altri sono state “spogliate” dice il nostro brano, e Dio ha trionfato su di loro per mezzo della croce. Ce ne ha liberato. Ha trionfato perdendo, a viste umane; ma solo a viste umane. In realtà ha vinto, ha sconfitto l’odio, ma non chi odia. Gesù – lo abbiamo detto nel culto del giovedì santo – secondo il vangelo di Luca è morto perdonando, pronunciando un’ultima parola di riconciliazione. La riconciliazione è stato il trionfo che è avvenuto sulla croce.

E dunque la croce ci ha liberati da tutte queste potenze, dal potere che tutte queste forze hanno su di noi, perché è attraente possedere, influenzare, dominare. Persino odiare è molto attraente per alcuni, perché l’odio è il motore che ci spinge a voler dominare sugli altri.

Sulla croce è stato inchiodato “il documento a noi ostile”, scrive l’apostolo, un termine un po’ oscuro, che potrebbe essere una sorta di elenco di debiti o di prescrizioni legalistiche, comunque qualcosa che vincola e che lega. Potremmo dire che sulla croce è stata crocifissa la nostra schiavitù. 

 

Siamo stati risuscitati perché siamo stati perdonati e perché siamo stati liberati. Questo è il meraviglioso dono che ci è stato fatto tra il venerdì santo e la Pasqua e che viene proclamato su ciascuno e ciascuna di noi nel nostro battesimo. Il dono del perdono e della libertà. Perdonati in Cristo e liberati in Cristo, perché morti e risuscitati con lui. Questo è l’evangelo, la bella notizia che riceviamo questa domenica dopo Pasqua e ogni giorno della nostra vita, che possiamo ricominciare nel perdono e nella liberazione che opera in noi la grazia di Dio.

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