Anche lui si è avvicinato come noi alla figura di Dolcino con interesse, forse perché in Argentina, Paese con una storia troppo recente, non vi sono mai stati movimenti ereticali repressi nel sangue e con la tortura come quelli europei.
E la figura di Dolcino è, tra quelle eretiche, così peculiare e moderna da poter essere fatta propria, riferimento, non solo per le idee religiose. Anticonfessionali, Libertari e Socialisti, ecc. hanno sempre visto in Dolcino un precursore alle loro istanze. Ancora oggi noi siamo qui a testimoniarlo.
Come molti di voi sapranno José è morto suicida, gettandosi dal ponte tra Biella e Chiavazza mercoledì 27 agosto.
L’arresto della moglie Graciela (ora libera) e un mandato di cattura non ancora eseguito a suo carico gli ultimi eventi che lo hanno portato alla tragica decisione.
Il dover nuovamente sostenere e rispondere alle accuse per cui era già stato assolto - relative ai giorni bui della repressione in Argentina - è stato per José, che si è sempre con sofferto travaglio sentito vittima, spirale infamante senza fine a cui porre termine con la morte.
Nella sua ultima lettera chiede scusa di tutto questo agli amici e parenti, sia per il suo gesto estremo (implicitamente) e per non essere stato capace di saper resistere alla tortura.
Anche a noi, suoi amici dolciniani, questa richiesta è posta e credo che stia ad ognuno, singolarmente ed in coscienza - non occorre prendere una decisione assembleare - considerarla ed accoglierla pienamente.
In questo, scusandogli di quanto ci chiede – sappiamo quanto può la tortura e non sappiamo quanto anche noi resisteremmo sotto tortura – possiamo al meglio rendergli memoria, quale vittima.
14 settembre 08
E la figura di Dolcino è, tra quelle eretiche, così peculiare e moderna da poter essere fatta propria, riferimento, non solo per le idee religiose. Anticonfessionali, Libertari e Socialisti, ecc. hanno sempre visto in Dolcino un precursore alle loro istanze. Ancora oggi noi siamo qui a testimoniarlo.
Come molti di voi sapranno José è morto suicida, gettandosi dal ponte tra Biella e Chiavazza mercoledì 27 agosto.
L’arresto della moglie Graciela (ora libera) e un mandato di cattura non ancora eseguito a suo carico gli ultimi eventi che lo hanno portato alla tragica decisione.
Il dover nuovamente sostenere e rispondere alle accuse per cui era già stato assolto - relative ai giorni bui della repressione in Argentina - è stato per José, che si è sempre con sofferto travaglio sentito vittima, spirale infamante senza fine a cui porre termine con la morte.
Nella sua ultima lettera chiede scusa di tutto questo agli amici e parenti, sia per il suo gesto estremo (implicitamente) e per non essere stato capace di saper resistere alla tortura.
Anche a noi, suoi amici dolciniani, questa richiesta è posta e credo che stia ad ognuno, singolarmente ed in coscienza - non occorre prendere una decisione assembleare - considerarla ed accoglierla pienamente.
In questo, scusandogli di quanto ci chiede – sappiamo quanto può la tortura e non sappiamo quanto anche noi resisteremmo sotto tortura – possiamo al meglio rendergli memoria, quale vittima.
14 settembre 08
1 commento:
oggi ho conscuto questa trista historia. Io imagino il dolore di tuto quanti che non hanno potuto resistere la tortura e colaborato parcialmente con il boio.Loro sono humano, mi fà arrabiare queli che non sono capasci di capire questo. Coragiosso homagio. Io anche.Rolo
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