martedì 11 novembre 2008

QUANDO LA MALATTIA NON HA L'ULTIMA PAROLA


CON TE CONTRO DI TE
(con..vivere con il tumore)

Sono trascorsi otto mesi da quando mi hanno detto che tu hai deciso di prendere dimora dentro di me, eppure sarà per un certo sesto senso, o l’ascolto infallibile del proprio corpo, in ogni caso ho avuto la netta percezione di non essere più sola già più di un anno fa.
Ti sei insinuato in modo subdolo, a passi felpati, aspettando il momento opportuno, cioè quando ero più vulnerabile, fragile. Da quanto ho capito sei un inquilino scaltro, da non sottovalutare, ma pur sempre un inquilino o, per meglio dire, un ospite indesiderato con il quale mi trovo a convivere! D’ora in avanti non potrai più cogliermi impreparata, perché sono passata al contrattacco: spio le tue mosse, cerco di prevedere i tuoi piani prima che tu li possa attuare. 
Stai in guardia perché io non mi rassegno, piuttosto accetto che tu faccia parte della mia vita, ovviamente senza invaderla del tutto.
Ti sei presentato alla mia porta senza essere invitato, ti sei fatto avanti coinvolgendo anche il resto della famiglia, marito e figli compresi, perciò se tu sei stato senza scrupoli nei miei confronti, perché mai dovrei essere indulgente nei tuoi?
Abbiamo combattuto ad armi pari e per farlo devo dare spazio al mio lato peggiore, quello che, per intenderci, si cerca sempre di schiacciare.
Adesso tu sei colui verso il quale posso e devo mostrare questa parte di me che neppure io conosco veramente.
Stiamo giocando a carte scoperte e la sfida è appena iniziata.
Come una partita a scacchi, tu hai sferrato la prima mossa senza darmi la possibilità di pensare, ma ora è il mio turno ed io mi prendo tutto il tempo che occorre.
I migliori scacchisti stanno a meditare anche per lunghissime ore di muovere una pedina, perché si sa che una decisione affrettata può cambiare le sorti di tutto.
Una cosa è certa: fino alla fine non è dato di capire chi avrà la meglio sull’avversario!
In questo momento tocca a me muovere e, stanne certo, il momento di annunciare “scacco matto” è ancora lontano per entrambi.
Da come si sono svolti gli eventi, sei tu che tieni a me e non il contrario: io non ti ho mai cercato, anche se al momento non posso certo ignorarti!
Ti devi ricordare che io sono in grado di vivere benissimo senza di te, mentre tu, per vivere, hai necessità del mio corpo.
Ti rendi conto che se io muoio tu mi seguirai? Forse non ti è ancora chiaro che venirmi a cercare non è stata un’idea brillante
Indipendentemente dal risultato finale, la cosa migliore sarebbe che noi ci mettessimo d’accordo e stipulassimo un patto di non aggressione, si potrebbe cercare così di convivere, facendo in modo che questa convivenza risulti meno disastrosa per tutti e due.
Io non desidero che si aggiungano chissà quanti giorni alla mia vita, piuttosto auguro più vita ai giorni che mi attendono.
Non ho ancora capito come la pensi al riguardo, ma una sola cosa è sicura: farò in modo di complicarti l’esistenza e, nell’ipotesi di una vittoria da parte tua, sarà comunque un risultato sudato, con un avversario che ti avrà dato del filo da torcere.

Lealmente tua

Susanna


tratto da: «Foglie», rivista del Fondo Edo Tempia di Biella, 
pubblicato successivamente su: Valdesi a Biella, giugno 2008, Anno X, n. 2, p. 3.

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