giovedì 31 luglio 2008

PRESENZA E SILENZIO DI DIO NEI FILM DI INGMAR BERGMAN


ALBERTO CORSANI,

IL LIBRO CHE AFFIORA
SUGGESTIONI DAL CINEMA DI INGMAR BERGMAN

(collana Laissez Passer - 16), Edizioni SEB 27, Torino, 2008, pp. 152;
Prefazione di Chiara Biano, Paola Tarino e Adriano Boano

internet: www.seb27.it

Expanded Cinemah
internet: www.cinemah.com


dalla terza di copertina:

Alberto Corsani

Nato nel 1962 a Torino, si divide fra il capoluogo e Torre Pellice, dove abita. Redattore del settimanale protestante “Riforma”, appassionato di hockey su ghiaccio e di cani, collabora alla rivista on line “Tuttohockey.com”. Nell’ambito cinematografico collabora a “La linea dell’occhio”, rivista del Circolo del cinema di Lucca. Nel 2003, in questa stessa collana, ha pubblicato Con il film e senza. Appunti sul cinema pensando ad altro

dalla quarta di copertina:

Nel corso della lunga carriera cinematografica di Ingmar Bergman, una serie di film ha affrontato direttamente le tematiche religiose, esprimendo ansie ed inquietudini della cultura del tempo; ma anche in altre opere, che pure non sembrano altrettanto rivolte al trascendente né alla metafisica, si percepisce nel linguaggio e nelle messe in scena allestite dal maestro svedese un retroterra che rimanda alla sua formazione protestante e alla cultura biblica. Procedendo per coppie di film (normalmente uno degli esordi o della prima fase di grande notorietà del regista e uno del periodo centrale o delle sue ultime stagioni espressive), il percorso qui elaborato cerca di far emergere queste tracce, allo scopo di fornire un quadro interpretativo, certo non univoco né tantomeno esaustivo, ma utile per leggere celebri film secondo una prospettiva singolare. Si scoprirà che non solo di Dio o del suo silenzio si tratta, ma di un rapporto che coinvolge e chiama in causa anche le modificazioni a cui è andata incontro la società in un arco temporale di quasi sessant’anni.
Cambiano i riferimenti sociali e quelli culturali, e cambia anche, in un certo senso l’antropologia che il regista si trova di fronte: evolve, inesorabilmente, la disposizione con cui uomini e donne del nostro tempo sperimentano il proprio incontro con gli altri e la ricerca, eventuale, di una parola trascendente.

1 commento:

maurizio abbà ha detto...

Un libro per 'scavare' e comprendere
un aspetto importante e qualificante
del cinema di Ingmar Bergman