sabato 18 ottobre 2008

RICORDANDO ADOLFO BARAVAGLIO



Adolfo Baravaglio è deceduto mercoledì scorso,
15 ottobre 2008,
dopo tante sofferenze.


Si segnala la seguente pubblicazione per riflettere, 
comunque la si pensi.
Sull'eutanasia possiamo (e dobbiamo!) avere posizioni diverse,
su di una cosa però dovremmo essere tutti d'accordo:
che la sofferenza è dolore, tanto dolore.
La sofferenza non aiuta, è dolore profondo:
dolore per chi è colpito direttamente
e dolore per le persone care che sono intorno.


Adolfo Baravaglio, a cura di Gabriele Vidano e
Letizia Moizzi,
Perché mi torturate? Storia dell’uomo
rinchiuso in una gabbia grande quanto
il suo corp
o,
Prefazione di Gianni Vattimo,
(Esperienze), Tea, Milano, 2007, con le lettere al
Presidente della Repubblica Italiana Giorgio
Napolitano, e al giornalista Corrado Augias de il
quotidiano «La Repubblica», con appendici documentarie
relative alla legislazione sull’eutanasia;
pp. 160.

Adolfo Baravaglio era nato nel 1955 in
provincia di Biella, in seguito a un incidente d’auto,
avvenuto il 30 aprile 1989, riportò un trauma a livello della
colonna vertebrale cervicale lasciandolo in una condizione
di tetraplegia. Viveva a Pray Biellese con la moglie Agnese Bittante.
Un libro in cui risuonano parole dure, inevitabilmente dure, 
onestamente dure.
 In che senso dure?
 Sono crude, per una crudezza
di vita inaudita, anzi udita altre volte, non sono pochi, infatti, i casi
come quello di Adolfo.




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