mercoledì 26 gennaio 2011

FARE MEMORIA

In prossimità del "Giorno della Memoria 2011" l'Amministrazione Provinciale di Alessandria (in particolare l'Assessorato alla Cultura) e l'Associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria hanno proposto un’interessante conferenza su una tematica particolare, fino ad oggi poco sviluppata dalla storiografia concentrazionaria: le religioni nei campi di concentramento nazisti.

A dimostrazione di come l’argomento appaia oggi più che mai importante di fronte al sempre più diffuso clima di indifferenza verso la dolorosa esperienza della deportazione nei Lager e della Shoah, voglio citare le parole del coordinatore dell'iniziativa, il professor Gian Piero Armano: «Aver proposto la riflessione sulle diverse esperienze religiose nei Lager rende giustizia ai testimoni di Geova, ai sacerdoti cattolici, ai pastori protestanti, ai preti ortodossi, ai rabbini e agli hazanim ebrei, i quali non solo dimostrarono di non voler essere ossequienti ad Hitler e al nazifascismo, ma, accomunati dalla fame e dal freddo, dai pidocchi e dalla paura, calpestati nella loro dignità umana e religiosa, scoprirono ancora di più nell'apice della tragedia il significato profondo della vita e della fede, avvertirono in anteprima che in ogni esperienza religiosa c'è del buono e del vero, vissero forme di ecumenismo inusuale ma foriero di nuove speranze, condivisero esperienze indimenticabili che cementarono ancora di più le diversità e permisero di superare le varie forme di divisione culturale, religiosa, sociale. Nella tragedia dei campi di detenzione e dei Lager si manifestarono luminosi esempi di umanità e di santità. Se il nazismo e il fascismo crearono condizioni di disumanità che raggiunsero l'apice nella realtà concentrazionaria, dalle diverse esperienze religiose nei Lager è emersa una straordinaria pagina di storia dell'umanità»

La conferenza si è tenuta il 20 gennaio u.s. presso la sede dell’Associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria e ha visto la presenza di due qualificati relatori: il professor Giorgio Vecchio, docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Parma, e il dottor Gianni Genre, pastore presso la Chiesa Valdese di Pinerolo. Moderatore il professor Maurilio Guasco, docente di Storia del Pensiero Politico Contemporaneo presso l’Ateneo alessandrino.

Nel corso della serata è stato fatto cenno alle diverse esperienze di vita degli internati nel variegato mondo dei lager nazisti, a partire dai primi anni della dittatura , fino al periodo bellico e alla caduta del regime. Sacerdoti e suore cattolici, pastori protestanti, preti ortodossi, nonché uomini e donne professanti altre religioni, ebbero la possibilità, in occasione di quella tragica esperienza di condivisione del dramma della prigionia, di dare inizio ad una prima forma di ecumenismo, nel confronto e anche, talvolta, nello scontro. I relatori hanno ricordato l’azione spirituale esercitata tra i detenuti da parte di questi uomini di fede, la relazione di aiuto messa in atto, la presa di posizione decisa e coerente contro il potere dominante, anche a costo della propria vita. In particolare il pastore Genre ha esaminato la posizione assunta dalla “Chiesa confessante” tedesca e ha tratteggiato tra l’altro la figura del pastore tedesco Dietrich Bonhoeffer, con numerose citazioni tratte dai suoi scritti, evidenziandone non solo la ricchezza spirituale, ma soprattutto la sua forza morale, la sua tenace esortazione all’azione concreta contro un regime che tentava di affossare la dignità dell’uomo. Non meno significativa è apparsa la vicenda di Paul Schneider, pastore evangelico in una piccola località di campagna della Renania, quasi sconosciuto in Italia, che Genre ha voluto però ricordare come esempio di coraggiosa abnegazione e di altissima spiritualità pagate con la vita.

Entrambi i relatori hanno condotto la loro disamina partendo dalle testimonianze lasciate dai sopravvissuti nei loro scritti e da riferimenti a giornali e documenti del tempo, evidenziando come per molti anni ci sia stato “silenzio” nei confronti della realtà concentrazionaria, sia da parte dei protagonisti, sia da parte istituzionale e come non si possa negare l’esistenza di zone d’ombra nei confronti della condanna dell’antisemitismo non sempre pronunciata, (quando pronunciata), in modo netto e libero da ambiguità.

Le relazioni hanno stimolato, tra il numeroso pubblico, un interessante dibattito che ha favorito ulteriori approfondimenti del tema proposto. Particolarmente gradita è stata per noi, membri delle comunità metodiste di Alessandria, Bassignana e San Marzano, la presenza e l’intervento del pastore Genre che ringraziamo insieme al nostro pastore Antonio Lesignoli.

Ida Contino


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