martedì 21 luglio 2009

DIARIO DAL TERREMOTO


CAMARDA (AQ): I CAMPI IN ESTATE

di Elisa Carri

Continuiamo a proporre le pagine del "Diario dal terremoto" inviate dai volontari del progetto che le chiese metodiste e valdesi stanno realizzando nelle zone colpite dal terremoto.



Camarda (AQ): i campi in estate
di Elisa Carri

Al ritorno dalla Sardegna dove alcuni sfollati nel Campo di Camarda hanno passato qualche giorno di relax, tutti sono stati contenti della vacanza trascorsa e dell’ospitalità ricevuta, ma qualcuno è stato anche felice di ritornare. Nel Campo c’è chi ha sentito la mancanza di chi è partito, specialmente dei nipotini nonostante il fatto che senza di loro, la vita in tenda è stata meno chiassosa e più in ordine.
Se i forti e lunghi temporali hanno comportato danni alle tende e al terreno sottostante, il caldo afoso di questa settimana ha reso ancora più faticosa la vita nel Campo.
Ovviamente non ci sono alberi nelle tendopoli perché lo spazio è tutto occupato dalle tende che, stando sempre sotto il sole, raccolgono tutto il calore di una giornata. I climatizzatori non riescono a raffreddare l’ambiente a causa delle temperature troppo elevate e stare in tenda è impossibile, specialmente per gli anziani. Difficile è la situazione anche per chi dorme a stretto contatto con gli altri coinquilini, si pensi alle tende da 12 posti letto o a chi, ad esempio, dorme in 3 in un letto matrimoniale.

Durante la giornata la difficoltà di trovare un posto per stare freschi e riposare comporta naturalmente un crescente nervosismo. Pare che il desiderio più frequente si quello di poter dormire in un vero letto comodo e avere un momento di tranquillità e relax.
Per fortuna nel Campo di Camarda c’è un fiume dove fa più fresco e ci sono dei gazebo sotto i quali poter cercare un po’ d’ombra. Ci sono problemi anche durante la notte: non fa più tanto freddo ma, al contrario, tante persone all’interno di un'unica tenda creano calore e quindi forte umidità; non si riesce a dormire bene e per via dei letti scomodi molte persone soffrono di mal di schiena.
Se già è difficile la situazione che si vive nel Campo, con il caldo è molto più accentuata.
Si hanno problemi anche in cucina dove il frigo non riesce a raffreddare le tante bottiglie d’acqua che servono per la mensa.

Oltre ai problemi collegati al clima rimangono quei problemi che oramai rappresentano la quotidianità.
Ci sono delle situazioni estreme, quali una donna anziana che rimasta completamente sola ha bisogno di assistenza continua, e questo comporta dei problemi a livello organizzativo tra i volontari; c’è chi convive in tenda senza parlare con i propri coinquilini per via di litigi e incompatibilità di carattere, e in queste condizioni la convivenza diventa molto delicata e difficile da gestire e affrontare.
Continua il problema della vigilanza dei bambini e della mancanza di una figura adulta che li "controlli" quando non partecipano alle attività organizzate per loro. C’è un operatore del C.O.N.I. la mattina e dei ragazzi della Caritas il pomeriggio che si dedicano a questa fascia d’età, organizzando giochi e attività ricreative.
Il Campo non è molto pulito e non c’è molto rispetto per gli spazi comuni.
La popolazione partecipa con la protezione civile nella gestione del Campo, grazie anche al calendario dei turni che si è stilato, ma non tutti lo rispettano e questo comporta il sorgere di problemi di organizzazione e di collaborazione. La disponibilità delle persone è più frequente la sera e per il giorno, invece, c’è bisogno di organizzarsi meglio.

La terra non smette di "ballare" e la gente si spaventa sempre ad ogni scossa. Sono iniziate le perizie per alcune case e tutti gli abitanti sono in attesa di risposte concrete su ciò che sarà del loro futuro. Si dice che la strada statale 17 bis, che collega Camarda al comune di Paganica, sarà riaperta il 28 di questo mese. Intanto sono iniziati i lavori di preparazione del terreno che verrà adibito per la costruzione dei moduli abitativi e e della strada di collegamento.
Permane un po’ di sfiducia mentre si attende la "nuova" Camarda e nel frattempo i Camardesi nostalgicamente ricordano il loro paese. E’ un gran dispiacere camminare tra i vicoli e vedere che tutto è una desolazione, per le strade non si incontra quasi nessuno, le finestre sono chiuse e non ci sono fiori sui balconi; ma le piante ormai appassite e l’erba alta nei giardini non più curati. Vedere il paese deserto, come non lo è mai stato, specialmente in estate, rattrista notevolmente la popolazione.

20 luglio 2009


tratto dal sito: www.chiesavaldese.org


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