Tempo di Avvento
di Enos Mannelli
«Oracolo contro Duma. Mi si grida da Seir: "Sentinella, a che punto è la notte?" La sentinella risponde: "Viene la mattina, e viene anche la notte."»
Isaia 21,11-12
L’Avvento, cioè la venuta del Messia atteso, può essere visto come un cammino nella notte verso una meta che si vede in lontananza. Circa 2700 anni fa qualcuno dal deserto pone una domanda al profeta (qui come altrove definito sentinella): "a che punto è la notte?".
Questa è la domanda delle popolazioni tormentate dalla guerra, dalla fame, dalla miseria in Afganistan, Iraq, striscia di Gaza, e in tante altre parti del mondo, ma anche di quelli che dormono sulle panchine, dei senza lavoro, di coloro che sono schiacciate dalla solitudine!
Come credenti in Dio siamo chiamati a far nostra tale domanda, in solidarietà con chi grida nella notte! Spetta a noi farlo, prima che la rassegnazione e la disperazione impediscano loro di porre domande vitali. Non possiamo evitare di dare voce al grido di dolore di questi nostri simili che vivono in condizioni disumane! Lo faremo, in ogni caso, da una "posizione di povertà", perché non abbiamo la risposta in tasca. Quando pensiamo a una domanda a partire da una tale condizione di assoluta impotenza, pensiamo a Gesù sulla croce che grida: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Mc. 15,34). Lui ha compiuto una scelta di radicale solidarietà con gli esseri umani, che il Nuovo Testamento chiama abbassamento e comunione con i minimi e gli esclusi. Gesù pone, con coerenza, la domanda di chi soffre, di chi vuole sapere "perché?" è stato abbandonato nel buio della morte. Egli si è mosso verso Dio, nonostante le opposizioni e i contrasti. Non conosce la disperazione perché nel buio della notte intravede la luce!
L’oracolo rivolto contro Duma, oasi dell’Arabia, oltre alla domanda ("a che punto è la notte?") ci dà la risposta. Questa afferma che viene l’alba, ma verrà ancora la notte. Chi si trova nelle tenebre, come chi è assetato nel deserto, vedrà certo la luce del giorno, avrà l’acqua per dissetarsi, ma poi tornerà la notte, avrà ancora sete. Il dramma dell’esistenza continua! Sembra che al dolore ed al suo vasto seguito non venga data una risposta risolutiva, una volta per tutte… Ma, queste tremende prove sono veramente parte di quella ciclicità della natura per la quale il giorno segue la notte, all’autunno l’inverno? Se la Parola di Dio ci confermasse questa triste constatazione, ci troveremmo di fronte ad una situazione disperata e senza prospettive! Invece il profeta ci porge un invito: "Se volete interrogare, interrogate pure; tornate un’altra volta." Cogliamo l’invito a fare la stessa domanda, quella di chi non ha ancora ricevuto risposta, ma abbiamo fede che essa verrà! Questa è la fede di chi, come Abramo, "sperando contro speranza credette"(Rom. 4,18), di chi grida a Dio: "Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità." (Mc. 9,24).
Noi attendiamo quel giorno perché nella parola profetica abbiamo colto una speranza, un impegno da parte di Dio verso il popolo immerso nella notte. La speranza non nasce in noi per un ottimismo legato ai cicli della natura o del destino, bensì perché Dio ha parlato e ha deciso di intervenire nella nostra storia per darle la svolta nuova, decisiva! Il testo di Giov. 1,1-14 - che va tenuto presente - ci rende possibile confessare che quell’antica parola del profeta Isaia, che ci apre alla speranza e ci porta la salvezza, è una parola fatta carne, umanità, che diventa luce e rischiara le tenebre in cui l’umanità è immersa! Gesù Cristo è quella Parola che non tutti hanno ricevuto, non tutti compreso; anzi; molti hanno persino cercato di nasconderla, di metterla a tacere! Coloro che, invece, l’hanno ricevuta, accolta, che si sono lasciati chiamare al suo seguito, sono diventati figli della luce, di colui che ha detto: "Io sono la luce del mondo…" (Gv. 8,12). Questa "luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno sopraffatta." (Gv.1,5).
Questi, non solo possono chiedere "a che punto è la notte?", ma possono anche articolare una risposta, seppur piangendo, per se stessi e per gli altri: la notte sta per finire perché viene il nostro Signore Gesù Cristo, colui che salva il mondo! Solo questo è AVVENTO!
Tratto da Trieste evangelica, dicembre 2008
riportato sul sito: www.chiesavaldese.org
consultato in data: 20 dicembre 2008, ore 00.15.
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