Al Consiglio permanente dei vescovi italiani il presidente, cardinal Bagnasco, ha detto di "sognare" una nuova classe politica di cattolici italiani. Credevamo che qualcuno in Vaticano ascoltasse il Papa che, da poche settimane, ha richiamato il clero a un qualche distacco dagli interessi politici. Credevamo anche che il cardinal Ruini – la cui invadenza in questioni del tutto estranee al suo sacro ministero si era espressa perfino invitando i cittadini (italiani e non dello Stato Vaticano) a non votare in occasione di un referendum – dovesse ormai impiegare il suo tempo da pensionato in preghiere per la salvezza dell'anima. Invece il nostro porporato, tradisce la sua idea di chiesa come agenzia politica diretta (dopo il fallimento della DC) dilettandosi di alte frequentazioni a Montecitorio o di volpine convivialità con Berlusconi per raccomandare Casini e riaffidarlo alla benevolenza del PdL, perché gli perdoni i suoi giri di valzer regionali in casa PD. Dunque si torna alla cinghia di trasmissione? Oppure al doppio registro?
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