lunedì 14 dicembre 2020

Predicazione di domenica 13 dicembre 2020 (terza domenica di Avvento) su Luca 1,67-79 a cura di Marco Gisola

Luca 1,67-79


Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo e profetizzò, dicendo:
«Benedetto sia il Signore, il Dio d’Israele, perché ha visitato e riscattato il suo popolo,
e ci ha suscitato un potente Salvatore nella casa di Davide suo servo,
come aveva promesso da tempo per bocca dei suoi profeti;
uno che ci salverà dai nostri nemici e dalle mani di tutti quelli che ci odiano.
Egli usa così misericordia verso i nostri padri e si ricorda del suo santo patto,
del giuramento che fece ad Abramo nostro padre,
di concederci che, liberati dalla mano dei nostri nemici, lo serviamo senza paura,
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo,
perché andrai davanti al Signore per preparare le sue vie,
per dare al suo popolo conoscenza della salvezza mediante il perdono dei loro peccati,
grazie ai sentimenti di misericordia del nostro Dio; per i quali l’Aurora dall’alto ci visiterà
per risplendere su quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte,
per guidare i nostri passi verso la via della pace».
in santità e giustizia, alla sua presenza, tutti i giorni della nostra vita.



«Benedetto sia il Signore, il Dio d’Israele». Il brano di oggi è pura lode ed invita anche noi ad esprimere la nostra lode pura e semplice. All’espressione della lode «Benedetto sia il Signore, il Dio d’Israele», segue un «perché» e seguono tutte le ragioni per cui Zaccaria è spinto a lodare il Signore. Per che cosa Zaccaria loda il Signore, di che cosa lo ringrazia? Per la venuta di Gesù, ovviamente, di cui suo figlio, appena nato, Giovanni che sarà detto il battista, sarà il precursore, il profeta che andrà «davanti al Signore per preparare le sue vie».

Già, ma Gesù non è ancora nato! È appena nato Giovanni e la bocca di Zaccaria che era rimasta chiusa per lunghi mesi si è riaperta e Zaccaria ha potuto parlare, e le prime parole che Zaccaria pronuncia sono quelle di questo bellissimo inno. Ma Gesù non è ancora nato. Se tornate indietro di una pagina, vedete che anche Maria loda – anzi «magnifica» – il Signore prima che Gesù nasca, quando ha appena ricevuto l’annuncio dall’angelo.

Questi due personaggi delle prime pagine del vangelo di Luca lodano Dio per Gesù, prima che Gesù nasca, prima che Gesù venga. Si può lodare Dio per la venuta di Gesù prima che Gesù ci sia, si può lodare Dio per la venuta di Gesù senza “avere” ancora Gesù. Perché basta la promessa, basta l’annuncio che Gesù verrà, per lodare Dio. Maria e Zaccaria credono senza vedere, ma non come noi, che non abbiamo più visto Gesù perché siamo venuti dopo, ma perché sono venuti prima e non l’hanno ancora visto. La loro fede davvero riposa tutta e soltanto sulla promessa, sull’annuncio. Un bell’esempio di pura fede che porta alla pura lode.

E chi è Zaccaria? Zaccaria è un sacerdote di Israele, uno dei tanti che erano in servizio al tempio di Gerusalemme, a cui, insieme a Elisabetta sua moglie, è toccato un ruolo particolare nella storia di Dio con l’umanità: è appena diventato padre di Giovanni il battista, colui che precede e annuncia la venuta di Gesù. E in questo canto è lui stesso profeta, perché annuncia quello che sta per accadere, ciò che Dio ha già deciso e benedice Dio perché «ha visitato e riscattato il suo popolo e ci ha suscitato un potente salvatore nella casa di Davide suo servo».

Fermiamoci un attimo su un particolare, che però è importante: se noi non sapessimo che questo brano si trova in un Vangelo, se avessimo solo il cantico di Zaccaria e non sapessimo da quale libro della Bibbia è tratto, dalle parole di Zaccaria non potremmo capire se siamo nell’Antico o nel Nuovo Testamento

Zaccaria canta e loda con il linguaggio e nel modo tipici dell’AT, il suo è un vero e proprio salmo, densissimo e ricchissimo di contenuti, un salmo in cui è espressa e lodata la fedeltà di Dio alla promessa che ha fatto ai padri e che esprime nella sua misericordia.

D’altra parte il nome che Zaccaria ed Elisabetta danno al loro figlio (in questo caso non è solo il padre a dare il nome al figlio, anzi, qui è prima la madre a dare il nome perché Zaccaria è muto!), il nome Giovanni, significa “Dio fa grazia”.

Il pastore Daniel Attinger, monaco di Bose e biblista, nel suo commento al vangelo di Luca scrive che il Cantico di Zaccaria appare “come la benedizione pronunciata dalla chiesa sull’Antico Testamento”. In una delle prime pagine del Nuovo Testamento c’è questa benedizione della chiesa sull’AT; potremmo definirla uno sguardo benedicente all’indietro e in avanti al tempo stesso. Perché Zaccaria guarda indietro e vi scorge le promesse che Dio ha fatto ai padri; e guarda avanti, perché queste promesse si compiono in Gesù che sta per nascere.

Zaccaria guarda indietro e vi vede la grazia di Dio che ha accompagnato il popolo d’Israele fino a quel momento e vede la promessa del messia; guarda avanti e vi vede ancora la grazia di Dio che realizza in Gesù questa promessa e che accompagnerà tutti quelli che crederanno in Cristo. Lo stesso Dio e la stessa grazia, che si è manifestata tante e tante volte e ora si manifesta nella venuta del figlio stesso di Dio.

Qualcuno ha detto che i racconti evangelici della nascita di Gesù sono una cerniera tra l’Antico e il Nuovo Testamento e mi sembra una bella immagine, perché una cerniera unisce due parti che sono distinte, che rimangono distinte e unite allo stesso tempo.

E d’altra parte senza Antico Testamento non esisterebbe il Nuovo, senza Israele non sarebbe esistito Gesù Cristo, non ci sarebbe cristianesimo, noi non saremmo cristiani e non saremmo qui stamattina. Israele è il tronco, come dice Paolo, da cui Cristo è nato e su cui noi siamo stati innestati.

Proprio perché questo inno è molto ricco, vorrei fermarmi solo su una affermazione, la prima frase cantata da Zaccaria: «Benedetto sia il Signore, il Dio d’Israele, perché ha visitato e riscattato il suo popolo».

Visitare e riscattare sono i due verbi che l’AT usa per parlare degli interventi liberatori di Dio. Il Signore «visita» Sara, moglie di Abramo e la libera dalla sterilità, cosicché ella possa concepire un figlio. Visita poi il suo popolo schiavo in Egitto e lo libera dalla schiavitù. Ogni “visita” del Signore è una liberazione.

E riscattare era il verbo tecnico con cui si indicava l’azione di pagare i debiti di qualcun altro che non può pagarli. Dio riscatta il suo popolo che non può salvarsi da solo, in Gesù riscatta tutti noi che non possiamo salvarci da soli. Riscattandoci ci libera da coloro a cui siamo debitori e ci rende suoi.

E alla fine del suo inno Zaccaria usa di nuovo il verbo “visitare”: «l’Aurora dall’alto ci visiterà». L’aurora dall’alto è Gesù, che viene dall’alto, cioè da Dio, è lui che Dio manda a visitarci, anzi in Gesù è Dio stesso che viene a visitarci.

Gesù ha visitato il suo popolo e anche persone che non ne facevano parte, e ogni visita è stata davvero una liberazione, dal male fisico e morale, da schiavitù che tenevano prigioniero il corpo o la mente, dal peccato che tiene prigioniero tutto il nostro essere. E le persone che sono state da lui visitate sono state liberate, perdonate, guarite e hanno iniziato una vita nuova.

In Gesù Dio viene a visitarci di persona, nella persona del suo figlio, dunque in una persona ben precisa, con un volto – che non conosciamo più – con una voce – anche questa non ne abbiamo nessuna registrazione… - una persona che ha compiuto gesti e detto parole ben precise, e queste invece le conosciamo grazie alla testimonianza degli apostoli.

Viene a visitarci, sì, viene a visitare anche noi, ogni volta che ci mettiamo in ascolto della sua parola, perché è la sua parola che perdona che ci libera dal peso del peccato, è la sua parola che converte che ci libera dall’ingiustizia che commettiamo se lasciati a noi stessi, è la sua parola che guarisce che può aiutarci a risanare le relazioni ferite.

Questa «Aurora dall’alto» viene a visitarci «per risplendere su quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte, per guidare i nostri passi verso la via della pace». L’alba sorge e rompe il buio, e il giorno che la luce di Gesù ha iniziato non tramonta più.

Gesù viene per quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte, la morte fisica, che ha toccato così tante persone in questo triste anno e la morte spirituale e morale che ognuno di noi rischia di sperimentare.

Davvero possiamo unirci anche noi alla pura lode di Zaccaria e dire con lui “benedetto sia il Signore, il Dio di Israele» e padre di Gesù Cristo, che in Cristo ci ha visitati, che in lui ha fatto sorgere l’aurora della speranza sulla nostra esistenza, e che continua a visitarci nella sua Parola.


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