di rilievo teologico (anche filosofico-teologico)
la finalità di queste (e delle altre) segnalazioni bibliografiche
inserite in questo blog,
è, unicamente, quella di porgere un piccolo contributo
alla promozione
del dibattito teologico attraverso
del dibattito teologico attraverso
letture fruttuose.
Buone letture!
- Giorgio Bouchard,
- Giorgio Bouchard,
Prigionieri della speranza Sermoni
prefazione di Rosanna Ciappa Nitti
prefazione di Rosanna Ciappa Nitti
introduzione di Federico Vercellone,
dalla quarta di copertina:
predicata. Innanzitutto, sei disposto al rischio della verità senza averne paura?
Sei disposto a perdere, ad affrontare le sconfitte aprendo gli occhi sul dolore?
Giorgio Bouchard, Una fonte di acqua viva. Trent’anni di sermoni,
Prefazione di Claudio Ciancio,
Trauben editrice, 2007, Torino,
pp. 160,
distribuito da Claudiana editrice;
In copertina: Rembrandt, La Resurrezione (Alte Pinakothek, München)
In copertina: Rembrandt, La Resurrezione (Alte Pinakothek, München)
Il titolo - "Prigionieri della speranza" - è citazione di Zaccaria 9/12
(versione Riveduta)
dalla quarta di copertina:
La nuova raccolta di sermoni di Giorgio Bouchard, che attingead una riserva inesauribile di predicazioni scritte o pronunziate in occasioni diverse, e nell’arco di quarant’anni, riesce ad essere, come le precedenti, insieme specchio e ritratto dei tempi, oltre che la parabola di un percorso esistenziale e di fede.
Più che fornire risposte edificanti, questi sermoni sollevano le questioni radicali, le domande esistenziali che scavano nel profondo della coscienza.
Sono le domande che Dio stesso rivolge a ciascuno attraverso la Parolapredicata. Innanzitutto, sei disposto al rischio della verità senza averne paura?
Sei disposto a perdere, ad affrontare le sconfitte aprendo gli occhi sul dolore?
Sei disposto a morire, “a morire prima che si veda a che cosa è servita la tua vita”? Infine, più che a morire, sei disposto a vivere, a vivere nella fede, sei “pronto a lasciarti sorprendere dalla grazia e dalla gioia del tuo Signore”?
Giorgio Bouchard, Una fonte di acqua viva. Trent’anni di sermoni,
Prefazione di Claudio Ciancio,
Edizioni Trauben, Torino, 2004,
pp. 160,
distribuito da Claudiana editrice;
copertina di Umberto Stagnaro,
(Nella foto, una cascata del fiume Giordano).
dalla quarta di copertina:
(Dalla prefazione di Claudio Ciancio)
distribuito da Claudiana editrice;
copertina di Umberto Stagnaro,
(Nella foto, una cascata del fiume Giordano).
dalla quarta di copertina:
Rigoroso rispetto della Parola di Dio, ma capacità di renderla udibile dagli uomini e dalle donne del nostro tempo, fede incrollabile ma tutt’altro che scontata, profondità teologica ma senza complicazioni intellettualistiche, sensibilità ai problemi dell’uomo contemporaneo ma senza lusingare nessuna delle sue tendenze: sono questi i tratti che fanno dei sermoni del pastore Bouchard una proposta di fede autentica, credibile e capace di interpellare credenti e non credenti.
I sermoni qui pubblicati sanno parlare a tutte le chiese, toccano problemi, pericoli ed esigenze largamente comuni. E soprattutto sanno orientare lo sguardo con forza e profondità verso l’essenziale della fede: verso il Crocifisso risorto. Non è forse questo l’ecumenismo? Smettere di guardarci e guardare verso la medesima direzione, guardarlo insieme, per poi accorgerci che tutti ci sovrasta e ci abbraccia.
(Dalla prefazione di Claudio Ciancio)
citazione da p. 4:
Giorgio Bouchard, pastore valdese, vive e lavora a Torino. Laureato in Storia del Cristianesimo a Torino e in Teologia a Roma, ha diretto la rivista “Gioventù Evangelica” dal 1962 al 1971, è stato membro fondatore del gruppo comunitario “Jacopo Lombardini” di Cinisello Balsamo (MI), Moderatore della Tavola Valdese dal 1979 al 1986 e Presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia dal 1988 al 1994.
È autore di diversi scritti tra cui: Cristianesimo (Rimini, Idea libri 1998; trad. francese Christianisme, Parigi, ed. Liana Levi 1997; trad. tedesca Christentum, Bern-München-Wien, ed. Scherz 1998), Spirito protestante e etica del socialismo (Roma, COM-Nuovi Tempi 1991), Una minoranza significativa (Roma, COM-Nuovi Tempi 1994), Un evangelico nel Lager (con Aldo Visco Gilardi, Torino, Claudiana, 2005).
Altre raccolte di suoi sermoni sono La scritta di Pilato (Torino, Claudiana 1989) e Una fonte di acqua viva (Torino, Trauben 2004). Scritti di storia valdese sono Il ponte di Salbertrand: il ritorno dei valdesi in Italia (Torino, Claudiana 1989) e I valdesi e l’Italia (Torino, Claudiana 19902).
Di particolare interesse il suo Chiese e movimenti evangelici del nostro tempo
Daria Dibitonto,
Dio nel mondo e il mondo in Dio,
Jürgen Moltmann tra teologia e filosofia,
(Saggi, n. 14), Daria Dibitonto, Trauben edizioni, Torino, 2007, pp. 192;
dalla quarta di copertina:
- Centro Studi Luigi Pareyson – Biblioteca di Filosofia,
dalla quarta di copertina:
dalla quarta di copertina:
L’aspirazione filosofica alla verità sorge dall’amore per il finito, per ciò che nel mondo è limitato nel tempo e nello spazio, eppur si vorrebbe esistesse perfettamente e senza fine. La filosofia si espone così, da secoli, al rischio di un tradimento: l’indebita sottrazione al mondo della sua mortalità e finitezza nella fissità della conoscenza.
Jürgen Moltmann offre a questo dilemma una risposta non solo teologica, quando esplora il movimento di comunione e separazione di dio nel mondo e del mondo in Dio. La sua peculiare forma di panenteismo esprime la forza escatologica dell’amore divino nelle sue relazioni trinitarie: Dio si distingue dal mondo creandolo, prendendone distanza e soffrendo accanto al Figlio per l’uomo, ma proprio la sofferenza divina è segno della sua presenza e del suo amore mediante lo Spirito, che apre a una speranza di futura e salvifica unione con il mondo amato. L’unione presente, anticipazione di quello futuro, è speranza reale per il mondo che dà forza di affrontare i problemi più scottanti del nostro tempo.
Moltmann scopre in éros l’energia creatrice che accomuna amore umano e amore divino, da cui traggono alimento sia la filosofia sia la teologia.
E tuttavia diversamente dalla teologia, la filosofia si scopre viandante in terra straniera, mai assicurata dal calore di una promessa divina, ma garantita di un futuro di di compimento. Dovrà cercare altrove le risorse per coltivare il suo amore: nell’unione e nell’affiancamento tenace, di eros e conoscenza.
Daria Dibitonto (Vercelli, 1977) è dottore di ricerca in filosofia e cultore della materia presso l’Università del Piemonte Orientale.
La sua ricerca si muove nell’ambito della filosofia e della teologia della speranza: desiderio, utopia ed escatologia sono le categorie attraverso le quali esplora bellezza e tragicità dell’umano. Tra i suoi lavori: Dialektik des Wunsches unterwegs sur Hoffnung,
(in ,, Vorschein”, 25/26, 2005) e Desiderio. Un diuturno corpo a corpo con l’eccesso, verso l’intimità (in AA.VV., Interruzioni, Il melangolo 2006). Luce, oscurità e colore del desiderio. Un’eredità non ancora indagata della filosofia blochiana è il titolo della sua tesi di dottorato.
- Centro Studi Luigi Pareyson – Biblioteca di Filosofia,
Sergio Carletto,
Oltre il teismo. Dio, verità e salvezza in Eberhard Jüngel,
(Saggi, n 15), Centro Studi Filosofico-religiosi Luigi Pareyson,
Trauben edizioni, 2007, Torino, pp. 296;
dalla quarta di copertina:
Che ne è del pensiero di Dio nell’età del definitivo tramonto del teismo? La morte del Dio dei filosofi implica il tramonto della fede cristiana o ripropone al centro dell’esistenza teologica conemporanea una “theologia crucifixi”, che sappia porsi al di là della falsa antitesi tra teismo e ateismo? Sulla scia di Lutero e di Barth, ma anche di Nietzsche e Heidegger, il teologo evangelico tubinghese Eberhard Jüngel (Magdeburg, 1934) ha colto nel mistero trinitario, che si disvela nella croce di Cristo, il manifestarsi dell’amore gratuito di Dio nei confronti dell’umanità peccatrice.
Prendere congedo dal teismo, non implica affatto atteggiamenti rinunciatari del pensiero e della ragione, quanto la riscoperta di un Dio “più che necessario”, contro le ricorrenti tentazioni di “rifondare” il cristianesimo non sull’umiltà del verbum crucis, quanto su forme illusorie e idolatriche di trionfalismo ecclesiologico, ancorate a strutture di pensiero ormai incapaci di rendere seriamente ragione della nostra condizione epocale “post-secolare”.
Sergio Carletto (1968), laureato in Filosofia (Torino) e Magister in Scienze Religiose, ha perfezionato la sua formazione filosofico-teologica a Torino, Zurigo, Modena (Fondazione S. Carlo), Trento (ISR). Ha conseguito il Diploma di Alti Studi in Scienze della Cultura e il Dottorato di ricerca in Ermeneutica (Torino). I suoi contributi più rilevanti concernono la giustificazione per fede in Lutero e nella teologia evangelica novecentesca, l’ecumenismo cattolico-luterano, la teologia ermeneutica contemporanea e l’antitrinitarismo del Cinquecento. Docente di ruolo di filosofia e storia nei Licei, collabora col CESPEC (Cuneo) oltre a svolgere un dottorato in Filosofia tardo-antica, medievale ed umanistica (Università di Salerno). Pubblicazioni più significative: Ermeneutica della giustificazione. Lutero e le origini della Riforma, Torino 2001. Salvezza ed Ecumene. Il recente dibattito sulla dottrina della giustificazione per fede in Germania (1997-1999), Bologna 2003; La teologia ermeneutica di Gerhard Ebeling, Pisa, 2004.
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