Lei è una donna eritrea. Ha il volto bello. Segnato da cicatrici di cui parla poco. Ha un figlio di dieci anni che ha lasciato lì. Il suo compagno è morto nella guerra infinita che lacera il Corno d'Africa. E' venuta quì per non morire, e per salvare suo figlio e la sua famiglia. Ogni mattina prepara la colazione di mia figlia. Una bambina di tre anni e mezzo. Io vado al lavoro. Lei aspetta la bambina all'uscita di scuola. La bambina bianca piccola stringe la mano della donna nera dal sorriso triste mentre tornano a casa. Poi giocano, disegnano, scherzano tutto il pomeriggio fino al mio ritorno. Non so come è arrivata in Italia. Non so cosa pensa la sera quando si addormenta. Se manda i baci, dati e ricevuti dalla bambina bianca, anche a suo figlio. In silenzio. Al buio. Non so chi è veramente. So che ora è la mia famiglia. E che il suo coraggio mi insegna qualcosa tutti i giorni.
di Ilaria Bonaccorsi
Tratto da: "LEFT" n° 22-30 maggio 2008
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