Pensando all'improvvisa scomparsa di Tavo mi viene in mente il Magnificat: «ha operato potentemente con il suo braccio, ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore, ha detronizzato i potenti e ha innalzato gli umili» Luca 1,51sgg. E' morto così facendo la spesa per altri meno fortunati di noi. E' morto sul campo della sua tenace battaglia a fianco degli oppressi, degli emarginati. Nella difesa delle minoranze perchè la ricchezza della nostra umanità
non venisse centrifugata dagli imperativi del mercato. Tavo ci mancherà moltissimo. Mancherà alla sua famiglia, alla sua città, alla nostra chiesa, alla nostra società. Un intellettuale contro corrente, sapeva mettere insieme gli opposti nella difesa di valori importanti, essenziali, veri. L'avevo conosciuto ad Angrogna quando a metà degli anni settantà salì alle Valli valdesi con un gruppo di amici, partecipò al 17 febbraio e ci parlò di Fra Dolcino...era il suo grande tema che, con gli anni, è diventato anche nostro . Quanti ricordi in quelle giornate dolciniane di settembre e quanta calorosa accoglienza nei culti del suggestivo tempio di Pièdicavallo in piemontese, quando
intonava l'inno che non poteva mai mancare. Sapremo raccogliere la sua eredità così schiettamente schierata a favore dei deprivati? O faremo solo della retorica ? Tavo ci ha insegnato, sino al suo ultimo gesto, che nella testimonianza cristiana che annuncia il capovolgimento, che costruisce giustizia e condivisione, che bisogna giocarsi la faccia, che c'è una sola etica che vale in pubblico come nel privato, che Dio vuole autenticità in un mondo di menzogne in cui non si fa nulla senza un preciso tornaconto. Il Signore ha donato per tanti anni Tavo alla nostra chiesa e alla nostra società come messaggio profetico concreto, ci ha rilanciato, ci ha fatto sognare mille volte un mondo nuovo di giustizia e fraternità. Ci sia dato di non sciupare l'eredità morale, culturale e spirituale che Tavo ci lascia ma di proseguirla nell'attesa in cui saremo di nuovo insieme nella luce del Risorto. Purtroppo non posso oggi essere con voi per il funerale perchè chiudo ogni lunedì Riforma che per tanti anni ha ospitato i suoi scritti, le sue riflessioni e qualche sana polemica. Con mia moglie Daniela, con tutti i redattori e tanti amici che Tavo aveva sia a Torino che a Milano dove ora mi trovo, saluto con profondo affetto Bruna e i loro tre figli, chiedo al Signore di aiutarvi ad attraversare la stagione dolorosa della separazione da un uomo straordinariamente libero e fraterno.
Buon coraggio! Vostro Giuseppe Platone
non venisse centrifugata dagli imperativi del mercato. Tavo ci mancherà moltissimo. Mancherà alla sua famiglia, alla sua città, alla nostra chiesa, alla nostra società. Un intellettuale contro corrente, sapeva mettere insieme gli opposti nella difesa di valori importanti, essenziali, veri. L'avevo conosciuto ad Angrogna quando a metà degli anni settantà salì alle Valli valdesi con un gruppo di amici, partecipò al 17 febbraio e ci parlò di Fra Dolcino...era il suo grande tema che, con gli anni, è diventato anche nostro . Quanti ricordi in quelle giornate dolciniane di settembre e quanta calorosa accoglienza nei culti del suggestivo tempio di Pièdicavallo in piemontese, quando
intonava l'inno che non poteva mai mancare. Sapremo raccogliere la sua eredità così schiettamente schierata a favore dei deprivati? O faremo solo della retorica ? Tavo ci ha insegnato, sino al suo ultimo gesto, che nella testimonianza cristiana che annuncia il capovolgimento, che costruisce giustizia e condivisione, che bisogna giocarsi la faccia, che c'è una sola etica che vale in pubblico come nel privato, che Dio vuole autenticità in un mondo di menzogne in cui non si fa nulla senza un preciso tornaconto. Il Signore ha donato per tanti anni Tavo alla nostra chiesa e alla nostra società come messaggio profetico concreto, ci ha rilanciato, ci ha fatto sognare mille volte un mondo nuovo di giustizia e fraternità. Ci sia dato di non sciupare l'eredità morale, culturale e spirituale che Tavo ci lascia ma di proseguirla nell'attesa in cui saremo di nuovo insieme nella luce del Risorto. Purtroppo non posso oggi essere con voi per il funerale perchè chiudo ogni lunedì Riforma che per tanti anni ha ospitato i suoi scritti, le sue riflessioni e qualche sana polemica. Con mia moglie Daniela, con tutti i redattori e tanti amici che Tavo aveva sia a Torino che a Milano dove ora mi trovo, saluto con profondo affetto Bruna e i loro tre figli, chiedo al Signore di aiutarvi ad attraversare la stagione dolorosa della separazione da un uomo straordinariamente libero e fraterno.
Buon coraggio! Vostro Giuseppe Platone
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