venerdì 25 luglio 2008

I ritardi del Parlamento sul testamento biologico

Erika Tomassone: "più che censurare la Cassazione, il Parlamento deve arrivare ad una legge sulle questioni di fine vita"

"Le questioni in gioco non possono essere oggetto di battaglie ideologiche, ma piuttosto di un serio lavoro legislativo"

La Corte di Cassazione non ha "invaso il campo di attribuzioni che spettano al Parlamento, piuttosto è il potere legislativo ad "aver da anni disatteso il suo compito, vale a dire la emanazione di una legge atta a regolare le questioni di fine vita". E' quanto afferma la pastora Erika Tomassone, membro della Commissione bioetica delle chiese metodiste e valdesi, commissione che già ha espresso il proprio parere sul caso di Eluana Englaro.

Secondo Erika Tomassone, "quello che manca in Italia è una legge che, come in ogni Stato di diritto, regoli le azioni dei cittadini e delle cittadine davanti allo Stato, qualunque sia il loro orientamento etico particolare. Più che censurare la Cassazione, il Parlamento, nei suoi due rami, deve seriamente arrivare ad una legge non sull’onda del caso di Eluana Englaro, ma nel rispetto dei cittadini e delle cittadine che, in stato di salute e piena coscienza, possono esprimere le loro volontà come parte di un patto terapeutico in quanto soggetti consapevoli. Se esistesse una tale legge, non ci sarebbe stato alcun bisogno di rivolgersi alla Cassazione".

"In gioco - precisa Erika Tomassone - è il diritto di una persona ad esprimere la sua volontà su situazioni di fine vita, in rapporto a eventuali terapie da mettere in atto oppure no. Questo è il vero nodo nella legislazione italiana, ma anche nella pratica sanitaria. Perché si teme tanto l’assunzione di responsabilità dell’individuo? Nessuno Stato può eliminare dalla mia vita il dilemma etico, e se pretende di farlo muta natura e fa dei suoi cittadini dei sudditi e non degli individui liberi. Forse perché alla parola libertà viene associato l’arbitrio? La parola libertà si lega invece alla parola responsabilità. Farsi carico della propria vita".

"Mi auguro - ha concluso Erika Tomassone - che tutti coloro che in questi giorni utilizzano la situazione coraggiosa e sofferente della famiglia Englaro, per i propri fini ideologici o politici, sappiano fare un passo indietro, perché le questioni in gioco non possono essere oggetto di battaglie ideologiche, ma piuttosto di un serio lavoro legislativo".

Tratto dal comunicato stampa NEV - Notizie evangeliche del 17 luglio 2008

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