Consiglio comunale a Valle Mosso di sabato 12 dicembre 2.009 * Intervento dell’assessore Aldo Fappani sulla Mozione presentata dalla minoranza "Presenza dei crocifissi in ogni aula scolastica".
Oggi siamo qui per dibattere una Mozione della minoranza di centro destra sulla salvaguardia del Crocifisso in specie nelle scuole statali in quanto da loro ritenuto simbolo che rappresenta in modo assoluto la identità e tradizione nazionale ed europea. Ciò in aperto contrasto con la inoppugnabile e limpida sentenza della “ Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “ di Strasburgo che argomentando dettagliatamente - e appellandosi al rispetto reciproco - si è invece pronunciata contro la presenza di qualsiasi simbolo religioso in modo specifico nelle Scuole Pubbliche in quanto contrario al diritto di libera educazione religiosa. Una storica sentenza di condanna dello Stato italiano ma di assoluta laicità e di pieno rispetto delle persone e delle tradizioni religiose di tutti. E siccome è proprio da questa sentenza che nasce la mozione, essa non è eludibile dalla nostra analisi. E credo che si debba partire da questo dato prima di esprimerci, in quanto la questione se non sottovalutata o ridicolizzata non è affatto “ banale “ bensì “ fondamentale “ sia in termini culturali che di diritto e di democrazia.
* E’ risaputo che il volere appartenere a una qualsiasi fede religiosa si determina come libera scelta di coscienza. Quindi una scelta squisitamente personale che un individuo abbraccia in base a propri convincimenti e proprie sensibilità acquisiti e maturati nel tempo. Perciò non può essere imposta dall’alto da nessuno - ne inculcata subdolamente ne con la forza ricattatrice - tanto meno dal nostro Stato italiano che costituzionalmente risulta laico e non confessionale. Infatti in quanto Stato non rappresenta solamente i cattolici ma tutti i cittadini, tra cui quelli delle altre numerose confessioni, compreso gnostici, dubbiosi, atei. Per cui rispetto a ciò “ Laicità “ significa che tutte le confessioni religiose sono uguali e sullo stesso piano e che nessuna rappresenta lo Stato italiano e viceversa.
* Personalmente, la questione della logicità o meno se nelle Scuole Pubbliche deve essere esposto solo il crocifisso - primario simbolo religioso della chiesa cattolico romana - l’avevo affrontata e approfondita sin dagli anni Ottanta e - da credente - arrivai alla conclusione che onestamente - non solo per questioni di principio - ciò non era giusto ma assurdo. Cioè una forzatura e un privilegio “ discriminanti “ accordati a discapito di chi non lo condivide o professa un’altra fede.
* Per essere più chiaro in questo senso mi associo alle parole di Sergio Romano - editorialista al Corriere della Sera - che afferma: “ Oggi nell’attuale società il simbolo religioso del crocifisso, destinato a creare un clima di fratellanza e spirituale concordia, è diventato simbolo di differenza e separazione. Vi sono luoghi e momenti in cui una fede religiosa ha il diritto di affermare i propri valori e proclamare ad alta voce le sue verità. Ma fra questi luoghi non deve esserci la scuola pubblica. Qui tutti gli alunni devono essere uguali. Con gli stessi obblighi, gli stessi diritti, le stesse aspettative e devono essere valutati con gli stessi criteri. Nelle scuole pubbliche non può esservi posto per simboli di nessuna religione in quanto essi dividono anziché unire. Queste le ragioni per cui, indipendentemente dalla sentenza di Strasburgo, è giusto rimuovere il crocifisso dalle scuole “ .
* E ancora per riflettere ecco la testimonianza di Marco Riva di Milano: “ Sono volontario presso una importante realtà privata di assistenza gestita dai frati Cappuccini. Per loro volontà nei locali frequentati quotidianamente da molte persone di etnie e religioni diverse non è esposto nessun simbolo religioso - nemmeno il crocifisso - in segno di rispetto verso chi non è cristiano. Il vero senso di cristiano è però testimoniato dall’esistenza stessa di questa opera e dal fare di molti che impiegano il loro tempo come volontari. Mi viene un dubbio: non è per caso che molti di coloro che alzano oggi la voce in difesa dell’esposizione del crocifisso preferiscono averlo davanti agli occhi piuttosto che nel loro cuore ? “.
* E sempre sulla tematica ecco altri succinti pensieri di significative voci cristiane:
- Ecco cosa sottolinea un sacerdote cattolico di Catania: “ La croce non si appende, si carica sulle spalle per incamminarsi con essa dietro Gesù Cristo “.
- E la teologa Marinella Perroni dice: “ Senza la Bibbia il richiamo al crocifisso è ambiguo. Il modo in cui nel nostro paese s’è affrontata la questione dimostra che l’Italia è la prima e ultima provincia del Vaticano. Al posto di queste polemiche serve un discorso serio sullo stato della fede nel paese “.
- Le Comunità Cristiane di Base hanno lodato la sentenza di Strasburgo ricordando che don Milani nella sua scuola di Barbiana tolse il crocifisso dalle aule dicendo: “ Meno croci e più Vangelo “
- E la pastora cristiana della chiesa valdese Maria Bonafede a tal proposito afferma: “ Se non c’è nessun simbolo ci sono tutti, perché ognuno può pregare il suo Dio, essere sensibile alla religione senza bisogno di avere appiccicato al muro il senso della sua fede “.
- E don Giovanni Perini della Caritas biellese puntualizza e si chiede: “ Se tolgono i crocifissi dalle scuole - ci si può dolere - ma si perde qualcosa di essenziale alla fede cristiana ? “
* A questo punto in conclusione e sinteticamente vorrei almeno ricordare che:
1° - Questa tradizione è stata imposta per legge durante l’epoca sabaudo / fascista quando i re erano tali solo “ per Grazia di Dio e volontà della Nazione “ sin dal regno di Sardegna nel 1860
2° - Il Concordato tra regime dittatoriale fascista e chiesa cattolica è stato revisionato nel 1984
quando come da Costituzione è stata sancita la laicità e neutralità dello Stato rispetto alle religioni.
3° - Oggi nessuna legge della Repubblica Italiana impone il crocifisso nelle Scuole Pubbliche.
4° - Sulla teoria della identità cristiana dell’Europa rammento che lo stesso Parlamento europeo la discusse negli scorsi anni ma non la ratificò - ne la inserì o la contemplò, in quanto per molti le radici culturali europee in verità affondano nella cultura greco - ellenista e/o in altre.
5° - Sulla salvaguardia delle tradizioni è bene ragionare, ma fondamentale è per quali fini e con quali metodi si concretizza. Per un confronto aperto - dialogante - solidale, o per alzare pericolosi nuovi muri che biasimano culture e fedi diverse sino a negare la dignità umana di altri fratelli ?
* Mi fermo qui avendo volutamente soffermarmi sui principali aspetti della sentenza della “ Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “. Una sentenza centrale e non glissabile che tende a stimolare la attuazione di una scelta di reale civiltà in termini di razionalità culturale, libertà e uguaglianza per tutti. In definitiva anch’io sono convinto che la principale posta in gioco che si dibatte - al di là di subculture e integrismi - è incentrata sul valore primario della laicità della sfera pubblica rispetto all’ambito spirituale privato.
Aldo Fappani
Oggi siamo qui per dibattere una Mozione della minoranza di centro destra sulla salvaguardia del Crocifisso in specie nelle scuole statali in quanto da loro ritenuto simbolo che rappresenta in modo assoluto la identità e tradizione nazionale ed europea. Ciò in aperto contrasto con la inoppugnabile e limpida sentenza della “ Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “ di Strasburgo che argomentando dettagliatamente - e appellandosi al rispetto reciproco - si è invece pronunciata contro la presenza di qualsiasi simbolo religioso in modo specifico nelle Scuole Pubbliche in quanto contrario al diritto di libera educazione religiosa. Una storica sentenza di condanna dello Stato italiano ma di assoluta laicità e di pieno rispetto delle persone e delle tradizioni religiose di tutti. E siccome è proprio da questa sentenza che nasce la mozione, essa non è eludibile dalla nostra analisi. E credo che si debba partire da questo dato prima di esprimerci, in quanto la questione se non sottovalutata o ridicolizzata non è affatto “ banale “ bensì “ fondamentale “ sia in termini culturali che di diritto e di democrazia.
* E’ risaputo che il volere appartenere a una qualsiasi fede religiosa si determina come libera scelta di coscienza. Quindi una scelta squisitamente personale che un individuo abbraccia in base a propri convincimenti e proprie sensibilità acquisiti e maturati nel tempo. Perciò non può essere imposta dall’alto da nessuno - ne inculcata subdolamente ne con la forza ricattatrice - tanto meno dal nostro Stato italiano che costituzionalmente risulta laico e non confessionale. Infatti in quanto Stato non rappresenta solamente i cattolici ma tutti i cittadini, tra cui quelli delle altre numerose confessioni, compreso gnostici, dubbiosi, atei. Per cui rispetto a ciò “ Laicità “ significa che tutte le confessioni religiose sono uguali e sullo stesso piano e che nessuna rappresenta lo Stato italiano e viceversa.
* Personalmente, la questione della logicità o meno se nelle Scuole Pubbliche deve essere esposto solo il crocifisso - primario simbolo religioso della chiesa cattolico romana - l’avevo affrontata e approfondita sin dagli anni Ottanta e - da credente - arrivai alla conclusione che onestamente - non solo per questioni di principio - ciò non era giusto ma assurdo. Cioè una forzatura e un privilegio “ discriminanti “ accordati a discapito di chi non lo condivide o professa un’altra fede.
* Per essere più chiaro in questo senso mi associo alle parole di Sergio Romano - editorialista al Corriere della Sera - che afferma: “ Oggi nell’attuale società il simbolo religioso del crocifisso, destinato a creare un clima di fratellanza e spirituale concordia, è diventato simbolo di differenza e separazione. Vi sono luoghi e momenti in cui una fede religiosa ha il diritto di affermare i propri valori e proclamare ad alta voce le sue verità. Ma fra questi luoghi non deve esserci la scuola pubblica. Qui tutti gli alunni devono essere uguali. Con gli stessi obblighi, gli stessi diritti, le stesse aspettative e devono essere valutati con gli stessi criteri. Nelle scuole pubbliche non può esservi posto per simboli di nessuna religione in quanto essi dividono anziché unire. Queste le ragioni per cui, indipendentemente dalla sentenza di Strasburgo, è giusto rimuovere il crocifisso dalle scuole “ .
* E ancora per riflettere ecco la testimonianza di Marco Riva di Milano: “ Sono volontario presso una importante realtà privata di assistenza gestita dai frati Cappuccini. Per loro volontà nei locali frequentati quotidianamente da molte persone di etnie e religioni diverse non è esposto nessun simbolo religioso - nemmeno il crocifisso - in segno di rispetto verso chi non è cristiano. Il vero senso di cristiano è però testimoniato dall’esistenza stessa di questa opera e dal fare di molti che impiegano il loro tempo come volontari. Mi viene un dubbio: non è per caso che molti di coloro che alzano oggi la voce in difesa dell’esposizione del crocifisso preferiscono averlo davanti agli occhi piuttosto che nel loro cuore ? “.
* E sempre sulla tematica ecco altri succinti pensieri di significative voci cristiane:
- Ecco cosa sottolinea un sacerdote cattolico di Catania: “ La croce non si appende, si carica sulle spalle per incamminarsi con essa dietro Gesù Cristo “.
- E la teologa Marinella Perroni dice: “ Senza la Bibbia il richiamo al crocifisso è ambiguo. Il modo in cui nel nostro paese s’è affrontata la questione dimostra che l’Italia è la prima e ultima provincia del Vaticano. Al posto di queste polemiche serve un discorso serio sullo stato della fede nel paese “.
- Le Comunità Cristiane di Base hanno lodato la sentenza di Strasburgo ricordando che don Milani nella sua scuola di Barbiana tolse il crocifisso dalle aule dicendo: “ Meno croci e più Vangelo “
- E la pastora cristiana della chiesa valdese Maria Bonafede a tal proposito afferma: “ Se non c’è nessun simbolo ci sono tutti, perché ognuno può pregare il suo Dio, essere sensibile alla religione senza bisogno di avere appiccicato al muro il senso della sua fede “.
- E don Giovanni Perini della Caritas biellese puntualizza e si chiede: “ Se tolgono i crocifissi dalle scuole - ci si può dolere - ma si perde qualcosa di essenziale alla fede cristiana ? “
* A questo punto in conclusione e sinteticamente vorrei almeno ricordare che:
1° - Questa tradizione è stata imposta per legge durante l’epoca sabaudo / fascista quando i re erano tali solo “ per Grazia di Dio e volontà della Nazione “ sin dal regno di Sardegna nel 1860
2° - Il Concordato tra regime dittatoriale fascista e chiesa cattolica è stato revisionato nel 1984
quando come da Costituzione è stata sancita la laicità e neutralità dello Stato rispetto alle religioni.
3° - Oggi nessuna legge della Repubblica Italiana impone il crocifisso nelle Scuole Pubbliche.
4° - Sulla teoria della identità cristiana dell’Europa rammento che lo stesso Parlamento europeo la discusse negli scorsi anni ma non la ratificò - ne la inserì o la contemplò, in quanto per molti le radici culturali europee in verità affondano nella cultura greco - ellenista e/o in altre.
5° - Sulla salvaguardia delle tradizioni è bene ragionare, ma fondamentale è per quali fini e con quali metodi si concretizza. Per un confronto aperto - dialogante - solidale, o per alzare pericolosi nuovi muri che biasimano culture e fedi diverse sino a negare la dignità umana di altri fratelli ?
* Mi fermo qui avendo volutamente soffermarmi sui principali aspetti della sentenza della “ Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “. Una sentenza centrale e non glissabile che tende a stimolare la attuazione di una scelta di reale civiltà in termini di razionalità culturale, libertà e uguaglianza per tutti. In definitiva anch’io sono convinto che la principale posta in gioco che si dibatte - al di là di subculture e integrismi - è incentrata sul valore primario della laicità della sfera pubblica rispetto all’ambito spirituale privato.
Aldo Fappani
3 commenti:
bebe
bene
(salto di carattere)
sì, mi pare un buon testo. E una ottima risposta..
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