domenica 23 agosto 2009

PER UNA CHIESA DIVERSA

LA RICERCA DI UNA TAVOLA ROTONDA


Ministero: perché, come, cosa, chi?

Un’immagine che ritorna:

quella di una tavola rotonda.


Sarà necessario segare e segare ancora

per fare una tavola rotonda,

ridefinire, ridisegnare.


Trasformare una chiesa stretta e lunga

può essere doloroso,

sia per le persone che per le tavole.


Ma così era la croce,

tavola di dolore.

Questa vuol dire: dare. Questa significa: dire.


E’ da questa morte che nasce la vita,

è da questa morte che viene la risurrezione,

la ricerca continua di una chiesa dalla tavola rotonda.


Ma come sarebbe una Chiesa dalla tavola rotonda?


Non più troni,

perché ci sarebbe un solo re,

colui che ha lavato i piedi

dei commensali seduti a tavola.


Lui ha guarito i cuori,

ha dato la pace che disturba.

Qualcuno fra noi

ha perso l’orma dei suoi passi.


Ma il tempo, come le tavole,

cambia, si riaggiusta.


Che succederà ai ministri dritti e impettiti

confrontati con il popolo della tavola rotonda,

loro che hanno messo tanto tempo

per risalire verso l’alto della tavola,

( come ci si arrampica su una scala ),

per poi scoprire all’improvviso

che la tavola è diventata rotonda?


Sarà necessario che l’amore li arrotondi,

affinché non siano più da parte ma una parte

chiamata ad unirsi alle altre parti.

Perché Dio ha chiamato un solo popolo,

e non noi e gli altri.


Non si può formare un cerchio

con noi e gli altri,

perché una tavola rotonda non ha lati.

E tutti sono invitati a partecipare

alla festa, nella sua totalità.


Me né gli auguri né il nostro desiderio

ci aiuteranno a raggiungere lo scopo:

sarà necessario morire e risuscitare ogni giorno

( e segare e segare ancora ).


Un tempo abbiamo costruito

le nostre chiese strette e lunghe,

per farle diventare simili alla croce.

Ma perché questa immagine della croce,

se le nostre vite non ne sono conformi?


Alla tavola rotonda

non c’è il posto d’onore,

non c’è né il primo né l’ultimo,

né chi è ben messo né chi è sacrificato.


Alla tavola rotonda

si è con,

si è parte,

si è insieme e si è uno.


Alla tavola rotonda,

c’è posto per lo Spirito

e per i talenti,

e per la pace che disturba, quella data a tutti.


Siamo chiamati ad essere una Chiesa, un popolo.

Se Dio ci chiama, dobbiamo ubbidire,

innocenti come le colombe,

astuti come i serpenti,

sempre alla ricerca del cammino

che è là, davanti a noi,

quello di Dio, non il nostro.

Amen!


Preghiera di un missionario degli Appalaches.


tratto da:

Comitato Italiano per la CEVAA,

Quando è giorno?, raccolta di testi di fede,

traduzione di Renato Coïsson,

Torre Pellice 1988, Trieste 1994,

stampato ma non pubblicato,

pp. 144-146.

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