"Giorno della laicità, è rissa tra Pd e sinistra "radicale"», «Lite sulla giornata della laicità tra sinistra e maggioranza»: questi i titoli delle edizioni torinesi de La Repubblica e La Stampa, il 15 dicembre scorso. Lì per lì, veniva da chiedersi: «Che cosa avranno ancora combinato questi "laici furiosi"?». Invece, si tratta di una proposta del tutto pacifica fatta nel febbraio 2006, durante le Olimpiadi, dall’Associazione «Più dell’oro», presieduta dal pastore Giuseppe Platone, di istituire una «Giornata della libertà di coscienza, di religione e di pensiero» il XVII Febbraio. Perché il XVII Febbraio? Perché è la data in cui, nel 1600, fu arso in Piazza di Campo de' Fiori, a Roma, Giordano Bruno, reo di essersi battuto per la libertà di pensiero, ed è anche la data, come ben sappiamo, nel 1848, dell’Editto di emancipazione con cui Carlo Alberto concesse ai Valdesi (e qualche giorno dopo anche agli Ebrei), non la libertà di culto – come erroneamente scrivono i giornali – ma i diritti civili, il che permise loro di uscire dal ghetto delle «Valli Valdesi» in cui erano stati rinchiusi per oltre quattro secoli.
Così com’è stato istituito il «Giorno della memoria» per ricordare la Shoah, la proposta di «Più dell’oro» intendeva indicare il XVII Febbraio non solo per ricordare l’importanza fondamentale della libertà religiosa ma l’importanza altrettanto fondamentale della «madre di tutte le libertà», ovvero la libertà di coscienza, che comprende sia la libertà di pensiero sia la libertà di religione. Tale proposta fu fatta propria prima dall’assemblea del IV Circuito, quindi dalla Conferenza del II Distretto, infine dal Sinodo valdese 2006, il quale la trasmise al Parlamento nazionale. A livello regionale, fu subito appoggiata dal Comitato torinese per la laicità della scuola e dalla Consulta torinese per la laicità delle Istituzioni, nonché dai partiti Prc, Pdci e Uniti a Sinistra che la posero all’attenzione del Consiglio regionale piemontese. Il 6 luglio scorso, si svolse un’audizione convocata dall’ottava commissione regionale a Palazzo Lacaris a cui erano presenti rappresentanti delle chiese valdese, battista e avventista, della Comunità ebraica e della Consulta per la laicità delle Istituzioni. Incontro molto cordiale che sembrava preludere a un esito positivo della proposta. Invece, il 14 dicembre scorso, la commissione ha espresso un parere negativo per il no del Pdl e della lega Nord e per l’astensione del Pd. Di fronte alle reazioni molte critiche dei partiti della sinistra radicale, il consigliere del Pd Alessandro Bizjak si è giustificato dicendo: «Nessuna bocciatura: ci siamo riservati il voto in aula per meglio valutare l’efficacia della proposta rispetto all’obiettivo che si propone. Intendiamo verificare se su un tema importante come la libertà di coscienza sia davvero utile istituire una giornata dal puro valore simbolico». La proposta andrà dunque in aula con il parere negativo della commissione, il che vuol dire che potrà essere accolta soltanto con il voto favorevole del Pd. Sarà così oppure una proposta così opportuna di questi tempi verrà sacrificata sull’altare (è il caso di dirlo...) di equilibri politici pre-elettorali tra centro sinistra e centro? Da seguire con attenzione.
Tratto da Riforma del 25 dicembre 2009
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