venerdì 5 settembre 2008

CULTO EVANGELICO - SERMONE

Ringraziamo il pastore valdese Luca Baratto per l'invio del testo del sermone
radiotrasmesso per la rubrica Culto Evangelico di radioraiuno,
la trasmissione è alla Domenica mattina, alle ore 7,30.
Il Culto Radio è un servizio offerto dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI),
sito internet: www.fedevangelica.it

Culto evangelico
di domenica 3 agosto 2008

Predicatore: pastore Luca Baratto
Testo: Matteo 4: 12-17

"Gioiscano ed esultino in te quelli che ti cercano; e quelli che amano la tua
salvezza dicano sempre: sia glorificato Dio. Voi che cercate Dio, fatevi animo,
poiché il Signore ascolta coloro che lo invocano, non disprezza gli umili e i
bisognosi".
“Signore, ti lodiamo per tutto quello che ci doni. Ci dono la vita, ci doni il
cibo, ci doni la gioia, ci doni il tempo.
Signore ti lodiamo per tutto quello che ci chiedi. Ci chiedi di amare la
vita, ci chiedi di condividere il cibo, ci chiedi di dare la gioia, ci chiedi di
consacrare del tempo per gli altri.
Signore ti lodiamo per tutto quello che ci doni e per tutto quello che ci
chiedi. Amen”.

* * *
“Gesù, udito che Giovanni era stato messo in prigione, si ritirò in Galilea.
Lasciata Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città sul mare, ai confini di
Zabulon e di Neftali, affinché si adempisse quello che era stato detto dal
profeta Isaia: 'Il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, di là
dal Giordano, la Galilea dei pagani; il popolo che stava nelle tenebre, ha visto
una gran luce; su quelli che erano nella contrada e nell'ombra della morte una
luce si è levata'. Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire:
'Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino'”, (Matteo 4:12-17).
Secondo il vangelo di Matteo, Gesù inizia la sua missione con uno
spostamento geografico, trasferendosi da Nazaret a Capernaum. Si potrebbe
trattare di un'annotazione senza importanza, ma non è così. Nei vangeli, dove
le indicazioni cronologiche sono alquanto vaghe, sono spesso gli spostamenti
geografici a fornire un senso al procedere degli avvenimenti. Quindi dobbiamo
ragionarci un po' sopra.
E se ci ragioniamo un po' sopra, la prima cosa che emerge è che questo
spostamento di Gesù altro non è che una fuga. Gesù infatti lascia Nazaret, la
sua città, dopo aver ricevuto la notizia dell'arresto di Giovanni Battista. Il re
Erode, che non può più sopportare la predicazione di quest’uomo libero e per
nulla intimorito dai potenti, lo ha fatto rinchiudere. E non è quindi illogico che a
sua volta Gesù si senta in pericolo: ciò che è accaduto a Giovanni può
succedere anche a lui. Lo spostamento di Gesù è una fuga, un mettersi al
riparo dalla brutalità e dalla violenza degli eventi.
E’ strano che il ministero di Gesù debba iniziare con una fuga? No! Non è
né strano né disonorevole; anzi, è una storia ben conosciuta. L’evangelista
Matteo, nei capitoli precedenti, racconta che Gesù è appena venuto al mondo
e già qualcuno trama contro di lui. Erode, il nonno di quello che ha
imprigionato il Battista, lo vuole uccidere e Giuseppe è costretto a fuggire in
Egitto con la famiglia. Ritornerà in patria solo alla morte del re, per stabilirsi a
Nazaret, villaggio periferico della Galilea.
Nel corso della sua vita Gesù ha sempre avuto oppositori tenaci e
pericolosi. D’altronde chiunque predichi un amore senza pregiudizi avrà sempre
contro lo zelo di chi difende una qualche purità – razziale, culturale, sociale;
chiunque insegni a perdonare avrà sempre contro chi reclama la vendetta;
chiunque predichi la verità avrà sempre contro chi vive di bugie e menzogne.
Nel vedere Gesù costretto a fuggire non c’è dunque vergogna. Anzi, da questa
fuga emergono per noi almeno tre buone notizie.
La prima buona notizia è che Gesù si identifica con gli sradicati, i
perseguitati e i fuggitivi di tutto il mondo e di ogni tempo. Anzi, dire che si
identifica è ancora troppo poco: egli è uno di loro. In Gesù che è costretto alla
fuga, Dio si fa vicino a coloro che cercano rifugio, ai senza patria, quelli che
non hanno nemmeno un luogo in cui poter posare il capo. Per loro il nome
Emmanuele - Dio con noi - ha un senso pieno: Gesù, uno di noi. Per tutti
coloro che oggi nel mondo sono in fuga in cerca di una vita migliore, questa è
una buona notizia.
La seconda buona notizia è che Gesù si ritira ma non per nascondersi.
Giovanni nella sua predicazione diceva: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli
è vicino”. Ora a Capernaum, Gesù annuncia quelle stesse e identiche parole.
Anche Gesù dice: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Quel
messaggio che Erode voleva rinchiudere nella prigione di Giovanni, trova in
Gesù un predicatore ancora più potente, capace di incarnarlo appieno. La
Parola di Dio, infatti, non può essere ridotta al silenzio nemmeno dal più
potente dei potenti. Anche quando i cristiani hanno dovuto nascondersi, essa è
risuonata con forza: anche dalle profondità delle catacombe la Parola del
Signore ha saputo emergere alla piena luce del sole. A Capernaum però Gesù
non va per nascondersi: si ritira dalle minacce di Erode per dirigersi verso la
gente; scegliere i suoi discepoli; guarisce e predica. La seconda buona notizia è
questa: la Parola del Signore non può essere ridotta al silenzio.
C'è infine una terza buona notizia in questa fuga di Gesù. Matteo ci dice
che egli va a Capernaum, nelle terre di Zabulon e Neftali. È un'annotazione
strana perché già al tempo di Gesù Zabulon e Neftali erano più archeologia che
geografia: erano regioni antiche che non esistevano più. Sono le tribù perdute
di Israele; quelle regioni che secoli prima avevano subito l'invasione
dell'impero assiro che le aveva devastate, ne aveva deportato la popolazione
che era stata sostituita da genti pagane fatte arrivare da paesi lontani. Gesù
inizia la sua missione da qui, dalle periferie del regno, dalle terre dimenticate.
È lì per far risplendere su di loro la sua luce, per rendere vera la profezia di
Isaia: “Nel paese di Zabulon e nel paese di Neftali, il popolo che stava nelle
tenebre ha visto una gran luce; su quelli che erano nella contrada e nell'ombra
della morte una luce si è levata”. E se la luce del Signore risplende non nelle
capitali ma nelle periferie del Regno, nei luoghi dimenticati e negletti, allora in
questo mondo c’è ancora speranza per tutti noi. La speranza di venire anche
noi illuminati dalla luce di Cristo. Amen.
* * *
“Che Dio passi davanti a noi per guidarci, cammini al nostro fianco per
essere il nostro amico; sia sopra di noi per proteggerci, rimanga dietro di noi
per dirigerci, sia sotto di noi per portarci; dimori con noi per amarci. Amen.”

PASTORE LUCA BARATTO

1 commento:

maurizio abbà ha detto...

La trasmissione radiofonica:
CULTO EVANGELICO
è una finestra aperta sul mondo protestante italiano
ed internazionale.
Per una radio...a colori!