lunedì 9 gennaio 2017

Predicazione di domenica 8 gennaio 2017 su Matteo 2,1-12 (Culto dell'Epifania) a cura di Massimiliano Zegna

Matteo 2,1-12
 
1 Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all'epoca del re Erode. Dei magi d'Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: 2 «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo».
3 Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. 4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informò da loro dove il Cristo doveva nascere. 5 Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta:
6 "E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda;
perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele"».
7 Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, s'informò esattamente da loro del tempo in cui la stella era apparsa; 8 e, mandandoli a Betlemme, disse loro: «Andate e chiedete informazioni precise sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, affinché anch'io vada ad adorarlo».
9 Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov'era il bambino, vi si fermò sopra. 10 Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra. 12 Poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un'altra via.

Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all'epoca del re Erode. Dei magi d'Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo».
Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informò da loro dove il Cristo doveva nascere. Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta:
"E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda;
perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele
"».
Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, s'informò esattamente da loro del tempo in cui la stella era apparsa; e, mandandoli a Betlemme, disse loro: «Andate e chiedete informazioni precise sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, affinché anch'io vada ad adorarlo».
Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov'era il bambino, vi si fermò sopra. Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra. Poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un'altra via.

L'arrivo dei Magi nel brano dell'Evangelo di Matteo è una pagina stupenda che ha dato origine a interpretazioni belle e fantasiose. In essa sono racchiuse molte ed importanti vicende che meglio fanno comprendere la storia di Gesù Cristo dal momento della nascita fino a quella che è chiamata l'Epifania ossia la manifestazione alle genti, a tutto il mondo della venuta del figlio di Dio.
Essendo la data dell'Epifania il 6 gennaio che si è celebrata quest'anno venerdì scorso, dopo essermi consultato con il pastore Marco Gisola, ho pensato di ricordare questo avvenimento nella domenica successiva, ossia oggi 8 gennaio, utilizzando le letture proposte da “Un giorno, una parola” appunto di venerdì scorso del lezionario comune riveduto che è una raccolta di testi per il culto compilati negli Stati Uniti da un comitato ecumenico di cui fanno parte protestanti e cattolici e adottato ufficialmente dalle principali denominazioni protestanti di tutto il mondo.
Del resto la questione delle date è abbastanza relativa in quanto la vera nascita di Gesù secondo studi più approfonditi storicamente risale tra il 7 e il 5 avanti Cristo, anche perché lo stesso regno di Erode il grande avviene tra il 37 e il 4 avanti Cristo. Anche la stessa data del 25 dicembre per la nascita di Gesù è stata stabilita in tempi successivi e così nel mondo occidentale si è deciso per convenzione di celebrarlo in questa data mentre da parte dei cristiani ortodossi si celebra il 6 gennaio per la nascita di Gesù e in tempi successivi per l'Epifania (quest'anno è il 19 gennaio). A noi non importa però verificare le date esatte in quanto la nostra lettura dei Vangeli si basa su criteri che vanno al di là degli avvenimenti storici.
Il fatto che Gesù nacque a Betlemme è frutto della profezia di Michea che nel capitolo 5 ai versetti da 1 a 4 si legge: “Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni. Perciò egli li darà in mano ai loro nemici, fino al tempo in cui colei che deve partorire, partorirà; e il resto dei suoi fratelli tornerà a raggiungere i figli di Israele. Egli starà là e pascolerà il suo gregge con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. E quelli abiteranno in pace, perché allora egli sarà grande fino all'estremità della terra. Sarà lui che porterà la pace".
Dalle parole di Matteo che richiama quelle del profeta Michea è richiamato il primo segnale di umiltà che si esprime in Gesù Cristo. Non nascere in una grande città, come poteva essere per un re, ma nella mangiatoia di un piccolo paese come poteva essere per un pastore. Eppure allora che non c'erano i moderni mezzi di comunicazione per cui un avvenimento così grande sarebbe stato diramato in tutto il mondo dalle televisioni, dai giornali, da internet vi era però una stella e dei messaggeri importanti.
La stella può essere visibile da tutto il nostro pianeta e non solo e i Magi arrivavano dall'oriente probabilmente dalla Mesopotamia, dall'Iraq ed erano dei Magi, degli scienziati, degli astronomi che scrutavano il cielo con i mezzi di allora. Hanno visto comunque un segnale importante che era un segnale rivolto appunto non solo alla gente che viveva nei territori di Giuda e di Israele ma a tutte le genti del pianeta, e come diceva il profeta Michea “egli sarà grande fino all'estremità della terra”.
Questo avvenimento provoca turbamento in Erode che era il potente dell'epoca chiamato appunto il Grande.
Quindi anche Erode conosceva il passo biblico in cui si dice che da Betlemme uscirà dominatore in Israele, grande fino all'estremità della terra.
Ecco due atteggiamenti contrapposti nei confronti della nascita di Gesù: da un lato i Magi quando videro la stella si rallegrarono di grandissima gioia e partirono dall'Oriente per andare ad adorarlo e a porgere i loro doni; dall'altro Erode che quando seppe della nascita di un bimbo che temeva potesse diventare suo rivale nel regno decise di fare strage di tutti i bimbi che erano nati in quel periodo.
Ma i Magi ebbero un sogno premonitore e non tornarono da Erode per informarlo su dove si trovava il bimbo che avevano visto.
Un altro importante segnale per comprendere la venuta dei Magi e l'epifania di Gesù è il versetto 4 del capitolo 60 del profeta Isaia in cui si legge: “Alza gli occhi e guardati attorno: tutti si radunano e vengono da te; i tuoi figli giungono da lontano, arrivano le tue figlie, portate in braccio”.
Nell'Evangelo di Luca l'annuncio della nascita di Gesù avviene in un modo diverso ma altrettanto significativo: in Matteo vi sono i Magi che partono da Oriente e giungono fino a Betlemme, in Luca vi sono i pastori.
Desidero leggere i passi dell'Evangelo di Luca che riguardano la nascita di Gesù al capitolo 2 versetti 8 – 20
In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. L'angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"».
E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!»
Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere». Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo. E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato loro annunciato”.
Ed ora vorrei, come faccio solitamente, leggere un brano di una predicazione sul testo di Matteo che il pastore Salvatore Ricciardi aveva fatto
Gli scienziati venuti dall’Oriente. racconta Matteo, si inginocchiano davanti a Gesù, e lo adorano. Mettono ai piedi di Gesù la loro scienza, e poi ripartono. Tornano ai loro paesi, alle loro pergamene, ai loro cannocchiali, alle loro osservazioni, ai loro calcoli. Resta però difficile pensare che, dopo aver riconosciuto nel bambino di Betlemme il re dell’universo, e dopo averlo adorato, essi possano ancora conservare una visione assolutamente sacrale, idolatrica, della loro scienza. Essi hanno compreso che tutto va sottoposto al potere di quel bambino che è il Signore, che è il criterio, il metro di giudizio della scienza e di tutto quel che accade nel mondo. I Magi trovano in Gesù, e solo in lui, il senso, e forse anche il limite della loro ricerca. Non voglio dire che la sottomissione a Gesù debba costituire una limitazione alla cultura. Voglio dire che in Gesù va scoperta una cultura del limite e che con l’inerme Gesù, che da adulto si è voluto assimilare ai più deboli del mondo, va confrontato ogni delirio di onnipotenza.
I Magi ci fanno pensare che la scienza può (e spesso non è) neutrale, ma corre il rischio di essere asservita al potente di turno, politico o religioso che sia. Essi sono rimasti però uomini liberi, perché hanno trovato in Gesù, e in lui soltanto, il metro della loro vita e della loro ricerca. Ci dia il Signore di comprendere il senso della loro scelta”
Che cosa rappresentava allora la stella apparsa sopra i cieli che hanno portato i Magi e i pastori a Betlemme. Questa stella è l'Evangelo che ancora oggi conserva la sua validità e la sua indicazione di pace e di fratellanza. Oggi è un messaggio che è ancora molto lontano e quasi impossibile. Spesso ci chiediamo. Come possiamo influire noi piccoli esseri umani nei confronti dei potenti della terra che per dimostrare la loro potenza si misurano in base alle guerre che stanno provocando.
Quanti bimbi innocenti come quelli sterminati da Erode dovranno morire per far terminare gli odi e la sete di potere?
Probabilmente ci vorranno ancora molti anni, ci vorranno ancora molte lacrime in tutto il mondo dove si combatte ma fino a quando vi saranno persone come noi in questa piccola chiesa che si riuniranno per adorare il Signore, che ha voluto dimostrarci che si può essere grandi ed umili contemporaneamente, la speranza ci sarà. A volte sembrerà un lumicino ma non dobbiamo perderci d'animo perché questo lumicino può diventare una fiaccola più grande se sapremo, come avviene nelle gare di staffetta, consegnarlo ad altre persone. Grazie Signore per avere la forza di trasmettere questo messaggio dell'Evangelo. Amen




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