mercoledì 4 gennaio 2017

messaggio di apertura della marcia della pace Biella-Oropa del 31 dicembre a cura di Marco Gisola

I messaggi rivolti ai partecipanti alla marcia della pace Biella-Oropa del 31 dicembre 2016 (uno all'apertura e due nelle due tappe della marcia) sono stati curati dal gruppo ecumenico che ha preparato la giornata ecumenica per il creato nel mese di settembre. Il messaggio di apertura è stato a cura del past. Marco Gisola. Poiché il tema della giornata era la nonviolenza, il testo scelto è stata la parola di Gesù sull'amore per i nemici, tratta dal Sermone sul monte.


Matteo 5,43-48
Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.


Amate i vostri nemici”: Queste parole di Gesù non sono un invito a un ingenuo buonismo. Queste parole di Gesù sono un invito alla conversione, nel senso letterale del termine “conversione”, e cioè: cambiamento di mentalità.
Gesù invitando all’amore per i nemici, vuole che eliminiamo dalla nostra mente e dal nostro cuore l’idea, il concetto di “nemico”.
La storia ci insegna che per intraprendere una guerra, un attacco o un aggressione bisogna prima che chi vuole fare la guerra, chi vuole attaccare o aggredire qualcuno si convinca che quel qualcuno sia un suo nemico. Prima si costruisce l’idea del nemico e poi, allora, si può fare la guerra, perché c’è un nemico da combattere. È accaduto così con gli ebrei: prima di arrivare alla tragedia della Shoah nel secolo scorso, si è costruita per secoli l’idea che essi fossero dei nemici, che per l’ideologia nazifascista sono diventati “i nemici” per eccellenza. È accaduto così migliaia di volte nella storia e accade ancora oggi.
Spesso c’è anche una tappa intermedia: prima di indicare una persona o un gruppo di persone come “nemico” o “nemici”, li si bolla spesso come “diversi”, cosicché l’essere “diverso” è la prima tappa sulla strada per diventare un “nemico”. Il diverso è un potenziale nemico, e quindi dall’essere “diverso” all’essere “nemico” il passo è breve.
Gesù dice “Amate i vostri nemici”. Che cosa vuole dirci Gesù con queste parole? A mio parere, non vuole parlare ai nostri sentimenti, non dobbiamo intendere “odio” e “amore” come sentimenti. Dobbiamo piuttosto intenderli come modi di vedere il prossimo, per questo ho usato la parola conversione: Posso vedere il mio prossimo appunto come un nemico – o come un diverso, che come dicevamo è un potenziale nemico – oppure no.
La strada che Gesù ci indica è quella di non guardare all'altro, al prossimo come a un nemico; e non è solo la strada che Gesù ci indica, ma è la strada che Gesù ha praticato, non considerando nemici nemmeno coloro che lo stavano uccidendo.
Ma, ripeto, non è ingenuo buonismo. Gesù sa che esistono persone giuste e persone ingiuste, azioni giuste e azioni ingiuste. Infatti dice che Dio “fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”, dunque è chiaro che vi sono malvagi e buoni, giusti e ingiusti.
Vi sono azioni e idee che vanno condannate, perché contrarie all’evangelo. Ma condannare un’azione (per esempio il recente attentato di Berlino) è ben diverso dall’usare questo evento tragico per costruirsi l’idea di un nemico (per esempio: i musulmani sono nostri nemici).
Inoltre, la Parola di Dio ci insegna a distinguere tra il peccato e il peccatore. Questa distinzione ci aiuta a evitare di costruirci troppo facilmente l’idea del nemico.
Scegliere di non vedere il prossimo come un nemico è il primo passo verso una mentalità nonviolenta. La nonviolenza non è rinunciare a rivendicare i propri diritti, tutt'altro: è un metodo (ed è prima di tutto appunto una mentalità, un modo di vedere il prossimo) che intende rivendicare i propri diritti attraverso metodi che non usano la violenza, cioè che non mirano a distruggere l’altro perché non lo considerano un nemico.
In realtà, l’obiettivo che ci propone la Parola di Dio va ancora oltre, perché l’obiettivo è la riconciliazione, ovvero la pace. Cristo è morto e risorto perché noi fossimo riconciliati con Dio e chiede a noi di essere ministri di riconciliazione tra gli esseri umani (2 Corinzi 5).
È un obiettivo molto alto, che non sempre si raggiunge, o forse raramente si raggiunge, ma che da cristiani non possiamo non tentare di raggiungere: la riconciliazione, ovvero trasformare i nemici in amici.
L’amore per il nemico, ovvero iniziare noi stessi, noi per primi, a non considerarlo più un nemico, è il primo passo per trasformarlo in amico. Obiettivo molto difficile, lo so. Ma è l’obiettivo di Dio. E Gesù ci chiede: “siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste”, ovvero ci chiede di volere ciò che Dio vuole, di fare nostri gli obiettivi di Dio. Gesù sa che ci sta chiedendo una cosa difficile. Ma sa anche che è proprio di questo che abbiamo bisogno per vivere bene e per vivere in pace.

Nessun commento: