lunedì 6 ottobre 2008

TEOLOGIA DIVULGATIVA


Manfred Lütz
Dio. Una piccola storia del più Grande (Books),
Introduzione all'edizione italiana di Rosino Gibellini,
Traduzione di Anna Bologna,
Editrice Queriniana, Brescia, 2008
pp. 288;



Fonte: www.queriniana.it

TEOLOGI@ INTERNET: approfondimento
119 (04/09/2008)


IL RITORNO DI DIO
di
Rosino Gibellini


Se si registra un «ritorno dell’ateismo» in pubblicazioni, firmate perlopiù da cultori di scienze, e diffuse a livello internazionale in questi ultimi anni, si deve anche registrare il “ritorno di Dio” in numerose dotte pubblicazioni, sia teologiche sia per il grande pubblico. L’Editrice Queriniana ha in uscita il libro di Manfred Lütz “Dio. Una piccola storia del più Grande”, uscito in Germania nell’ottobre 2007, che si può considerare il best-seller della più qualificata letteratura religiosa in campo internazionale del 2007, prontamente edito dall’Editrice Queriniana. Proponiamo l’introduzione alla edizione italiana. 

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Di che vogliamo parlare nel tempo del dissipante gossip televisivo e del «si dice» della nostra quotidianità? Lo psichiatra tedesco Manfred Lütz propone di parlare di Dio nella lingua della quotidianità. E sceglie così il tema più alto che si possa proporre. La stampa tedesca ha salutato il libro con questi titoli: «Il ritorno di Dio»; «Di nuovo all’ordine del giorno: la questione su Dio». 

Manfred Lütz è psichiatra e scrittore di bestseller, come il suo Lebenslust (2005), con il quale si propone di far riscoprire a lettori e lettrici il «Piacere della vita» nel tempo in cui molti/e sono terrorizzati/e dalle diete, e in cui si pratica il culto del fitness. Come psichiatra e psicoterapeuta Lütz non appartiene né alla scuola freudiana né a quella junghiana, ma piuttosto alla psicoterapia, che si orienta a Erickson e a Binswanger, che pratica una psicoterapia pragmatica, breve e mirata, che non ha bisogno di grandi teorie, per attivare una cura, capace di sanare. È l’umanissimo psicoterapeuta, che molti desidererebbero incontrare nella vita. Ma il 54enne psichiatra e psicoterapeuta, che occupa la cattedra in un ospedale di Colonia, ed è noto al grande pubblico per i suoi libri e per i suoi interventi pubblici, è anche teologo per studi e pubblicazioni. 

Il tema proposto è impegnativo e urgente per un deficit, largamente diffuso, di conoscenze storiche, filosofiche e teologiche; per questo è scritto nella lingua della quotidianità, comprensibile a tutti, ma insieme con scioltezza linguistica e con la perizia dello scrittore di successo. Questo suo libro, apparso in edizione tedesca nell’autunno del 2007, è stato per mesi sulla lista dei bestseller dello Spiegel: la 100millesima copia è stata offerta in una udienza a papa Benedetto nel febbraio del 2008. Il tema rimanda ad una vastissima biblioteca, in cui l’autore sa muoversi bene, arrivando, di volta in volta, a un punto essenziale, giustificato e proponibile. Lo psichiatra è uno spirito libero e non si lascia intimorire da nessuna auctoritas scientifica o filosofica, ripercorrendo la storia della ricerca di Dio, ma anche la storia dell’ateismo, la cui figura più emblematica rimane l’ateismo di Nietzsche, per la radicalità della sua formulazione e per la coscienza delle sue conseguenze nichilistiche: «Credere in Dio o seguire Nietzsche sembra essere la vera alternativa». 

Il libro è scritto «terra terra», per rendere comprensibile ad ogni lettore e lettrice il grande tema proposto. Basta prestare attenzione ai titoli e sottotitoli, in cui si articola la narrazione, che sono scelti con cura e spontaneità insieme. Solo alcuni esempi. L’autore introduce la storia che vuol raccontare con le parole del monologo di Amleto «Essere o non essere», e sulla dolente colonna sonora di Elton John in morte della principessa Lady Diana, per alludere alla posta in gioco della storia che sta per iniziare, quasi per dire: ne va dell’orientamento della vita; un motivo, che poi ritorna frequente nelle pagine. Per indicare il passaggio epocale dal politeismo ad una forma di monoteismo solare introdotto in Egitto dal faraone Amenofi IV, l’autore titola «Il mistero di una bella donna», con riferimento alla grazia erotica della sposa Nefertiti, il cui ritratto femminile, «il più antico e il più bello di tutti i tempi», si ammira nel museo egizio di Berlino. Nella illustrazione della «sorprendente» risposta cristiana alla storia della ricerca di Dio – dove si assiste al rovesciamento della storia: Dio alla ricerca dell’uomo – si fa riferimento alle discussioni cristologiche dei primi secoli, non solo tra i dotti, ma anche tra il popolo e ai «tumulti tra macellai e panettieri» nella capitale culturale del tempo, Alessandria d’Egitto. E proprio questo vorrebbe lo psichiatra teologo: riportare la questione su Dio e sul senso della vita nelle discussioni di tutti i giorni, fornendo nella lingua di tutti i giorni, i dati essenziali del problema e della sua storia. 

Il libro propone «una piccola storia», nonostante sia storia di secoli e millenni, non solo perché intende andare all’essenziale, ma anche per sottolineare che il tema proposto sta sempre al di là di ogni narrazione e argomentazione, in quanto propone la storia «del più Grande», che si può assumere come un altro nome di Dio, meno connotato sotto il profilo filosofico e teologico. In questa sfumatura si evidenzia lo sforzo dell’Autore di raggiungere ogni lettore e lettrice. 

Il discorso, iniziato con le note (pagane) di Elton John, si conclude sulle note di Bach, che «ha tradotto il cristianesimo in musica», senza dimenticare Mozart «che ha saputo esprimere in maniera trascinante tutta le piena voglia della vita terrena e tutta la speranza incrollabile in una vita eterna presso Dio». Troviamo qui una caratteristica del libro, che si accosta al grande tema e lo svolge con costante riferimento all’arte e alla musica, espressione della «sensualità della verità», come chiave per aprire spazi verso «il più Grande». 




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Forum teologico, a cura di Rosino Gibellini
Editrice Queriniana, Brescia (UE)

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