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Ho qui ripreso, di seguito, con alcune piccole modifiche, il mio articolo apparso nel periodico:
«Tempi di Fraternità – donne e uomini in ricerca e confronto comunitario»,
3. Didattica del presepio:
argomento ricerca biblica ricerca storico-geografica
o
Ho qui ripreso, di seguito, con alcune piccole modifiche, il mio articolo apparso nel periodico:
«Tempi di Fraternità – donne e uomini in ricerca e confronto comunitario»,
n. 10, anno trentatreesimo, dicembre 2004, pp. 14-16.
1. Presepio per i cristiani-protestanti ?!?
- rifiuto di tipo pedagogico.
2. un nuova prospettiva sul presepio
Innanzitutto:
Uno sguardo cristiano-protestante sul presepio
1. Presepio per i cristiani-protestanti ?!?
corona dell’Avvento, ghirlande e pigne, albero di Natale, vanno bene, sono doc per i protestanti, ma… il presepio …?!?, il presepio no, non appartiene come sensibilità spirituale al mondo protestante, al riguardo si possono avanzare due serie obiezioni a sostegno del rifiuto del presepio da parte evangelica:
- rifiuto di tipo teologico;- rifiuto di tipo pedagogico.
- Il rifiuto di tipo teologico si basa sul divieto biblico, la seconda delle Dieci Parole, il secondo comandamento afferma infatti:
«Non farti scultura, né immagine alcune delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE il tuo Dio, sono un Dio geloso», Esodo 20,4-5; Deuteronomio 5,8-9.
- Il rifiuto di tipo pedagogico è per evitare che il bambino crescendo accomuni la sorte di Babbo Natale e Gesù bambino, si delinea il rischio che una volta dissolta la convinzione sull’esistenza del primo, per l’effetto ‘trascinamento’, anche Gesù diventerebbe un balocco buono soltanto per il periodo dell’infanzia.
2. un nuova prospettiva sul presepio
Considerate le obiezioni di cui sopra, per una rivalutazione del presepio da parte cristiano-protestante occorre inquadrare in maniera del tutto diversa, nella forma e nel contenuto, la rappresentazione della nascita di Cristo.
Questo comporta l’interrogarsi su alcuni pregi che possono, all’inizio cautamente ma poi decisamente fatti emergere da un’utilizzo del presepio come strumento di richiamo e di divulgazione biblica, per una didattica fruttuosa a partire da uno spunto interessante per ri-meditare alcune figure bibliche.
Innanzitutto:
- Gesù: è stato un Bambino in un mondo che già all’epoca con Erode uccideva i bambini. In Matteo e Luca abbiamo i racconti dell’infanzia che ci ricordano l’importanza, la difficoltà, e la gioia di un bambino che arriva tra noi;
- Maria e Giuseppe: finalmente possono essere visti come figure terrestri, e senza sdolcinatura, si può affermare l’importanza e la solidità di questo ‘ritratto’: quello di una coppia che si ama e che si coccola il proprio bambino;
- gli Animali sembrerebbero la parte più controversa: da una parte sono una parte costitutiva del presepio tradizionale, ma, d’altra parte, non hanno riscontro nei racconti evangelici della natività. Bisogna però tener presente che all’epoca persone e animali condividevano gli stessi ambienti, e soprattutto non si può certo dire che vi sia il silenzio nella Bibbia su episodi e vicende che concernono gli animali! Basti qui citare: nel Primo Testamento l’asina di Balaam, libro biblico dei Numeri capitolo 22; e poi: Gesù «stava tra le bestie selvatiche» Marco 1,13, il riferimento è a Gesù in età adulta, all’inizio della sua attività pubblica!
Nella Bibbia e nella successiva tradizione artistico-letteraria-musicale la simbologia animale è stata richiamata per rappresentare Cristo con animali veri ma anche con animali leggendari, fra gli altri: l’unicorno, il pellicano, il leone, la tigre;- i Pastori: sono coloro che all’epoca erano considerati ai margini della società, nel racconto della Natività c’è una grande nota di attenzione e di considerazione nei loro confronti.
Luca 2,14: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch’egli gradisce!» questo dice il testo biblico e non il fuorviante: “pace in terra agli uomini di buona volontà!”, si tratta di uno spostamento d’accento significativo: sull’iniziativa di Dio che va incontro alle persone;
- gli Angeli: la figura dell’angelo, solitamente sequestrata dal consumismo religioso e commerciale, inquadrata anch’essa correttamente (cioè secondo il dato biblico) permette di riscoprire l’importanza del messaggero di Dio, nell’angelo è Dio medesimo che ci raggiunge. L’angelo biblico è un comunicatore della Parola, non ha bisogno, solitamente, di descrizioni immaginifiche e fuori dalla norma, appartiene alla quotidianità. Come dice il teologo Claus Westermann: «Gli angeli di Dio non hanno bisogno di ali».*
* Claus Westermann, Gli Angeli di Dio non hanno bisogno di Ali. Riflessioni e letture bibliche,
traduzione di Teresa Franzosi, (collana I Triangoli), Edizioni Piemme, 1995, Casale Monferrato (AL).
- i Magi: nella narrazione biblica si usa il plurale, quindi erano più di uno ma il loro numero non è riportato (il tre è poi sorto anche e soprattutto in riferimento ai tre doni che portano); non sono riportati i nomi (una tradizione successiva li chiamerà: Gaspare, Melchiorre, Baldassarre), nella narrazione biblica non si dice che sono dei re (e questo comunque non sminuisce il loro omaggio al bambino Gesù!).
La parola biblica può illuminare il presepio di cose genuine e di altre secondarie, riscoprendo persone e vicende bibliche e della tradizione cristiana successiva che meritano di essere conosciute.
3. Didattica del presepio:
Per l’elaborazione dello schema seguente ho ripreso, con alcune varianti, lo specchietto con i temi su cui riflettere e lavorare proposto da Roberta Colonna Romano da lei elaborato con molta competenza:
argomento ricerca biblica ricerca storico-geografica
o
scientifica
Gesù ( Yehôsûa΄ )
Gesù ( Yehôsûa΄ )
Evangeli di Luca e Matteo
i neonati: cure, modi di vestirli,
a seconda dei paesi e delle culture,
in diverse epoche, nelle civiltà mediterranee.
Maria ( Miriàm )
in diverse epoche, nelle civiltà mediterranee.
Maria ( Miriàm )
Evangeli di Luca e Matteo
condizione della donna in Israele.
Abbigliamento, modo di viaggiare.
Censimenti: nell’antichità ed ai nostri giorni.
Giuseppe ( Iosef )
Censimenti: nell’antichità ed ai nostri giorni.
Giuseppe ( Iosef )
Evangeli di Luca e Matteo
vivere in un paese sotto l'occupazione dell'Impero Romano.
gli Animali
gli animali nella Bibbia,
nella tradizione artistica,
alcuni animali sono considerati simboli di Gesù Cristo.
i Pastori
nella tradizione artistica,
alcuni animali sono considerati simboli di Gesù Cristo.
i Pastori
Evangelo di Luca
condizione dei pastori in Israele;
la pastorizia al giorno d'oggi;
la pastorizia al giorno d'oggi;
gli Angeli
Evangeli di Luca e di Matteo
vari modi di raffigurarli
(sogno di Giuseppe)
gli angeli nell’arte del Nuovo e dell'Antico Testamento.
i Magi
i Magi
Evangelo di Matteo astrologia e astronomia
profezie in Mesopotamia e, in genere, in Oriente.
la stella
profezie in Mesopotamia e, in genere, in Oriente.
la stella
Evangelo di Matteo
natura delle comete
la capanna
la capanna
Evangelo di Luca
abitazioni in Israele e nel bacino del Mediterraneo.
la neve
la neve
clima di Israele
4. Quali contatti con il presepio di francescana memoria ?
Maurizio Abbà
breve nota bibliografica:
4. Quali contatti con il presepio di francescana memoria ?
Nella memoria dei protestanti, Francesco d’Assisi è sentito in gran parte vicino alla fede evangelica. Le sue ‘somiglianze di fede’ con Valdo ( la cui vicenda di fede, precede di alcuni anni quella di Francesco. Valdo è all’origine del movimento dei ‘Poveri di Lione’ da cui sorgeranno i movimenti valdesi medievali) sono notevoli: il richiamo ad una predicazione di fede vissuta nella povertà come stile di vita che rovescia ambizioni ormai consolidate; la nonviolenza e il rifiuto della guerra.
Francesco d’Assisi storicamente è inquadrato nella tradizione cattolico-romana, il suo messaggio ha però valicato gli steccati confessionali.
(Francescani, uomini e donne, sono presenti con un proprio ordinamento anche tra i luterani e gli anglicani).
Il messaggio francescano è attuale nel cercare un rapporto diverso con la natura e tutto il creato e le creature; di estrema attualità è altresì il suo tentativo di dialogare.
Sono due i punti di contatto che in quanto cristiano-protestante mi sento di condividere con altri cristiani riflettendo sul presepio ideato da Francesco.
Primo punto di contatto:
- Per il Natale del 1223, nel paese di Greccio*,
* Il paese di Greccio è nel Lazio, in provincia di Rieti, ancora oggi si svolge il presepio. La memoria di quell’evento è mantenuta viva. Il presepio proposto ha delle caratteristiche peculiari: non è quello tradizionale con i personaggi tipici della Natività: i personaggi del presepio di Greccio, infatti, non sono quelli della famiglia di Gesù, troviamo invece i personaggi e la riproposizione dell’ambiente dell’epoca per rammentare cosa accadde in quella notte del XIII secolo per cui troviamo: Francesco d’Assisi, i frati, il cavaliere Giovanni Velita (con il titolo di signore di Greccio) e sua moglie Alticama.
Francesco organizza la rappresentazione della Natività.
Francesco, che in tempo di crociate belliche per (ri)conquistare violentemente la “Terra Santa”, era riuscito invece a parlare con il “lupo” cioè con il Sultano, Francesco aveva cercato, in qualche modo, di dialogare facendo tacere le armi.
Francesco si rende conto che non c’è bisogno di partire armati per
combattere per la fede, la terra santa è dentro ognuno di noi, riecheggiano le parole dell’apostolo Paolo:
«Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?». Là dove siamo, abitiamo, viviamo, speriamo e amiamo ecco è il luogo dove Cristo nasce: nei nostri cuori e nei luoghi dove ogni giorno ci troviamo e ci ri-troviamo.
Una scelta di fede che squarcia il buio dell’epoca e di quelle successive: la nostra più che mai ha bisogno di questo raggio di sole. Una scelta che adotta la nonviolenza: infatti, non si va a combattere per la fede, in quanto non ci sono dei luoghi “più santi di altri che richiedono che sia versato del sangue ”, si pensi alle parole che Gesù rivolge alla Samaritana nell’Evangelo di Giovanni 4,23: «i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: poiché il Padre cerca tali adoratori» è Dio che s’incammina in pellegrinaggio verso di noi!
Tutto ciò comporta una precisa scelta di fede con una conseguente metodologia nonviolenta ed uno stile di vita sobrio il che non significa piatto e banale.
- Secondo punto di contatto:
è la possibile partecipazione attiva alla Natività, diventando parte attiva e costitutiva della rappresentazione. Si può fare un parallelo con quello che sosteneva il filosofo danese protestante Søren Aabye Kierkegaard (1813-1855) che bisogna essere ‘contemporanei di Cristo’ che significa essere lì presenti dove Gesù sta predicando il Regno di Dio, guarendo i malati, ascoltando i bisognosi, resistendo al male, pregando. Fare parte della narrazione biblica, questo vuol dire diventare protagonisti delle vicende bibliche, sentirsi coinvolti nelle vicende descritte nei due Testamenti,
per vivere davvero la Bibbia, nella Bibbia!
Maurizio Abbà
breve nota bibliografica:
- Tonino Conte, …e San Francesco inventò il presepio, illustrazioni di Emanuele Luzzati, Il Melangolo, Genova, 2002 - volume realizzato in collaborazione con la città di Torino - . (Tonino Conte ha fondato nel 1975, insieme ad Emanuele Luzzati, il Teatro della Tosse di cui è direttore artistico).
- Da questo volume, - p.15 e p.42 - sono tratte le illustrazioni di Emanuele Luzzati riportate nell'articolo apparso sulla rivista: Tempi di Fraternità
- Roberta Colonna Romano, "Didattica del presepio",
in:
«La Scuola Domenicale – rivista del consiglio nazionale scuole domenicali del servizio istruzione ed educazione della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia», luglio 1993, anno C – n.1, pp. 107-116; lo schema sopra riportato (con alcune modifiche) è tratto da p. 111.
6 commenti:
Il presepe viene allestito in chiesa da moltissime chiese presbiteriane che sono comunità riformate proprio come quella valdese. Il secondo comandamento vieta solo le immagini fatte per essere servite! Se le chiese protestanti fuori dall'Italia errano allora non dovremmo avere nemmeno una bomboniera in casa o la croce vuota in chiesa. Sono innumerevoli le comunità presbiteriane e metodiste che all'estero fanno il presepe in chiesa e in casa. Io sono Valdese. Un caro saluto affettuoso alla comunità di Biella☺
Io credo che più che una stalla ,era una capanna (Sukkah)adibita dai locandieri per i viandanti che andavano in pellegrinaggio a Gerusalemme per la Festa delle capanne Sukkot e dove nella parete interna vi erano attaccate senza toccare il terreno delle vaschette per il cibo ,dove poi venne deposto in fasce Gesù. Il sabato 30 settembre il primo giorno della festa delle capanne Sukkot.
... Quindi ,vi erano certo animali.
.... Quindi non vi erano certo animali
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