domenica 7 marzo 2010

LA BIBBIA CI INTERPELLA

Un libro del teologo Walter BRUEGGEMANN
                                              pubblicato dalle Edizioni SAN PAOLO

tra le sue pubblicazioni:
- Teologia dell'Antico Testamento. 
Testimonianza, dibattimento, perorazione
editrice Queriniana

- Immaginazione Profetica.
 La voce dei profeti nella Bibbia e nella Chiesa
editrice EMI

- I e II Samuele
 editrice Claudiana


"La Bibbia non è un testo lontano e incomprensibile, ma la testimonianza viva e attuale del particolarissimo rapporto che lega Dio e l'uomo. Spesso si distorce la Bibbia considerandola come un libro di sole risposte, una "coperta di sicurezza", un "amuleto portafortuna", una "sacra reliquia" su cui giurare. Altre volte si cerca in essa una soluzione ai nostri dilemmi morali e spirituali o una sorta di "codice di buona condotta". Lungi dall'essere tutto questo, la Bibbia rivela il volto disarmante di un Dio che manda in frantumi ogni nostra idea religiosa e ci interpella nelle fibre più intime della nostra identità di uomini e di credenti, per entrare in relazione con noi."

(dalla IV di copertina)


Copertina del prodotto: 'Entrare nella Parola di Dio'
la scheda del libro qui


"La necessità dell’immaginazione 


La conoscenza della cronologia e della geografia è indispensabile per studiare la Bibbia con serietà, ma non basta a coinvolgerci in essa. A mio parere, la chiave per entrare da protagonisti in questa storia (cosa che presume le dimensioni di conoscenza sopra elencate), e dunque per partecipare alla comprensione della realtà nella prospettiva delal storia dell’alleanza, consiste nell’alimentare l’immaginazione storica. Per immaginazione intendo un atteggiamento di apertura e di sensibilità verso gli elementi di significato che possiamo individuare riflettendo sull’esperienza storica che la comunità preserva. L’immaginazione in riferimento alla Bibbia si esercita soprattutto a partire dalle immagini portanti della sua storia specifica: il faraone, ad esempio, diventa il riferimento simbolico di ogni forma di oppressione; il pane rappresenta lo straordinario dono del nutrimento nel deserto… E nuove storie si aggregano attorno a tali immagini, così che ogni evento di oppressione-liberazione ne richiama altri, come il miracolo che libera dalla morte per fame il popolo di Israele. Ogni ambiente vitale ha un proprio repertorio di immagini, un repertorio che è anche un serbatoio di risorse che danno energia, vita e orientamento. La capacità di stimolare l’immaginazione si contrappone naturalmente al puro interesse per i “fatti” e per la “storia”, che porta a credere solo a quel che è dimostrato e limita la fede a ciò che è empiricamente verificabile. Il parlare per immagini è segno della vitalità che consente alla comunità dei credenti di riconoscere la possibilità e la promessa di trovare novità e guarigione laddove altri si accontentano di misurare, contare e analizzare. Di generazione in generazione, la trasmissione della Bibbia con tutta la sua forza e vitalità è stata possibile grazie a persone dotate di immaginazione, capaci di recepire nuove dimensioni di significato, nuove interconnessioni, nuovi spunti di santità presenti nel testo. In genere, si parla di tutto questo nei dibattiti su “ispirazione e rivelazione”, e non intendo qui affrontare tali dimensioni. Ma la necessità dell’immaginazione è legata anche al fatto che per accostare un testo da protagonisti occorrono energia e audacia, se vogliamo che le sue ricchezze possano essere percepite e accolte."

(citazione dalle pp. 36-37)

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