lunedì 23 settembre 2019

Predicazione di domenica 22 settembre 2019 su Genesi 28,10-22 a cura di Marco Gisola

Biella, 22 settembre 2019
Genesi 28,10-22
Giacobbe partì da Beer-Sceba e andò verso Caran. Giunse ad un certo luogo e vi passò la notte, perché il sole era già tramontato. Prese una delle pietre del luogo, se la mise per capezzale e lì si coricò. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per la scala. Il SIGNORE stava al di sopra di essa e gli disse: «Io sono il SIGNORE, il Dio d'Abraamo tuo padre e il Dio d’Isacco. La terra sulla quale tu stai coricato, io la darò a te e alla tua discendenza. La tua discendenza sarà come la polvere della terra e tu ti estenderai a occidente e a oriente, a settentrione e a meridione, e tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua discendenza. Io sono con te, e ti proteggerò dovunque tu andrai e ti ricondurrò in questo paese, perché io non ti abbandonerò prima di aver fatto quello che ti ho detto».Quando Giacobbe si svegliò dal sonno, disse: «Certo, il SIGNORE è in questo luogo e io non lo sapevo!» Ebbe paura e disse: «Com'è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!» Giacobbe si alzò la mattina di buon’ora, prese la pietra che aveva messa come capezzale, la pose come pietra commemorativa e vi versò sopra dell'olio. E chiamò quel luogo Betel; ; mentre prima di allora il nome della città era Luz. Giacobbe fece un voto, dicendo: «Se Dio è con me, se mi protegge durante questo viaggio che sto facendo, se mi dà pane da mangiare e vesti da coprirmi, e se ritorno sano e salvo alla casa di mio padre, il SIGNORE sarà il mio Dio e questa pietra, che ho eretta come monumento, sarà la casa di Dio; di tutto quello che tu mi darai, io certamente ti darò la decima».


Giacobbe ha appena lasciato la casa di famiglia e sta andando verso la casa dello zio Labano, fratello di sua madre. La madre gli aveva detto di andare dallo zio per chiedere di sposare una delle sua figlie, perché non voleva che sposasse una donna cananea.
In realtà Rebecca sapeva che il fratello di Giacobbe, Esaù, voleva vendicarsi del fatto che Giacobbe gli aveva rubato con l’inganno la benedizione paterna, facendosi passare per suo fratello approfittando del fatto che suo padre Isacco era quasi cieco.
Giacobbe è dunque un uomo in fuga, dal futuro incerto, che non sa che cosa lo aspetti. Nella casa di famiglia è in pericolo, nel paese dello zio non sa ancora che cosa troverà. Ma oltre a essere un uomo in fuga è un disonesto, un truffaldino: ha ingannato il padre per sottrargli la primogenitura e così facendo ha dimostrato di non avere, non dico affetto, ma nemmeno rispetto per suo fratello.
Oltre a tutto ciò, non sembra che a Giacobbe di Dio importi poi granché. E perché dovrebbe quindi Dio occuparsi di lui? Di questo uomo pronto a ingannare chiunque per di ottenere quello che vuole!
Eppure Dio si intromette nella vita e nel viaggio di Giacobbe. E va a visitare Giacobbe, che si crede forte e intelligente, nel momento in cui è più debole e più indifeso: il sonno. Giacobbe deve dormire all’addiaccio, il buio lo ha colto prima che potesse arrivare in un posto sicuro. Usa una pietra come guanciale e dorme.
Dio lo visita attraverso un sogno. Prima di tutto gli fa vedere qualcosa: una scala che collega terra e cielo e degli angeli che la percorrono. Cielo e terra, attraverso la scala, si toccano, sono in contatto, gli angeli, i messaggeri di Dio, vanno su e giù portano la Parola di Dio sulla terra, mettono cielo e terra in comunicazione.
La terra non è senza il cielo e il cielo non è senza la terra. L’umanità non è senza Dio e Dio non è senza umanità. Il cielo – cioè Dio – non è un’entità irraggiungibile e la terra non è abbandonata da Dio a se stessa.
Ciò significa che anche Giacobbe non è senza Dio e Dio non è, non vuole essere, senza Giacobbe. Giacobbe non può più fare quello che vuole, come se esistesse solo lui e Dio non ci fosse, come se quello che accade sulla terra non riguardasse il cielo
E allora, come dice un commentatore, il nucleo di questo racconto sta già nel fatto che Dio si riveli a Giacobbe! Forse noi che conosciamo la continuazione della storia questo può sembrare scontato, ma in realtà non era affatto ovvio.
Giacobbe, diciamocelo, è un poco di buono, un approfittatore e un ingannatore, che per salvarsi la pelle è stato convinto a scappare e a cercare rifugio da uno zio lontano. È questo Giacobbe qui che Dio va a cercare e a dirgli che lui ha qualcosa da dire sulla sua vita, anzi: che vuole lui, Dio, dire una parola decisiva sulla sua vita.
La parola decisiva sulla vita di Giacobbe che Dio vuole dire è una promessa. Con tutto quello che Giacobbe aveva combinato ci si sarebbe potuto aspettare un rimprovero, un castigo… e invece no, Dio si fa incontro a Giacobbe con una promessa.
La promessa è quella classica, quella già rivolta al nonno Abramo e al padre Isacco: è una triplice promessa: la terra, la discendenza e l’essere benedizione per tutte le famiglie della terra. Giacobbe ora un fuggiasco ma Dio gli promette che lo ricondurrà nella terra dove aveva già mandato il nonno Abramo.
Ma a questa promessa si aggiunge una promessa personale: «Io sono con te, e ti proteggerò dovunque tu andrai e ti ricondurrò in questo paese, perché io non ti abbandonerò prima di aver fatto quello che ti ho detto».
Dio promette a Giacobbe la sua presenza e la sua protezione. “Io sono con te” è la promessa che lega Dio a coloro che sceglie e che in generale lega Dio al suo popolo.
Lo prometterà al profeta Geremia: “Non ti vinceranno perché io sono con te per librarti...” (1,19), lo dirà al popolo in esilio in babilonia attraverso il profeta Isaia: “quando dovrai attraversare le acque io sarò con te...” (43,2) e lo ha detto Gesù risorto ai suoi discepoli – e quindi anche a noi – dando loro la missione di andare a tutti i popoli: “io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dell’età presente” (Matteo 28,20).
Questa frase, messa in bocca al credente, diventa invece una confessione di fede, come nel famosissimo verso del salmo 23: “Quand’anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me”.
In fondo era questo il significato della scala che Giacobbe ha sognato: il cielo non è chiuso e Dio non è lontano perché viene in terra, viene a essere con noi, anzi a camminare con noi:
Dio sarà con Giacobbe, ma con un Giacobbe in cammino, in una sorta di esilio, benché un esilio dorato, perché sarà dallo zio dove troverà lavoro e moglie e si farà una famiglia, quella discendenza che Dio gli aveva promesso.
Dio è con Giacobbe. Questo cambia tutto. Giacobbe deve riprendere il cammino, ma non lo riprende da solo, Dio è con lui e la promessa di Dio è con lui. Noi sappiamo che davvero Giacobbe tornerà, tornerà con una grande famiglia e si riconcilierà con il fratello Esaù. La promessa di Dio si realizzerà.
Ma Giacobbe cambia già ora, si rende conto che Dio lo ha visitato e fa due cose: prima fa un piccolo rituale, prendendo la pietra su cui aveva dormito e facendola diventare una pietra commemorativa, un monumento, versandoci sopra dell’olio. Mentre fa questo dà un nome al luogo: Betel, che significa casa di Dio.
Quel luogo da ora in poi sarà legato all'evento che Giacobbe vi ha vissuto. Lì Giacobbe ha incontrato Dio e quella per lui rimane la casa di Dio. Forse a noi può lasciare perplessi legare la presenza di Dio a un luogo, ma in fondo questo gesto di Giacobbe è anche una confessione d fede: qui, dice Giacobbe ho incontrato Dio e questo incontro ha cambiato la mia vita.
E la pietra che ha eretto a mo’ di monumento lo ricorderà per sempre. Del resto anche la storia valdese è piena di luoghi che dei monumenti hanno fatto diventare luoghi della memoria, legati a momenti importanti per la fede della nostra chiesa.
E poi fa un voto, una promessa. Qui Giacobbe rimane Giacobbe e la sua promessa è costellata di “se”: Se Dio è con me, se mi protegge durante il viaggio …, se mi dà pane da mangiare e vesti da coprirmi, se ritorno sano e salvo alla casa di mio padre… Se Dio farà tutto questo allora “il Signore sarà il mio Dio” e Giacobbe gli darà la decima.
Giacobbe insomma è molto pragmatico e vuole verificare che Dio mantenga la promessa. Ma pure, accoglie la sfida e comprende che la promessa che ha ricevuto da Dio implica anche un suo impegno e una sua promessa. Giacobbe non è più solo, ma se la strada si fa in due, anche lui deve prendersi i suoi impegni.
Che cosa dice a noi questa antica storia, un po’ ironica, ma molto affascinante?
Ci dice – come tutta la Bibbia - che Dio non va a cercare i migliori, anzi a volte sembra quasi cercare i peggiori! Dio non va a cercare i migliori, ma ce la mette tutta per rendere migliori quelli che sceglie.
Dio si era legato ad Abramo e alla sua discendenza. Tra Giacobbe e Esaù ha scelto Giacobbe e con Giacobbe fa i conti, con Giacobbe e con tutti i suoi difetti e le sue colpe.
Dio non lo abbandona a se stesso, questo ingannatore patentato, che non ha rispetto per la primogenitura del fratello, e nemmeno per la benedizione paterna che estorce con l'inganno! Dio lo va a cercare e fa i conti con lui.
Non i migliori, non i perfetti, che non esistono: Dio a va a cercare Giacobbe, va a cercare il Giacobbe che è in noi con tutti i suoi difetti e cerca di trasformarlo.
E come cerca di trasformarlo? Dio non lo va cercare con un randello da dargli sulla testa, ma prima con il sogno della scala e poi con la promessa. È la promessa che può trasformare Giacobbe e renderlo un po’ più simile a come Dio lo vuole.
Anche noi Dio viene a cercare per rinnovarci la sua promessa. Lo ha fatto in Gesù e lo fa ogni volta che l’evangelo viene annunciato e la promessa di Dio viene ripetuta: io sono con te.
Oggi la ripete anche a noi: Io sono con te, e ti proteggerò dovunque tu andrai. Dio non ci molla, come non ha mollato Giacobbe. Non ci molla quando siamo soli e non ci molla nemmeno quando siamo colpevoli.
Giacobbe era un uomo solo, colpevole, fuggiasco. Alla fine della sua vicenda sarà un uomo con una grande famiglia, riconciliato con il fratello che aveva ingannato, e ritornerà nella sua terra.
Dio non ci molla. Ovunque andremo, ci inseguirà con la sua promessa alla quale ci richiederà di rispondere con fiducia.

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